Venezia cara quali «follie» di Milena Milani

Piazza San Marco è invasa Piazza San Marco è invasa Venezia cara quali «follie» «Ondate erotiche»: peferito dalle maschere VENEZIA — Esplosioni di follia collettiva, questi ultimi giorni di Carnevale, in cui soprattutto la gente anonima studia i suoi travestimenti e 11 esibisce compiaciuta. A ondate giungono da Piazzale Roma; dalla Ferrovia, i vigili cercano di dirottare le maschere, ma non c'è niente da fare, non si circola, c'è un pigia pigia tremendo, tutti vogliono raggiungere Piazza San Marco, andare, in passerella. Ieri la Piazza scoppiava, non si erano mai visti tanti costumi carnevaleschi di lusso, metri e metri di lustrini, di Strass, di velluti, di preziosi copricapi, di merletti. Uno spreco esorbitante: chi li indossava aveva certamente speso lo stipendio e tutti 1 risparmi. Nell'aria quasi primaverile correva quel vento di pazzia Intriso di erotismo, di sottile humour, di voglia d'essere diversi, insomma di strabiliare, di stupefare. Ogni personaggio si era inventato un personale look, in cui con civetterìa, con eccitazione mostrava qualcosa di proibito. Ovviamente anche i simboli sessuali, la loro cosiddetta perversità, quel bisogno piuttosto infantile di scoprire quello che non si vede, ma che si Indovina. Quindi scollature abissali, rotondità, natiche e gambe maschili che diventavano femminili, inguauiate in ambigue calze nere traforate, su tacchi. altissimi ondeggianti, e anche espliciti riferimenti, disegnati con allegria sui volti, proprio come quel disegni che si facevano a scuola nelle tollettes. Una certa maniera allucinata di concepire l'eros, di portarlo con sé, parte di sé, perché tanto oggi tutto è permesso, nessuno si scandalizza più di niente. E' di moda l'aerina out che significa una sorta di cortocircuito dell'Impulsività, si tratta insomma di porre in atto quanto -abbiamo dentro, nel nostro incori scio: quei fantasmi, anche erotici, che ci tormentano. Venezia, il suo Carnevale, servono allo scopo, e allora eccoci in tilt senza nessuna paura. Sabato sera aveva - incominciato una gran festa a Ca' Duodo-Barbarigo a met- torci tutti in tentazione. Il tema, sull'invito, che esigeva il costume carnevalesco di rigore, parlava, prima in francese e poi in veneziano settecentesco «di sottili illusioni erotiche», «delicae ilusion d'el navegar amoroso». &.i ero stupita quando avevo saputo che l'idea era partita da un ventenne, Giuseppe Bisotto, studente di ingegneria a Padova, la cui cugina, padrona di casa, è la cantante Donella Del Monaco, sposata a un altro Bisotto, Giorgio. Avrei immaginato che quel tema fosse stato inventato da un adulto, magari con qualche problema narcisistico, invece era tutto chiaro e normale secondo le teorìe del giovane studente. 'Ai tempi di Casanova — mi spiegò —' il Carnevale aveva, una tradizione erotica, c'era sensualità ovunque, basta guardare queste stampe antiche che ho fatto riprodurre su magliette e miniabiti da regalare alle signore- e mi fece vedere Arlecchino Intento a sedurre una dama. Intanto Donella Del Monaco dai verdi occhi (che è stata la prediletta nipote del grande Mario Del Monaco, e che è anche lei cantante lirica), avvolta di veli azzurri e bianchi e di piume, cantava le sue arie da battello e da salotto, che lei stessa ha contribuito a riportare all'attenzione di tutti, ricercandole in antichi testi, in Italia e in Inghilterra. La festa ferveva tra luci e sempre nuovi arrivi ecco 11 gruppo del Tolentini, poi quello degli Accesi guidati da Rocco Zardinoni, anche lui studente; c'erano anche ragazze in calzamaglia, altre con calze a rete e spacchi vertiginosi nelle gonne, riprese da cinque reti televisive, tra italiane e straniere, e alla testa di queste adolescenti scatenate, di diabolica bellezza, c'era Eleonora Vallone, corni suo fisico aggres- sivo e tanta, simpatia' umana. • Venite tutti lunedì al Palasport dell'Arsenale, sono io la madrina della kermesse dello Sportivo — diceva Eleonora — c'è anche Maradona, poi Paolo Rossi, Antognoni. Oliva e tanti altri. Duemila giovani balleranno al suono di musiche meravigliose, la vita è bella. Carnevale c'è soltanto una volta all'anno*. E' vero, erano sacrosante parole, la Quaresima è in arrivo, ma intanto la giovinezza sembra non finire mai; al Teatro La Fenice, sere fa, nell'omaggio a Léonard Bernstein, il grande compositore americano, nel balletto •Fancy Free», i tre ingenui marinai che danzavano in una notte di New York, in attesa delle ragazze, riproponevano gli eterni temi del mondo. L'amore, 11 mistero della vita, il tempo che vola, il sesso inteso anche come poesia, come turbine, come sogno di ognuno di noi. Anche di questo Carnevale veneziano, voluto dal protagonisti cittadini, osannati e anche odiati, dal sindaco Laroni a Italo Gomez. da Salvador! a Bruno Tosi, che insieme hanno contribuito alla sua riuscita. Ri d ruppo di danzatori «carioca».» perché il tema pre è ispirato da Eros Milena Milani

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Léonard Bernstein, New York, Padova, Roma, Venezia