Pelikan: «Non è un altro Dubcek»

Pelikan: «Non è un altro Dubcek» Pelikan: «Non è un altro Dubcek» Intervista con un protagonista della «primave ROMA — Le ribellioni cominciano in periferia, ma finiscono nella capitale dell'impero. Cosi Jiri Pelikan, esponente di punta della primavera di Praga, dice di aver sempre avuto la speranza che un giorno anche in Urss si trovasse un dirigente che aprisse alle riforme. Oltretutto, l'Urss è oggi in una strada senza uscita: • Se rinuncia alle riforme di Gorbaciov non può tornare al breznavlsmo, l'unica alternativa è la militarizzazione'. Il responsabile della televisione cecoslovacca fino all'intervento militare sovietico ha ora 63 anni, vive a Roma, è eurodeputato psi, dirige Listy, rivista diffusa clandestinamente in Cecoslovacchia. Come tutti ì dissidenti del suo paese, guarda con speranza agli sforzi del segretario generale dei pcus. Gorbaciov come Dubcek? •CI sono del punti comuni tra Gorbaciov e Dubcek: tutti e due rappresentano la volontà di rinnovare il socialismo e uscire dal dogma dello stalinismo. Ma ci sono anche molti punti dì differenza, perché In Cecoslovacchia la primavera di Praga era maturata con la partecipazione di Intellettuali e di giovani, c'era una pressione della base per II cambiamento della società. Questa pressione non la troviamo oggi in Unione sovietica, la riforma scende dall'alto. Tutto dipende dal solo Gorbaciov e dal suoi collaboratori: cosi il processo di ritorma non ha ancora basi solide nella società sovietica, e corre il rischio di essere bloccato'. Infatti anche ! servizi segreti americani dicono che Gorbaciov non resisterà, perché ha rischiato troppo. Anche Gorbaciov farà la Dna che ha fatto Dubcek? «C'è una strana coincidenza, tra le opinioni della C/a e / conservatori dell'Est, anche cecoslovacchi. Oggi Intatti, I cosiddetti "normalizzatori" di Praga sono convinti che Gorbaciov non durerà, e che si tornerà al vecchi tempi del breznevlsmo. Ma Gorbaciov ha un grande vantaggio, che Dubcek non aveva: lui è il segretario generale del partito comunista sovietico. E non si può immaginare che I conservatori sovietici chiedano agli altri paesi del patto di Varsavia di intervenire per salvare II socialismo in Unione Sovietica, come hanno tatto nel 1968 In Cecoslovacchia I nostri conservatori'. Ha notizia di Dubcek? •L'ultima volta che l'ho visto è stato nel febbraio 1969, durante la seduta del parlamento ceco¬ ra di Praga» • «LI il dis slovacco. Oggi é pensionato, vive a Bratislava, ma segue con grande interesse quel che avviene in Unione Sovietica. Dubcek oggi è un grande sostenitore delle riforme di Gorbaciov, come tutti I suoi collaboratori di un tempo. Tutti gli oppositori cecoslovacchi, tutti I protagonisti della primavera 'di Praga hanno grande speranza In Gorbaciov, anche se sono consapevoli che la situazione ora è diversa'. Pensa che II vento di Gorbaciov ce la farà ad investire anche le province dell'Impero? •Certamente le sue riforme sono molto importanti anche per gli altri paesi dell'Est. Ma il guaio à che gli interlocutori di Gorbaciov sono per lo più, come in Cecoslovacchia, persone Insediate al potere da Breznev. Gorbaciov ha già molti problemi In Unione Sovietica, e se il suo corso resisterà, ci vorrà del tempo prima che il processo riformatore investa gli altri paesi». Spera di riuscire a tornare un giorno in Cecoslovacchia? «Non è tanfo Importante se io o altri emigrati possiamo tornare. Importante è se la situazione In Cecoslovacchia può cambiare sull'onda delle riforme di Gorbaciov. Oggi a Praga c 'è una situa¬ gelo veniva dalla base, a zione abbastanza interessante: il gruppo dirigente di Husak e Bilak è nell'intimo profondamente contrario alle riforme di Gorbaciov, ma deve far finta di essere d'accordo e aprirsi a concessioni; cosi, nell'ultimo comitato centrale hanno dovuto adottare una specie di mini-perestrojka. Ma il dato più positivo é la reazione della popolazione cecoslovacca. La gente si à svegliata, segue con grande interesse gli sforzi di Gorbaciov, guarda a lungo — e questa é una grande sorpresa — la televisione sovietica. Siamo testimoni di un risveglio politico in Cecoslovacchia'. Non le sembra un po' paradossale che a vent'anni di distanza II filo della primavera praghese venga riannodato proprio a Mosca? • Sì, può essere uno del tanti paradossi della storia. Ma per noi che abbiamo preparato e poi realizzato la grande riforma della primavera di Praga è un punto di soddisfazione II verificare che quelle idee espresse nel '68, cioè la democratizzazione del sistema politico e del sistema economico, non sono morte. Anzi, diventano le idee guida del partito comunista sovietico che nel '68 ha stroncato la primavera di Praga Mosca dal vertice» con I carri armati'. Come si muovono oggi gli oppositori cecoslovacchi? •Non si sono arresi, non hanno mai tatto autocritica, ditendono la loro politica. Proprio in questi giorni il gruppo degli ex dirigenti ha mandato una lettera al Rude Pravo, l'organo del partito, per ribattere e polemizzare con Bilak, il quale tenta di difendere la normalizzazione e vorrebbe convincere I cecoslovacchi che I cambiamenti in Unione Sovietica non hanno nulla in comune con le idee della primavera di Praga». In conclusione, forza Gorbaciov. senza riserve? ■ Noi tutti abbiamo simpatia per lui. ma siamo preoccupati per le resistenze che incontra nell'apparato del partito e dello Stato. E siamo anche preoccupati per la mancanza dell'appoggio popolare in Unione Soviotica. Speriamo che possa andare avanti, e che riceva l'aiuto dell'intellighentia perché ha bisogno che il rinnovamento venga espresso in un programma strategico e tattico che ne sostenga lo sviluppo. Questo ci preoccupa, perché sono grandi le forze che non vogliono il cambiamento e rimpiangono il sistema di Breznev- Gianni Pennacchi