Eravamo ricchi (non lo sapevamo) di Stefano Lepri
Eravamo ricchi (non lo sapevamo) Eravamo ricchi (non lo sapevamo) ROMA — Era stata definita -la più lunga e grave crisi economica del dopoguerra-: ora si scopre che non lo è stata. Anzi, non c'era. Avevamo considerato quei due anni. l'82 e l'83. due consecutivi anni neri di riduzione del reddito per l'Italia: tutto sbagliato. La revisione delle statistiche porta a riscrivere la storia economica di tutti gli Anni SO e dà forse spunti per ripensarne la storia politica. E' questo il secondo, imprevisto frutto del ricalcolo dei conti nazionali, che ristai cominciò ad annunciare un mese fa. All'inizio, era sembrato soltanto che si trattasse di un mutamento di immagine; di rivelare una ricchezza che c'era ma non si conosceva: un po' come trovare in casa un pacchetto di banconote che si credeva di aver smarrito. Ora, siamo davanti a un maggiore arricchimento vero nel tempo, quasi a un piccolo guadagno insperato. Credevamo di aver arrancato a fatica, nei primi cinque di questi Anni 80. ritrovandoci nel 1985 con appena il 4,7% di reddito in più rispetto al 1980. No, un vigore inavvertito ci ha spinti a una crescita più solida: i'8. 2%. Quella dell'82- 83 non è stata una crisi recessiva prefonda, ma piuttosto una lunga stagnazione con alti e bassi, in cui accanto alla crisi della grande impresa ferveva non solo la vitalità del sommerso, ma già l'innovazione e la ripresa degli investimenti. «Gii anni di recessione sono scomparsi», dichiara il ministro del Bilancio, Pierluigi Romita, che ha Insistito perché 1 dati 1 ossero Inseriti in tempo nella, sua .relazione generale», approvata dal governo. Tendenziosa, un po' forzata questa riscrittura della storia? Il direttore generale dell'Istat. Vincenzo Sieste si mostra pronto a respingere tutte le obiezioni scientifiche, è insieme prudente: -La nostra economia ha marciato un poco più velocemente di quanto era stato misurato prima. Tuttavia non è cambiato il ciclo economico, perché i conti trimestrali, quando li avremo completati, riveleranno delle fasi di significativa caduta del prodotto'. Ma è cambiato il profilo del ciclo: il prodotto interno lordo (pil) non è mal arretrato per un anno intero. Non è ancora completo nei dettagli il rinnovo dei conti Istat: quando lo sarà, si faranno forse altre scoperte su investimenti, costo del lavoro. In tutti gli Anni 80. dice il ministro Romita. «la media dei maggiori incrementi del prodotto lordo è dello 0,6%.. La vecchia serie era questa: 1981. +02%; 1982, -0,5%; 1983. -0.2%; 1934, +2,8%; 1965. +2,3%. La nuova serie, prolungata tino all'anno scorso, è: 1981. +1.1%: Ì982. +0,2%: 1983. +0.5%; 1984. +3. 5%; 1985, +2,7%; 1986. +2,7%. Poggiati su questa base, appaiono più saldi i buoni risultati dell'anno 1986. argomento della .relazione generale» di Romita e Gorìa; anche se non ne occultano 11 punto nero. Il numero dei disoccupati che ancora aumenta. Inflazione al 6,1%, partite correnti con l'estero in attivo di quasi 7000 miliardi, investimenti in macchinari cresciuti del 4.7%. prodotto interno lordo prossimo ai 900.000 miliardi sono le cifre da vantare. E° stato il ribasso del petrolio ad aiutarci; ma ora è finito, e senza aver innescato una crescita vivace dell'economia internazionale. All'ottimismo sul passato, recente e no. fa riscontro una certa preoccupazione per il futuro. Romita condivide con Goria 11 timore che il minor impulso dall'estero possa creare del problemi all'Italia; ma, a differenza del collega del Tesoro, ritiene che basti premere sugli investimenti pubblici per mirare ancora all'ambizioso obiettivo di una crescita del 3.5% netl98f. Stefano Lepri
Persone citate: Goria, Pierluigi Romita, Romita, Vincenzo Sieste
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