Drogata, sieropositiva e madre A volte il bambino e la salvezza

Un appello Un appello I radicali «In Italia Sacharov e Nudel» Al Sant'Anna una speciale équipe segue le gravidanze di donne tossicodipendenti Dragata, sieropositiva e madre A volte il bambino e la salvexxa Su 37 casi, ventidue hanno preferito aborti Ad una settimana dalla sua costituzione, l'Associazione radicale Ida Nudel ha fatto il suo primo intervento ufficiale. In una lettera diretta al sindaco due rappresentanti parlano del possibile viaggio di Cardetti in Urss per incontrare Sacharov e la Nudel stessa. «L'uso di conferire la cittadinanza onoraria nella città stessa che lo ha deciso — scrivono Fernanda Civati e Davide Bertarello — non è solo formalità. Soprattutto in questo caso, che vede interessati due dei maggiori esponenti del dissenso sovietico, i cui diritti di spostamento e di comunicazione con l'esterno sono stati negati, e lo sono ancora per Ida Nudel.. L'Associazione radicale chiede, pertanto, agli amministratori grande impegno per ottenere il permesso per entrambi i dissidenti di venire in Italia. «Se, come il governo sovietico afferma, non esiste un caso Nudel, non si capisce che cosa possa impedire tale possibilità. O meglio, lo si capisce molto bene, ma noi crediamo che il governo sovietico debba dichiarare esplicitamente se intende rilasciare il visto a Ida Nudel e a Sacharov.. La seconda iniziativa della nuova Aisociazlone è stata una lettera ai segretari cittadini dei partiti che hanno dichiarato la propria posizione contraria alle elezioni anticipate e ai cinque referendum. « Vogliamo — scrivono ancora i rappresentanti della "Ida Nudel" — mettere alla prova i partiti che a parole si esprimono in un modo e nei fatti dimenticano le promesse fatte.. A questo scopo l'Associazione ha convocato una riunione fra i segretari di pli, psi, psdl, pel, dp, Lega Ambiente. WWF, Pro Natura e Italia Nostra per organizzare una manifestazione unitaria contro lo scioglimento delle Camere e per il «si- ai 5 referendum. .Nel mio ambulatorio ho seguito 37 donne tossicodipendenti sieropositive in gravidanza: 22 hanno preferito abortire, le altre 15 hanno deciso di tenersi il bambino.. Dietro i casi di Michelino e Roberto, l'emotività, gli interrogativi sollevati dalla cronaca e. al di là dello spettro dell'Aids che scatena l'incoscio collettivo, rimane il problema di cercare di capire quell'universo particolare che è l'esistenza di chi dipende dall'eroina. Dal novembre del 1979. presso l'ospedale Sant'Anna, in seguito ad una convenzione fra Comune e Università, si è via via formata un'equipe per seguire la gravidanza delle donne tossicodipendenti sino al parto e oltre. Collaborano un ginecologo, un neonatologo (11 nido dell'ospedale è stato attrezzato per assistere i bambini nati con problemi di astinenza), un neuropsichiatra infantile e una delle assistenti sociali del Sant'Anna. L'ambulato- Al Sant'Anna una speciale ério. in contatto con i 5 centri territoriali per le tossicodipendenti, rappresenta il primo impatto con il servizio. Vi lavora la dott. Cecilia "ribaldi ed è lei a spiegare: .Il test si fa da 2 anni e le prime sono state colte di sorpresa. Ogni caso poi è diverso. L'ultimo è quello di una ragazza tire, 15 hanno tenuto il piccolo - Ma c'è stato il caso di un bimbo che na, che aveva abusato saltuariamente, anni fa, di eroina e risultata ai controlli sieropositiva, ma da tempo con un'esistenza e una famiglia sua normalissime: lei ha potuto scegliere responsabilmente. .11 problema è la tossicodipendenza, ricorda la dott. Tibaldl. Purtroppo, anche se non spetta al ginecologo, spesso è la dott. Tibaldl a dover tentare il primo vero approccio al problema: «Che passino o no dai servizi, le tossicodipendenti in gravidanza vengono a cercarci perché nel loro giro si sa di questa struttura, persino le nostre difficoltà si conoscono, tant'è che da qualche tempo arrivano di nuovo come nei primi anni solo al momento del parto o poco prima.. L'altro giorno, aggiunge l'assistente sociale Anita Genovese, si è presentata una ragazza al nono mese di gravidanza che non aveva fatto il test per accertare un'eventuale sua sieropositività, per giunta disoccupata e priva di risorse familiari, al pari del suo compagno: partorirà fra una settimana. Una ricerca del Cnr condotta da un gruppo di lavoro dell'università di Modena ha puntato sulla gravidanza come condizione psicologica favorevole alla disassuefazlone. L'esperienza torinese suggerisce di evitare la .sofferenza fetale, con 11 trattamento farmacologico -scalare., che la tossicodipendente In gravidanza spesso interrompe per riprendere il suo rapporto con l'eroina e poi ricominciare. «Si sono ottenuti risultati ostetrici migliori insistendo su una terapia di mantenimento con dosaggi di metadone che si aggirano sui 20 milligrammi.. Dopo il parto, si tenta la disassuefazione e in buona percentuale con esito positivo. .1 casi di maggior successo sono quelli in cui siamo quipe per seguire le tossicodipendenti ottiene buoni risultati vivono questa loro condizione come una bruciante sconfitta e in quelle che da meno tempo hanno smesso di bucare la tentazione di vivere la maternità come una sfida è forte.. Quanta fatica e solitudine comunque. Già differente è la storia di una giovane don- tossicodipendente da pochi mesi, ma a dosi eroiche: rimasta incinta, ha deciso di aggrapparsi al bambino per uscire dal suo problema. Anche per altre la maternità rappresenta una speranza. In particolare per le ex tossicodipendenti: quando scoprono di essere sieropositive nessuno voleva riusciti a realizzare una vera collaborazione fra noi e i vari servizi, ma già al Regina Mergherita da 2 anni non c'è neppure un'assistente sociale. Anche con i centri per le tossicodipendenze il rapporto si tiene in piedi per la buona volontà di singoli operatori.. E, ancor più grave, quello di Michelino non è stato il primo caso di cui tribunale per i minori e assessorato all'Assistenza del Comune si siano occupati: .Nel gennaio '86 — racconta Genovese — le comunità della Provincia e del Comune non vollero un bambino sieropositivo di una ragazza che aveva solo la nonna e viveva alle sue spalle. Il piccolo è stato poi affidato all'anziana donna.. Si è fatta pure tanta confusione, interviene il dott. Giorgio Martiny. direttore sanitario del Sant'Anna: è vero che le tossicodipendenti in gravidanza tendono a rivelarsi sempre più sieropositive e con loro i figli, 7 su 10 secondo la nostra esperienza, ma questo non significa che il neonato abbia sviluppato autonomamente nel proprio organismo gli anticorpi dell'Aids: se sono soltanto quelli della madre, se non c'è stato contagio, con il tempo 11 bambino potrebbe sieronegatlvizzarsL .Del resto, su 13 bambini seguiti dall'equipe del dott. Tovo, al Regina Margherita, 2 sono risultati affetti da Aids (uno è morto), in 3 si è accertato il primo stadio della malattia e per gli altri si sono verificate solo alterazioni degli esami di laboratorio.. Vanno potenziati e coordinati 1 servizi alla madre e al bimba Alberto Guino echi di cronaca Vivere Insieme Piemonte Sottoponiamo gratuitamor.io migliaia proposta matrimonio di ogni età a celo sociale, adesioni agevolate. Torino - via Sacchi 32, tal. 011 /544.830 - 544.470.

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