I comunisti agganciano la crisi di Marcello Sorgi

I comunisti agganciano Iti crisi Natta: «Il fallimento di Andreotti equivale al funerale della formula a cinque» I comunisti agganciano Iti crisi ROMA — Un sorriso cosi, da tempo non si vedeva sul viso di Natta. Nel giorno più difficile della crisi, il pei ricomircia a sognare, vuole rientrare in gioco e vede il desiderio più vicino alla realtà. Dato tante volte per morto. 11 pentapartito versa davvero in difficoltà. Venuto al Quirinale per celebrarne .il funerale', Natta ha sentito lo stesso De Mita ammettere che un governo a cinque non è dietro l'angolo. De e pri schierati contro i referendum, liberali indecisi, socialisti e socialdemocratici su un fronte referendario che parte dalla maggioranza e arriva all'estrema opposizione: la situazione non s'era mai capovolta cosi, fino a disegnare quasi una maggioranza alternativa. .La nostra proposta parte da qui — ha spiegato ieri Natta all'uscita dalle consultazioni con Cossiga — il tentativo di ricostituire un governo pentapartito è fallito e non ce ne possono essere altri se si vuol tenere conto dei fatti. Al Presidente della Repubblica abbiamo propo- II pei tenta dì inserirsi nella frattura creata dai referendum fra i partiti della disciolta maggioranza - I socialisti sono scettici - Ma Spadolini ha chiesto un incontro con il segretario comunista sto di verificare se è possibile formare un governo che garantisca i referendum e garantisca, portando a compimento la legislatura, di affrontare i problemi più urgenti che stanno di fronte al paese*. Detto cosi, all'inizio di un giro di consultazioni che viaggia nella nebbia, è parso un sogno più che un obiettivo reale. Ma davvero il pei può pensare di realizzare in un sol colpo l'uscita dall'isolamento a cui lo ha costretto il pentapartito e un rapido passaggio all'alternativa? Anche Natta ammette che è difficile. .Per ora — spiega il segretario comunista — ci proponiamo di verificare se ci sono interlocutori disponibili*. -Partiti come il psi e il psdi stanno giocando tutto sui referendum — aggiunge il senatore Emanuele Macaluso, portavoce della segreteria del pei — noi vogliamo vedere fino a che punto sono disposti ad andare avanti*. Più che una «accelerataverso l'alternativa, è dunque un tentativo di agganciare la crisi, con una scommessa e una ipotesi subordinata. La scommessa è che stretto da una pressione forte della de e all'uscita da quattro anni di affermazioni nel governo. Craxi alla fine scelga di giocare «a sinistra»: .11 psi deve scegliere — spiega 11 presidente dei senatori comunisti Ugo Pecchioli —: aver ridotto tutta la vita politica allo scontro fra due partiti or- verifichi personalmente se la prospettiva di un governo sostenuto da una maggioranza per i referendum è realizzabile, e in caso contrario proceda allo scioglimento delle Camere. .Altri sbrodolamenti non sono tollerabili — insiste Pecchioli —:• il Presidente deve tirare le sue conseguenze*. Se invece il Capo dello Stato fosse disponibile, nei piani del pel c'è anche l'Identikit del possibile «esploratore»: una «personalità al di sopra delle parti» (come Norberto Bobbio o l'ex governatore della Banca d'Italia Paolo Baffi); un'alta carica Istituzionale (e avrebbe il senso di un grande riconoscimento, per il pei, un incarico alla Jotti); oppure, come preme qualcu¬ Alessandro Natta mai non gli frutta più*. La subordinata sono le elezioni. Cossiga, chiedono 1 comunisti, se non vuole compiere questo accertamento con un incarico e una serie di consultazioni, no dall'interno del partito, un mandato esplorativo allo stesso Natta, leader del secondo partito italiano. L'obiettivo finale lo spiega il direttore dell' Unità Gerardo Chiaromonte: .Una nuova maggioranza e un nuovo governo che per la sua composizione, per gli uomini che ne faranno parte dia a tutti gli italiani una garanzia democratica*. Ma a giudicare dalle prime reazioni non sembra che la proposta del pei sia destinata a fare molta strada. Per prima cosa mancano 1 numeri: la somma del deputati comunisti (177), socialisti (74), socialdemocratici (22), radicali (9). demoproletari (7) e della sinistra indipendente (20) non fa maggioranza: sono 309, ce ne vorrebbero almeno 316. E' poi scettico (per non dire contrarlo) il principale interlocutore, il psi. Martelli ha ripetuto altre volte che i socialisti «non hanno alcuna convenienza a passare da una posizione rilevante nella maggioranza a una subordinata in minoranza*. E ieri all'uscita dal Quirinale ha subito tagliato corto: *Noi abbiamo una posizione diversa da quella di Natta. Fin dall'inizio di questa crisi abbiamo parlato di soluzioni nella continuità dell'azione di governo di questa legislatura*. Sostanzialmente questa è la posizione del psdi, che non entrerebbe in un governo senza il psi. Per Altissimo (che non è fra 1 destinatari della proposta, ma è fra i promotori del referendum) *l'idea di un'alternativa non va nella direzione della stabilità*. Pannelli pensa piuttosto a un governo di laici con un appoggio esterno del pei: •L'approccio del pei è diverso, ma non distante dal mio*. Capanna vuole un esecutivo che faccia 1 referendum ma poi vada a elezioni. Stranamente gli unici che sembrano interessati dalla proposta del pei sono 1 partiti non referendari. Spadolini, per saperne di più, ha chiesto a Natta un incontro. De Mita ha valutato l'iniziativa comunista con i suoi collaboratori: «Cosi com'è non è seria — ha detto il segretario democristiano —: le maggioranze si formano se c'è un accordo politico su un programma, non su un unico punto di incontro e in presenza di tante diversità. Questa proposta potrebbe servire se facesse chiarezza, convincendo il psi a scegliere. I comunisti ci provano, difficilmente ci riusciranno. Per ora confermano soltanto di essere in piena crisi.*. Marcello Sorgi

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