La tela di Mitterrand di Barbara Spinelli

La tela di Mitterrand Si ricandiderà? «No, sì, vedremo» La tela di Mitterrand DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Chiunque vagheggi una democrazia forte, presidenziale, farebbe bene a seguire attentamente la singolare campagna elettorale di Mitterrand, monarca di Francia. A studiare il suo mestiere di retore, la sua immensa passione di governare, l'uso sapientissimo che sa fare dell'ambiguità. Si candiderà alle elezioni dell'88? Non si candiderà? Mitterrand sa come aggirare le domande senza apparire indeciso, come creare una suspense attorno alla propria persona per meglio impreziosirla. «Lungi da me l'intenzione di prepararmi a una seconda candidatura», ha detto domenica in una lunga intervista televisiva, ma poi ha fatto capire che la decisione ancora non è stata presa. Il capo di Stato socialista uscirà allo scoperto all'ultimo minuto, come già ha fatto De Gaulle nel '65, e solo allora, quando potrà valutare le proprie forze e quelle dell'avversario, si pronuncerà in maniera netta. Il problema per lui non è di «prepararsi» e correre assieme a tutti gli altri, ma di arrivare al traguardo diritto in piedi com'è adesso. Vincente in ogni caso: sia che esca di scena, sia che decida di restarvi. In questa incertezza è la sua forza, all'ora attuale. O meglio sarebbe dire: in questa sua olimpica indifferenza alla corsa degli innumerevoli candidati, con i quali non intende assolutamente confondersi. Aggiungersi ad essi significherebbe banalizzare la propria figura, ridurla a numero equivalente ad altri numeri, divenire insomma mortale: uomo di parte, che ancora deve fare la propria carriera, provare le proprie capacità, imparare a gestire la politica nella sua quotidianità. Mitterrand la carriera l'ha già fatta, il quotidiano in un certo senso non lo interessa più: è da immortale che ingaggerà la battaglia, se mai la ingaggerà. Da uomo politico che è stato, modellato dalla funzione regale svolta in questi anni, e che ormai non dialoga più con capi-partito o capi-corrente, ma con la Francia intera, direttamente. Con un sorriso ieratico, il Presidente si prende gioco della «confraternita dei candidati frettolosi», delle loro tenzoni e financo dei loro programmi, di cui conosce ormai la fragilità, se non la vanità ((do stesso mi sono sbagliato, quando accusai Ciscard di incompetenza e promisi la piena occupazione»). In un mondo di furbi, lui si esercita nell'astuzia, che è arte più sofisticata e lungimirante. In un mondo dominato dalla fretta, lui mostra una pazienza granitica, tende perfino agguati al tempo. Mitterrand non porta l'orologio, è l'unico statista d'Occidente a saperne fare a meno. A conoscere le lentezze della storia, e i suoi azzardi. Nel marzo dell'anno scorso, Mitterrand ha dovuto spartire il potere con gollisti c giscardiani, dopo la vittoria di questi ultimi alle legi- Barbara Spinelli (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: De Gaulle, Mitterrand

Luoghi citati: Francia, Parigi