I miliardi azzurri di Napoli di Fulvio Milone

I miiiaréi azzurri di Napoli Un piccolo boom economico attorno alla squadra di Maradona I miiiaréi azzurri di Napoli NAPOLI — Azzurro 11 mare, azzurro il cielo e tra sette domeniche, se tutto filerà liscio, azzurro anche il Vesuvio. Nei vicoli del rione Sanità abili mani cuciono uno striscione lungo centinaia di metri: il sogno degli ultras di «Palommella», al secolo Gennaro Montuori, verbo incarnato della tifoseria partenopea, è di stenderlo sulle pendici del vulcano addormentato, perché Napoli esulti e canti le gesta della sua squadra. Tra mille scongiuri (sono d'obbligo, dopo la batosta di San Siro) la città si prepara a festeggiamenti che neanche San Gennaro è riuscito mal a conquistarsi. Riuscirà Diego Armando a realizzare il miracolo del miracoli? Parrebbe di si, ma se lo scudetto è ancora una speranza 1 napoletani sono già riusciti a trasformare in oro questa illusione. I «Quartieri Spagnoli» a ridosso dell'elegante via Toledo e il rione Sanità, di eduardiana memoria, si sono trasformati in immensi laboratori artigiani. Chi vendeva sigarette di contrabbando oggi mostra lucenti parrucche del «pibe de oro», sventola bandiere azzurre e cartoline con l'immancabile Vesuvio dominato da un bel «pennacchio» bianco, rosso e verde. Una vera e propria industria, insomma, il cui fatturato è impossibile calcolare. Ne sa qualcosa Ciro Burattino, dinamico manager che si è assicurato l'esclusiva di •Gennari», scugnizzo che somiglia In modo Impressionante, a Maradona, nuovo simbolo della squadra. La sua 6 una guerra privata contro l'invisibile esercito del falsificatori, che nelle fabbriche della periferia ha finalmente smesso di prendere di mira Valentino e Trussardi, per concentrare le energie sul più remunerativo marchio del Napoli. Nonostante dò. Burattino ha Incassato mezzo miliardo in tre mesi. Quanto avrebbe intascato senza i suoi «concorrenti»? Ma se questa insolita azienda affila la fantasia e rischia capitali in vista del traguardo finale, non trascura di sfruttare ogni occasione di immediato guadagno. «Pure nule avimmo campa'», mormora sornione l'ambulante che in piazza Garibaldi, a due passi dalla stazione ferroviaria, espone incredibili souvenir per tifosi. Sulla sua bancarella c'è di tutto: orecchini come quelli dell'asso argentino, foto di Diego con autografo ovviamente fasullo, scudetti fosforescenti, manifesti listati a lutto che annunciano l'avvenuto decesso della «vecchia signora» Juventus, addirittura piccole bare di legno dipinte a strisce bianche e nere. Una minaccia di violenze? No, solo esorcismo casereccio nei confronti di avversari pur sempre temuti. Un poliziotto passa e getta un'occhiata distratta. Mentre i bagarini riescono a piazzare gli ultimi biglietti a prezzi strepitosi (150 mila lire per una tribuna laterale o per un posto nel «distinti», 350 mila per una poltroncina in tribuna numerata), anche l'industria del disco, ovviamente pirata, si attrezza per il grande evento. Gli inni del Napoli non si contano più: c'è quello ufficiale, forse il meno fortunato, affidato alla voce di Peppino di Capri e quello interamente dedicato a Dleguito, un vero e proprio hit nazionale. «Maradona è meglio 'e Pelé», è il ritornello più cantato dai fedelissimi. Impossibile, ancora una volta, un calcolo esatto delle copie vendute: la produzione è nelle mani degli stessi «clandestini» che, con puntualità cronometrica, lanciano sul mercato le canzoni di Sanremo prima ancora ohe il festival si concluda. Ma non è solo il colore dei soldi ad abbagliare 1 napoletani: un fiume di danaro scorrerà per le strade della città, sotto forma di carri al legorict. Ogni quartiere ne prepara uno in gran segreto e, se tutto andrà per il verso giusto, la promessa è di un Carnevale degno di Rio de Janeiro. Fulvio Milone

Persone citate: Burattino, Ciro Burattino, Diego Armando, Gennari, Gennaro Montuori, Maradona, Maradona I, Peppino Di Capri, Trussardi

Luoghi citati: Napoli, Sanremo