Il computer del nuovo contadino

Il computer del nuovo contadino Il computer del nuovo contadino ROMA — Stalle che sembrano laboratori asettici, chilometri di plastica che ricoprono la terra e cancellano le stagioni, sementi ultraselezionate e prodotti sempre più nuovi, computer che controllano e avvertono quando le piante hanno sete. Se è cambiato il lavoro sui campi! Solo quarantanni fa era l'agricoltura ad assorbire la maggioranza della popolazione attiva oggi gli addetti sono solo il dodici per cento e la quota è destinata a scendere ancora, fino al tré. quattro per cento delle migliori medie, europee. E la produzione complessiva cresce, «in una prospettiva di maggior benessere e di lavoro ancor più qualificato*. dice Arcangelo Lobianco. presidente della Coldiretti. -La meccanizzazione ha ri¬ dotto di molto la fatica fisica, che era un tratto caratteristico del lavoro contadino*. spiega Giuseppe Avolio. presidente della Confcoltivatori. Le operazioni più semplici sono meccanizzate già da un pezzo, e oggi *nelle stalle ormai ci si va col camice bianco*, dice Avolio. ./ segnali del cambiamento riguardano tanto la produzione quanto i modelli di vita dello stesso contadino e della sua famiglia*, dice. Lobianco. Infatti tra citta e campagna non c'è più quel baratro che sembrava incolmabile ancora venticinque anni fa. l'agricoltura non è più la cenerentola del lavori, il contadino è oggi un piccolo imprenditore, la sua casa è più confortevole delle medie cittadine, i suoi figli frequentano almeno l'istituto agrario. La rivoluzione tecnologica Star curvo sui campi è faticoso, ma oggi -il lavoro contadino è sempre più simile ad altri comparti produttivi*, dice Avolio. Lobianco però, avverte che alcuni lavori di campagna continuano ad essere tormentati, specie nelle zone intente o in montagna, e -comunque è sempre un dover lavorare all'aperto, nella buona e nella cattiva stagione: nella stalla anche computerizzata poi. non ci sono pause domenicali e festive*. SI, problemi ce ne sono ancora per chi lavora la terra, e Avolio aggiunge che l'antica contraddizione tra agricoltura e industria ancora non è stata risolta del tutto: -Non si può considerare l'agricoltura come un reparto della fabbrica, dove è possibile cambiare da un giorno all'altro le linee In agricoltura ' ci ha drasticamente ridotto la differenza tra i vari tipi di impresa agricola. -La possibilità di avere a disposizione un'infinita varietà di strumenti, permette anche al piccolo coltivatore di impegnarsi in produzioni che prima non erano immaginabili in un'area di scarse dimensioni*, spiega Avolio. Dunque, oggi che la guerra tra grandi proprietari e coltivatori diretti è finita, rischiano di sembrare inutili le lotte per la riforma agraria del dopoguerra? -Se non ci fossero state quelle riforme, la rottura di quelle strutture, non saremmo arrivati dove siamo oggi*, risponde Lobianco. -anche nell'industria non c'è più il padrone ma l'imprenditore. Se il contadino non avesse fatto la riforma, ora non sarebbe imprenditore*.

Persone citate: Arcangelo Lobianco, Avolio, Giuseppe Avolio, Lobianco

Luoghi citati: Roma