Migliaia vanno a dire: «Ciao Claudio»

Mi Mi rara vanno adirei « I famigliari del cantante hanno seguito alla lettera le sue volontà anche nella scritta che lui aveva suggerito: «Vita sei bella, morte fai schifo» - Il rispetto per il dolore della giovane vedova -1 ricordi della fioraia dato la notizia, e il pellegrinaggio è regolare e sicuro. I più vengono da Roma, sembrano famiglie in gita fuoriporta. Mentre parcheggiano, dal finestrini si spengono le ultime note di una canzone, la voce' inconfondibile di Claudio Villa. Poi vanno al banco e la donna con i fiori dà informazioni. Ma spesso la fioraia li accompagna, fa da cicerone, si inerpica con loro sulle scalette, e, giunti sul posto, trova modo di mettere ordine, acconcia 1 vasi, progetta aiuole. E ogni volta si commuove, 'Lui veniva sempre al cimitero a trovare la madre, diceva che i miei fiori erano bellissimi*, racconta con le lacrime agli occhi. SI, Claudio Villa se lo merita tutto questo, ma viene il sospetto che ci abbia anche pensato. Del resto, non é morto proprio nella serata clou di S. Remo, strappando il «suo» festival al vincitori? Non proclamava di continuo che era lui, l'unico vero re della.canzone italiana? E il suo regno sarà ancora lungo, se centomila romani hanno fatto la fila a Trastevere In un sol giorno, per l'e¬ DAL NOSTRO INVIATO ROCCA DI PAPA — Oli hanno obbedito fino in fondo e senza discutere, come si conviene ad un re. Cosi adesso, come lui voleva, quel vita sei bella, morte fai schifo* campeggia/sulla lapide a lanciare l'ultimo proclama di gioia e di rabbia, sembra quasi di sentirglielo cantare a voce spiegata Molto presto probabilmente, accanto al chiosco del fiori sull'ingresso del cimitero di Rocca di Papa, qualcuno penserà ad aprire un banchetto di dischi e cassette, tutti del Reuccio ovviamente, perché l'affare è assicurato. Il pellegrinaggio alla tomba di Claudio Villa e già cominciato. Solido,'vitale e laico anche dopo morte, Claudio Pica Villa, 1/1/1926-7/2/1987. In un piccolo cimitero arrampicato in collina, ma anch'esso fitto di condomini e cappelle familiari, lui sta tra i loculi popolari, al pianterreno, tra la madre Ulpia, morta 5 anni fa, e la governante Rosaria che se ne è andata nel','84. si, la tribù e la vita sono cosa sacra, e devono metter gioia anche al cimitero. Le sue ceneri sono qui da appena un giorno e 1 fiori continuano a posarsi, rami di mandorlo, tulipani, rose; nascondono già i due cuscini di garofani rossi offerti dal Comune è gli altri fiori di sabato, quando è avvenuta la tumulazione, ma non coprono le parole di quel breve e intenso, popolano e forte inno alla vita che il cantante ha voluto sulla tomba. La gente si avvicina a piccoli gruppi, senza accalcarsi. Ognuno aspetta il suo turno, e quando una famigliola si allontana un'altra s'avvicina. Una mano posa i fiori, qualcuno si segna, chi lascia un bacio su quella scritta, tutti parlano di lui e delle sue storie, sorridendo affettuosi. .Dov'è Claudio Villa? Non lo avevano bruciato?», domanda un bambino. E'-una processione quasi allegra, come quella che subiva da vivo per gli autografi. C'era fila al cimitero da vari giorni prima, la gente arrivava sul piazzale, •Lo hanno portato Claudio Villa?*, .Non ancora* rispondeva la fioraia, e giravano la macchina. Ora però i giornali hanno Congresso d'Ancona, l'invito di Roma a Belgrado stremo saluto prima della cremazione. Villa li conosceva bene: ora al panorama decantato dal D'Azeglio, al fresco dei boschi, alle mille trattorie con cucina casereccia del Castelli Romani, si aggiunge 11 richiamo della visita alla tomba del Reuccio. Quello di ieri è stato solo il primo giorno, e tutto lascia supporre che la tomba di Claudio Villa non avrà nulla da invidiare a quella di Elvis Presley. Ma ieri è tornata al cimitero anche la giovane vedova, sola, di mattino, presto. C'era già gente, ma l'hanno lasciata in pace, dopo l'affollata cerimonia del giorno prima sotto la pioggia: un manifesto del sindaco aveva avvertito che il cofanetto con le ceneri sarebbe finalmente arrivato da Prima Porta, e tutto il paese era sceso, c'era stato Pannella, la moglie di Modugno, parenti ed amici. Più tardi è tornato anche Franco Baldi, suocero e impresario di Claudio Villa, ad accompagnare in visita alcuni amici napoletani, un maestro d'orchestra e una giovane promessa che il cantante voleva lanciare, Orazio Ros¬ si. Parlano di storie vecchie e nuove,- ricordano tournée e progetti bloccati. 'Non ci posso ancora credere, per me è vivo*, dice Baldi, 'quando a Prima Porta hanno aperto la cassa di zinco era perfettamente integro e bello nel suo smoking da concerto che gli avevo messo a Padova*. La figlia Patrizia è distrutta, racconta, e nella grande casa di Rocca di Papa la presenza di Claudio è fortissima. «Zie bambine dicono che il papà è invisibile, ma che le accompagna sempre a scuola*. Ormai il sole va calando, il pellegrinaggio continua e il cimitero sta per chiudere. Ultimi a salutare la tomba del cantante sono due giovani, tute di pelle e caschi al braccio. Sul cancello di uscita si fermano a leggerne la scrìtta sbiadita dal tempo: «Voi tutti che qui passate fermatevi, dite pace a coloro che nel supremo rifugio dei morti, dormono poveri e soli il sonno dei giusti*. Ma stanno pensando all'epigrafe di Claudio Villa, se uno fa all'altro: 'Ammappete, se era forte!* Gianni Pennacchi Pierluigi Franz

Luoghi citati: Ancona, Belgrado, Modugno, Padova, Rocca Di Papa, Roma