Andreotti, il velenoso addio al psi

Andreotti, ii velenoso oddio cai psi Andreotti, ii velenoso oddio cai psi ROMA — Più che un addio è stata una vendetta, l'ultimo colpo solitario prima di uscire di scena. Giulio Andreotti l'ha consumata impassibile, com'è nel suo carattere. Alla de, che davanti alle risposte dell'esecutivo socialista voleva chiudere subito la partita, ha chiesto ancora un giorno. Al psi, che lo incoraggiava a continuare, ha lanciato un'esca, pronto poi a scaricargli addosso 11 peso della rottura. 'Voi non dovete pensare che io mi illuda — ha detto alla delegazione democristiana — i margini sono stretti. Io so che è un brutto segno quando in quindici giorni non si riesce nemmeno a organizzare un incontro collegiale Martedì sera a Piazza del Gesù l'impazienza era al limite. De Mita accusava i socialisti di 'Conti¬ nuare con le furbizie'. Mancino misurava parola per parola 11 documento uscito dall'esecutivo del psi. C'era già aria dì rottura. Eppure, insisteva Andreotti, se rompiamo sui referendum c'è il rischio di apparire come partito che vuol negare agli elettori 11 diritto di esprimersi. Da qui nasceva la proposta di un referendum consultivo. De Mita la introduceva. Martinazzoli, il primo ad accennarla, la spiegava. Andreotti se ne impadroniva. E diventava questo il perno della nuova trattativa con il psi. Al quale, proprio all'uscita da Piazza del Gesù, Andreotti chiedeva formalmente un «chiarimento». I referendum, cosi come continuava a presentarli l'esecutivo socialista, potevano apparire 'Capziosi'. C'era o no lo spazio per un accordo diverso? L'intesa con la de restava fondata su tre punti: accertamento rapido; impegno del psi ad approvare le leggi sostitutive dei referendum e a sostenerle in Parlamento con la fiducia anche contro l'ostruzionismo. Con questa carta in mano Andreotti ieri mattina ha chiesto un incontro a Craxi. Il leader socialista ha subito schivato. Prima, nel corridoi del Campidoglio (dove si celebravano i trent'anni dell'Europa comunitaria), ha evitato di trovarsi vicino ad Andreotti. Poi lo ha ascoltato per pochi minuti: «Se vuoi — ha tagliato corto — parla di questa proposta con la delegazione del psi. Non sono io da solo a decidere'. L'incaricato non se lo è fatto ripetere: ed ha convocato per il pomeriggio il vertice del psi. Cosi facendo però ha Insospettito De Mita. L'incontro non era nel patti; la rottura ormai data per scontata. E non aveva dato esiti migliori un successivo colloquio di Forlanl con Craxi. Certo 11 timore di un imprevisto allungamento della crisi non ha varcato la soglia di Piazza del Gesù; ma qualcuno ha visto Evangelisti, il braccio destro di Andreotti, salire e scendere le scale della sede de più di una volta. Al mattino, per confermare — sembra — l'appuntamento già preso da Andreotti con Cossiga; al pomeriggio per riferire l'esito dell'Incontro con 1 socialisti. A quel punto la rinuncia era questione di minuti. Ma ai socialisti Andreotti non ha affatto dato la sen. sazione di stare per dimettersi. Ha discusso con loro in tono pacato, ha accettato gli • incoraggiamenti», ha quasi concordato 11 tono della dichiarazione di Martelli all'uscita, che dava per scontata l'intenzione di proseguire nel tentativo di formare un governo. «Si poteva pensare che Andreotti fosse all'ultimo metro della pista — ha commentato ignaro il capogruppo del psi Lagorio — invece non è cosi'. Un'ora dopo la vendetta era compiuta ed Evangelisti, alla Camera, annunciava soddisfatto: «La colpa è del psi. Il referendum consultivo era una proposta seria. I socialisti potevano aderire e non lo hanno fatto-. il velenoso addio di Andreotti è finito cosi. Perché lo ha fatto? Forse, come dicono i suoi amici, Andreotti non ha mal perdonato a Craxi la «promessa» non mantenuta della staffetta. Forse, come spiegano 1 democristiani, ha trovato il modo di evitare di essere la prima vittima illustre della crisi. 'Dopo Andreotti — ricorda il vicesegretario della de Enzo Scotti — non ci sarà un altro democristiano. La vera vittima di questa crisi è il pentapartito: 'Andreotti — insiste il capogruppo Mino Martinazzoli — ha dimostrato che la crisi supera la sua persona. Ma davvero Andreotti in questa crisi ha temuto di soccombere? A sentir lui non sembra: «Da trent'anni mi descrivono sul viale del tramonto — racconta sempre — è un viale lungo e bello. Dio me lo conservi'. Marcello Sorgi Ha scaricato sui socialisti la responsabilità della rottura nelle trattative per il governo ^ , [ , .- , , -, ... ■ - —

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