STATI UNITI, DUECENTO LICENZIAMENTI NELLA PIÙ FAMOSA RETE TELEVISIVA di Furio Colombo

Trema l'impero delle notizie STATI UNITI, DUECENTO LICENZIAMENTI NELLA PIÙ' FAMOSA RETE TELEVISIVA Trema l'impero delle notizie La Cbs, che fu negli Anni 50 strenua avversaria del maccartismo, ha cambiato guida - «Punire l'arroganza dei giornalisti» - Il nuovo presidente, un impresario edile, «taglia i costi» cacciando voci illustri - Lettere di congedo a un redattore ferito sul campo e a un altro nel mezzo di una festa che ne celebrava il successo NEW YORK — Si è arrivati a questo. Ogni mattina uno dei giornalisti della Cbs, famoso per la sua abilità a mettere in versi le notizie, recita un poemetto contro i dirigenti della sua società. Spiega nelle sue poesiole che un management cieco sta «buttando via il bambino con l'acqua sporca», sta distruggendo la migliore azienda di notizie del Paese. D giornalista poeta — Charles Osgood — non è solo, anche se è il primo ad avere parlato direttamente dal microfono della rete per cui lavora. I suoi colleghi' più celebri hanno preso posizione «con tristezza e furore», come dice il loro numero uno Dan Rather. Rather è stato cauto, nei suoi commenti «in diretta», nella trasmissione della sera più seguita d'America, che lui dirige. Ma non ha rinunciato a dire, dopo l'ondata di licenziamenti voluti dalla nuova dirigenza: «Mancano stasera nella nostra trasmissione alcuni dei nostri migliori giornalisti e io, benché questo sia il mio lavoro, non saprei darvi la ragione della loro assenza. Posso dirvi che non lavorano più con noi». Dan Rather non è solo la voce più autorevole della Cbs. E' anche il più importante giornalista d'America, perché il suo programma, Cbs Èvening News, persino in questi giorni difficili è sempre al primo posto nel rating dei telegiornali americani. Rather è anche un uomo che guadagna due milioni e duecentomila dollari l'anno. «Di solito si sta zitti e si sorride evasivi quando si guadagnano cifre come questa», ha detto lo scrittore David Halberstam. Un certo coraggio Dan Rai ther lo ha avuto, pubblicando il 10 marzo sul New York-lì) mes un articolo intitolato «Da Murrow alla mediocrità». Ed Murrow t il giornalista divenuto famoso per la radiocronaca dal campo di concentramento di Auschwitz nel 1946, e per avere strenuamente combattuto l'attività della «commissione McCarthy» dai microfoni della Cbs negli Anni 50. La mediocrità, agli occhi di Dan Rather e dei giornalisti della Cbs, si chiama Lawrence Tisch, fa di professione il costruttore di immobili, è da pochi mesi azionista di maggioranza (24 per cento della Cbs) e ne è diventato la guida. Due strade Nel raccontare la storia della Cbs, l'impero tremante delle notizie americane, ma anche il bastione del liberalismo giornalistico, e l'unica rete televisiva al cui fianco siano disposti a schierarsi intellettuali e scrittori, si possono naturalmente seguire due strade. Una è quella dei dirigenti amministrativi, che devono tenere presente il conto economico dell'impresa, che hanno notato un calo della pubblicità del cinque per cento, e una continua diminuzione dei profitti. L'altra è quella dei giornalisti che vedono l'ascia dei licenziamenti abbattersi sulla parte «nobile» dell'impresa, e soprattutto sul settore di punta, il telegiornale della sera. Però l'una e l'altra storia si complicano, se si tiene conto che alle spalle, vecchia di pochi mesi, c'è una battaglia all'ultimo sangue condotta contro la Cbs da un giovane rivale, Ted Tumer, che ha cercato di conquistarne il controllo, e da una coalizione guidata dal senatore conservatore Jesse Helms, che intendeva «punire l'arroganza dei giornalisti» spingendo il suo seguito di cristiani fondamentalisti a comprare quante più azioni della Cbs fosse possibile. Le due manovre hanno spinto alle stelle il valore delle azioni Cbs. Ma l'unico strumento di difesa, per i dirigenti della Cbs a quel tempo, e stato di rastrellare le azioni dell'azienda per impedire di essere espropriati dai due ne¬ mici, un rivale professionale e un antagonista politico. La Cbs ha «vinto» ma a un costo altissimo. Ma se alle spalle c'è una delle tante vicende di hostile take over, che hanno dissanguato molti gruppi industriali in America negli ultimi anni, di fronte c'è la situazione di ansia e incertezza che riguarda il futuro di tutte le aziende di informazione. Per esempio, tutte e tre le grandi reti televisive continuano a perdere pubblicità senza che tecnici ed esperti sappiano offrire una spiegazione convincente per il fenomeno. L'aereo 007 Secondo i giornalisti della Cbs tutto è cominciato, però, in modo più misero e meno epico delle grandi vicissitudini che stanno scuotendo, o potranno cambiare, le aziende di informazione in America. Raccontano che a Natale il «presidente provvisorio» Lawrence Tisch e il nuovo direttore del settore notizie, Howard Stringer, hanno fatto un viaggio intorno al mondo con le loro mogli. A Roma e a Bangkok, a Londra e a Delhi le due coppie sono andate a visitare tutti gli uffici della Cbs. Racconta Rick Fredrickson, veterano del Vietnam, «anziano» del gruppo e, a quel tempo, corrispondente dalla Thailandia, che «le signore passavano ore in ufficio e continuavano a chiederci: "Ma voi non avete niente da fare?". Abbiamo spiegato che il flusso delle notizie rallenta sotto Natale, a meno che non ci sia un terremoto o un colpo di Stato, e che tutta quella gente che vedevano seduta in giro non era lì quando i russi hanno abbattuto l'aereo 007 della Korean Airlines e la Cbs è stata la prima a diffondere la nolizia». Rick Fredrickson è stato licenziato con tutto il suo staff, l'ufficio di Bangkok è stato chiuso. «Sulla logica del lavoro giornalistico hanno vinto due signore annoiate», ha concluso il reporter parlando a una assemblea di colleghi nella sede di New York della Cbs, detta La rocca nera" a causa del colore del grattacielo, ma anche con orgoglioso riferimento alla forza del gruppo. Quel giorno erano stati annunciati oltre duecento licenziamenti, tutti nel settore notizie. I giornalisti sostengono che stanno pagando manovre aziendali e finanziarie in cui non hanno avuto alcun molo, quelle che loro chiamano «le avventure degli altri». Tisch ha risposto: «Io non vi conosco neanche. Non ho mai visto nessuno di voi in persona, lo sono qui per tagliare i costi». Nell'assemblea dei giornalisti Cbs a New York sono circolate «storie di orrore», che sono poi filtrate sui grandi giornali. Un corrispondente dall'America Centrale è stato licenziato mentre gli facevano una trasfusione di sangue dopo essere stato ferito in uno scontro fra Contras e truppe regolari nel Nicaragua. Bob Comfiord, 53 anni, un mito alla Cbs perché era lui che aveva messo in onda il discorso di Martin Luther King «/ have a dream», e l'assassinio del presidente Kennedy, è stato licenziato mentre i colleghi brindavano al suo compleanno. Un messo con la lettera di licenziamento è stato mandato nella chiesa grecoortodossa di Manhattan dove stavano proclamando il corrispondente da Washington Ike Pappas «i/ greco americano che ha avuto più successo in 6/4 meriaa». «Il sventro ^reco{americano da questo momento fé senMfayQJp^MìróiaUBciato Pappas. «Ci sono ben altre storie e ben altre ragioni», scrive l'esperta di televisione Eleanor Randolph. Ricorda che se il vertice manageriale della Cbs si è indebolito nelle manovre finanziarie per resistere alle «acquisizioni ostili» e con il lancio di molti programmi sbagliati, il prestigio del setto- re giornalistico è stato offuscato dalla famosa causa intentata dal generale Westmoreland contro la Cbs. Il generale, che si riteneva diffamato da un documentario sul suo ruolo nella guerra del Vietnam, non ha vinto la causa. Ma non l'ha vinta neppure la Cbs, che almeno nell'opinione di una scrittrice americana non sospetta di essere «dalla parte del generale», Renata Adler, non ha detto la verità. Troppo grassi «Alla Cbs ci sono elementi di etilismo, di snobismo, una certa persuasione di essere speciali e di essere unici», dice un tipo nuovo di imprenditore televisivo, Stanley Hubbard, che crede ih un futuro di centri di informazione indipendenttT'e «siamo all'alba di una nuova televisione». «Basta dare un'occhiata all'organizzazione, agli staff e ci costi per vedere che si è accumulato del grasso, per capire che una buona azienda deve saper tornare agile e snella», dichiarano, usando la metafora dell'eccellenza fisica, gli esperti di organizzazione aziendale Coopers e Lybrand. assunti da Tisch per stabilire dove far cadere la scure. «Ma è stato colpito il valore più delicato», afferma il giornalsta della concorrente Abc James Walker. «La Cbs era un modello di lealtà. E' diventato un souk di voci, dicerie, malevolenze, vendette, ansie, sospetti. Anche senza discutere i programmi aziendali di Tisch, mi pare che questo gesto significhi la destabilizzazione di un'azienda». In questi giorni si dice che Lawrence Tisch stia con un occhio alla lista dei licenziamenti e con l'altro al movimento delle azioni Cbs a Wall Street. «Se vanno a 200, ven de. Poiché ha compralo un po sopra i 100 dollari per, azione, farà un buon affare». «Ma allora, - dicono i critici come Halberstam, tutto si spiega. E' una delle tante convulsioni generate in una buona azienda da coloro che se ne impossessano per spremere denaro, un episodio in più nella liquidazione della base industriale d'America». Tra il pessimismo eccessivo, quello di bandiera e l'orgoglio ferito dei giornalisti, gli esperti di aziende e le scuole di business avranno un caso esemplare da discutere, un caso di turbolenza aziendale fatta di accelerazioni e frenate, indebitamenti sproporzionati e licenziamenti precipitosi, con una curiosa mancanza di attenzione al prestigio e all'immagine. I nemici di Tisch continuano con passione ad agitare la storia delle signore che fanno il giro del mondo a Natale e da sole, nel tempo libero, si mettono a riorganizzare un'azienda. Fanno notare queste date. In dicembre, prima del viaggio, l'ufficio del signor Tisch ha approvato una pubblicità che ha fatto il giro dei giornali d'America. Era un orgoglioso messaggio di poche .parole: «Il grande giornalismo sono ì nostri giornalisti. Questa èia Cfcoboinf. In marzo la Cbs licenzia alcuni fra i nomi e i vola' più noti, personaggi che il pubblico si era abituato a identificare con i grandi eventi del Paese. Dice lo scrittore Jimmy B -slin: «Okey, Lawrence Tisch ha molto danaro. Ma per guidare un'impresa non si può avere solo danaro». Furio Colombo New York. Il noto «anchor man» Walter Cronkite alla testa dei redattori della Cbs in corteo di protesta