«Pravda, ci inganni sul mondo»

Pravda, ci inganni sul mondo» Reticenza e disinformazione: pubblicate le proteste dei lettori Pravda, ci inganni sul mondo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Un pensionato di Stavropol chiede 'informazioni più piene»: • Siamo assetati — non trovo altra parola piU adatta — di pensare da soli e di non inghiottire semplici sommari già pronti», scrive. Un operaio dalla Siberia è ancora più esplicito: .Purtroppo ci sono ancora molti resoconti vaghi, sul vostro giornale. Soprattutto sui problemi internazionali. Quando la smetterete con queste mezze verità e con queste dichiarazioni a metà?i. Imputata è la Pravda; e ad accusarla sono i lettori, in una rubrica (anche lei figlia neonata della «glasnost») dedicata all'immagine esterna del quotidiano, alle reazioni e all'impatto che 11 giornale del pcus ha tra la gente. E' la prima volta che la Pravda fa un'autocritica cosi elaborata — sebbene indiretta, affidandola al suoi lettori — sulle informazioni di politica estera e sul modo di presentarle. Ma 11 tema si va affermando, sulla stampa sovietica, sia pure tra incertezze e rinvìi. La scorsa estate, un giornalista della televisione, ex corrispondente da Tokyo, aveva lamentato le reticenze dei servizi televisivi dall'estero, denunciando le fastidiose insistenze dei reportage su dimostrazioni e scioperi. Dallo schermo, aveva scritto, sono assenti o quasi gli aspetti positivi e creativi delle società occidentali, e l'immagine che lo spettatore sovietico ne ricava è dunque parziale e distorta. Da allora le cose non sono cambiate di molto. La «glasnost», la trasparenza dell'informazione, sui giornali e in tv la si nota soprattutto su temi interni II mondo continua a venir presentato, con qualche interessante eccezione, nella chiave dell'antagonismo al modello socialista, delle difficoltà e degli insuccessi (come dimostrazioni e scioperi dimostrano) del capitalismo. Proprio la Pravda, 11 mese scorso, ha inaugurato una rubrica («Diverso parere») che tenta di correggere 11 tiro: ogni settimana, sul giornale del partito compare un articolo firmato da qualche eminente commentatore o da qualche illustre antagonista occidentale (non scritto per il quotidiano sovietico, ma ripreso da altre fonti) cui fa seguito una replica del giornale. Ma una delle lettere pubblicate ieri lamenta che neppure questa iniziativa è ben condotta. Il professor Mar tsalov scrive che la risposta all'intervento di Kenneth Adelmann, capo dell'Agenzia americana per il disarmo, non era soddisfacente, tre settimane fa; cercava, ad esempio, di confutare le accuse di un vantaggio sovietico nel campo delle armi chimiche fornendo soltanto i dati degli arsenali americani, e ignorando quelli sovietici: »Un metodo del genere è semplicemente rovinoso», commenta il professor Martsalov. Che insiste, dando prova di smagato Benso della polemica: 'Dovreste fornire analisi di qualità o rinunciare del tutto alla critica»; .Sarebbe meglio lasciar cor dere stereotipi verbali usati per rafforzare i loro interventi in modo emotivo». La retorica occidentale, è la lezione del professor Martsalov, è più agile, svelta ed efficace: 'I nostri oppositori dicono delle menzogne senza ricorrere a rinforzi linguistici di questo genere. Alcuni dei nostri commentatori,,al contrario, sembra non riescano a dire la verità in modo tranquillo», e. n.

Persone citate: Benso, Kenneth Adelmann

Luoghi citati: Mosca, Siberia, Tokyo