Ricco da far paura

Ricco da far paura Ricco da far paura Milan e delle tv private ha preso nell'immaginazione popolare il posto di Bonaventura, che collezionò nella sua vita miliardi con le buone azioni e a un certo punto era «ricco ormai da far paura». Stanco di far miliardi per ogni vecchietta che aiutava ad attraversare la strada. Bonaventura decideva di beneficare gli altri, come Berlusconi. Quello che seduce la gente nelle vicende televisive e calcistiche di questi giorni (Baudo, Carrà, Gullit, Van Basten) non è la figura dei famosi comprati e venduti, quanto il potere d'acquisto di Berlusconi. E' evidente che i miliardi vengono da un passato favoloso di buone azioni, non dall'attività televisiva (pur col canone, la Rai è sempre in rosso), men che meno dall'attività calcistica (con tante società costrette al dissesto). Sono miliardi immateriali e inesauribili, se non da Bonaventura arrivano dalla banca di Paperopoli o da quel grande deposito a forma di parallelepipedo in cui Paperone tiene stivati i suoi liquidi, qualche fantastiliardo più o meno. Cosi si capisce che le prede vacillino sotto l'offerta spropositata, dieci miliardi qui, sette là, due miliardi di rimborso spese, quattro di ingaggio.

Persone citate: Baudo, Berlusconi, Carrà, Gullit, Van Basten