«Mi disse: sei figlia del duce» di Mario Baudino

«Mi disse: sei figlia del duce» «Mi disse: sei figlia del duce» Elena Curii ricord •Guardi, mi sono sentita finalmente bene solo dal '63 in poi, da quando cioè abito a Barcellona. Da allora la mia vita si é liberata da questa assurda condizione d'essere la figlia di Mussolini». Essere un figlio nascosto, a volte è molto scomodo. Ma essere la figlia naturale conclamata di un personaggio come Mussolini, per Elena Curii lo è stato ancor di più. Ha segnato una vita. La signora Curii ce lo raccontava due anni fa, nella città spagnola. Erano i primi giorni di maggio, nel grande appartamento a strapiombo su un piccolo parco, ricostruiva per noi gli ultimi giorni del capo del fascismo, l'autocolonna che avanzava a singhiozzo verso Dongo e verso la morte. Lei, giovanissima ausiliaria della Repubblica di Salò, era col padre. O almeno con colui che tutti indicavano come tale. «M/a mamma mi ha parlato, quando avevo diciotto anni, e mi ha detto quella che secondo lei era la verità», precisa ora, da Barcel¬ a come glielo rivelò la m lona, Elena Curii, riavocando quella lunga intervista resa ancor più drammatica da una trassmisslone della tivù spagnola che, a sera, mandò in onda un documentarlo sul fascismo e mostrò le celeberrime scene dei cadaveri esposti In piazzale Loreto. ••Mi chiedo però quanto anche lei non fosse influenzala dall'oplonione comune. Mia madre era convinta, lo non lo sono mai stata del tutto. La tragedia era anche qui». Al processo di Como, dopo la cattura della colonna dei gerarchi fascisti e la fucilazione di tutti i più importanti, Elena Curii si salvò grazie alla sua età ma soprattutto grazie al fatto che la madre andò in aula a ripetere che la diceria era vera, e la giovane ausiliaria della Repubblica di Salò aveva seguito il padre naturale nell'ultima, tragica avventura. •Ma poi — ci racconta ora la signora con un brivido di commozione — quando andai a trovare quello che consideravo a tutti gli effetti mio padre, anche adre - Fino all'ultimo fu se ormai le carte processuali dicevano un'altra cosa, nel carcere di Como, lui mi strinse a sé singhiozzando e ripetendomi: dimmelo, dimmelo che sei la mia bambina». Ouell'uomo era Bruno Curii: sarebbe diventato uno dei primi squadristi milanesi, ma prima ebbe la necessità di mandare la moglie a intercedere, per lui dall'allora direttore de l'Avanti! e futuro duce del fascismo. Nacque un amore, prima a Milano, poi in un frenetico via vai dalla Lombardia alla capitale. •A Roma ci trasferimmo nel '41. La mamma viveva in un alloggio al quartiere Parioll, in casa nostra passavano molti gerarchi che sapevano come lei fosse veramente amica di Mussolini. E per tutti io ero la figlia naturale del Duce». Dopo la tragedia, dopo la guerra, Questa condizione si rivelò un interno. •Nei primi anni non riuscivo a lavorare, non riuscivo a vivere. Andai via da Milano, dove abitavo dopo essere stata scarcerata, e mi trasferii a Roma. Ma an¬ vicina a Mussolini che là continuavo a essere la tiglia di Mussolini. Alla fine ne sono uscita per caso». Il caso por Elena Curii si chiamò Barcellona. Un trasferimento, un'attività nella città iberica, e finalmente la possibilità di vivere fra gente che non sapeva nulla di quella vicenda. Ora la signora Elena è una donna felice. Si è iscritta all'Università, sta per laurearsi in Storia dell'arte, aiuta i giovani artisti spagnoli. Del passato è rimasta nel salone di casa una foto ingiallita di Mussolini, «una persona cara che è morta» spiegò quando il cronista non potè fare a meno di notarla. E ora, signora? Ora che è passato tanto tempo, e lei è finita sui libri di storia come figlia naturale di Benito Mussolini, che cosa ne pensa? «lo non so fino a che punto anche mia madre non tosse influenzata dall'ambiente romano. Tutti volevano che fossi la figlia del duce... erano cosi sicuri. E io lo sono stata». Mario Baudino

Persone citate: Benito Mussolini, Bruno Curii, Duce, Mussolini