Legislature dimezzate di Giovanni Trovati

Legislature dimezzate Storia di quattro crisi di governo (72,76,79 e '83) concluse col ricorso anticipato alle urne Legislature dimezzate Nessuno si sente di escludere che anche questa nona legislatura si concluda prima del termine. E sarebbe la quinta volta consecutiva. I partiti, ad eccezione del movimento sociale, continuano a ripetere ufficialmente di essere contrari al ricorso anticipato alle urne, di fatto vivono in clima pre-elettorale. Anche se l'ultima parola spetta a Cosslga, mai un Presidente della Repubblica ha potuto imporre la propria volontà a una maggioranza politica. Non voleva le elezioni anticipate Leone, non le voleva Pertini. e l'uno e l'altro dovettero cedere, pur avendo concezioni diverse del loro ruolo. Per Leone il Capo dello Stato era il notaio di quanto esprimeva 11 Parlamento, quindi del partiti; Pertini ha personalizzato la carica presidenziale cercando di sganciare i suoi poteri dalle proposte governative e partitiche assumendo una «vocazione politica», come osservano alcuni costituzionalisti. E rientra In questa «vocazione» anche l'avvertimento espresso dopo le elezioni rtel 1983 che per il resto del suo mandato non avrebbe più sciolto le Camere, convinto di dover frenare quella che riteneva una tendenza del partiti di inserire le interruzioni delle legislature nel giochi tattici. Ma era un avvertimento che non poteva andare oltre le buone Intenzioni. Una volta che i partiti abbiano deciso per le elezioni anticipate, al Capo dello Stato non rimane che l'autonomia della scelta di chi deve gestirle: se 11 governo dimissionario (nella situazione attuale quello di Craxi) o se un nuovo governo che sarà bocciato in Parlamento. La contesa oggi è tra socialisti e democristiani. Non ci sono indicazioni di comportamento. Negli Stati moderni solo una parte, e non la maggiore, delle norme costituzionali sono desumibili dalle disposizioni scritte nelle Costituzioni. Le elezioni anticipate del '72 e del '79 hanno visto due governi Andreotti costituiti ad hoc. Non c'è il due senza il tre? Le altre Invece furono gestite dagtt_ stessi ,goyentf. che si erano dtlme'Bst iifn tao? nocolore <tt;M«w.«e}: an quadripartito di Fanrahl. Colombo si era dimesso il 15 dicembre 1971 per il ritiro dei repubblicani dalla coalizione a quattro di centrosinistra. Leone aveva ridato l'incarico a Colombo, poi. di fronte al suo insuccesso e al rifiuto di Rumor e di Taviani, si era rivolto a Andreotti. Neppure Andreotti riusciva Mai un Capo dello Stato ha potuto imporre la propria volontà a una maggioranza politica - Né Leone né Pertini volevano le elezioni anticipate, ma dovettero cedere - Quale governo gestisce la crisi a coagulare una maggioranza e Leone si arrendeva all'ipotesi di sciogliere il Parlamento. (Ma quale governo avrebbe gestito le elezioni? Colombo fece sapere che spettava a lui con il vecchio governo. Andreotti si propose con un monocolore. Quasi tutta la de si schierò a favore del monocolore; contro insorsero Donat-Cattln e Moro. Cosi Moro argomentò 11 suo convincimento: «... una cosa è operare al fine di consentire che in una legislatura un governo, non avendo dinanzi immediate scadenze, affronti i gravi problemi del Paese, altra cosa e ben diversa è avviarsi a una vera rottura, a una lotta di tutti contro tutti.. Andreotti replicò nel suo discorso programmatico in Senato: il monocolore, disse, è la formula la più 'politicamente omogenea' per 'Consentire veramente un chiarimento di fondo che dia modo di riavvicinare tutte le forme politiche e democratiche sema di¬ scriminazione e non di disperderle attraverso logoranti polemiche o organiche incertezze'. Bocciato con 158 no contro 151 si Andreotti non si presentò alla Camera, e Leone il 28 febbraio 1972 sciolse il Parlamento. Era la prima interruzione di legislatura del dopoguerra. La vocazione politica di Pertini si manifestò nella crisi della primavera 1979 che portò alla terza interruzione. Era caduto 11 governo Andreotti di unità nazionale, perché Berlinguer chiedeva che 1 comunisti non fossero più tenuti nel limbo della maggioranza parlamentare, ma entrassero a pieno titolo nell'esecutivo. Oli altri partiti non se la sentivano di accettare. Per uscire dalla situazione di stallo, Pertini tentò una soluzione laica incaricando La Malfa. Craxi, segretario del psi, pose la condizione che nel governo entrassero indipendenti di sinistra, almeno come tecnici La de si di¬ chiarò pronta ad appoggiare La Malfa, purché nel governo non vi fossero comunisti • né veri né camuffati'. Andreotti con una tempestiva intervista osservò che il ricorso alle urne era preferibile «a governi confusi, forieri di vicine crisi». Nella stessa intervista esprìmeva riconoscimenti al pei. La Malfa si ritirò e Pertini pensò di affidare l'Incarico a Saragat. Appena l'intenzione trapelò dal Quirinale e prima che fosse formalizzata, Zaccagninl, segretario della de, subito annunciò 11 veto. Allora Pertini convocò Andreotti, La Malfa e Saragat: al primo conferì l'incarico, gli altri due avrebbero dovuto essere vice presidenti del Consiglio. Saragat non accettò, perché voleva nel governo gli indipendenti di sinistra. Accettò La Malfa, ma due giorni dopo il giuramento, la notte di venerdì 23 marzo, fu colpito da emorragia cerebrale e In breve tempo mori. Andreotti si presentò al SUBITO DOPO LA RINUNCIA Roma. Giulio Andreotti lascia il Quirinale dopo la rinuncia a formare il governo (Ansa) Senato con un tripartito (de, psi e psdl) ed il 31 marzo fu bocciato per un sol voto: esito a sorpresa, perché non prevedeva 11 rischio di ottenere la fiducia, avendo dichiarato nel discorso programmatico: >A questo governo non sembra stiano per andare qui in Senato i richiesti sostegni'. E Pertini •addoloratissimO' sciolse le Camere. Le altre due elezioni anticipate, come abbiamo detto, furono invece gestite dagli stessi governi che si erano dimessi, quello di Moro nel '78 e di Fanfanl neU'83. il quarto governo Moro (dc-pri con l'appoggio del socialisti e del socialdemocratici) era caduto per un articolo scrìtto da De Martino, segretario del psi sull'Avanti! del 31 dicembre 1975. Allora bastava un articolo. Scrìveva De Martino: 'Siamo finiti al punto che il governo agisce e opera con palese disprezzo delle nostre posizioni, mentre non manca di fare riverenze al pei'. De Martino non si nascondeva 11 rischio che un'eventuale crisi sfociasse in elezioni anticipate, ma riteneva che non fossero • la sola possibile via di uscita'. Contro la crisi si schieravano con liste repubblicane, ma Moro si dimetteva. Leone affidò di nuovo l'incarico a Moro, 11 psi promise dapprima l'appoggio esterno poi un semplice avallo. All'orizzonte c'era la legge per l'aborto, si aggravava la crisi economica, troppe aziende chiudevano, 1 sindacati proclamavano lo sciopero generale per non lasciare il Paese allo sbando. Moro formò un monocolore di emergenza a termine l'il febbraio e passò con 1 voti democristiani e socialdemocratici, l'astensione dei socialisti, repubblicani, liberali. Per frenare la discesa della lira si chiusero i mercati ufficiali dei cambi, si minacciò il carcere a chi esportava capitali. La benzina fu portata a 350 lire con la prospettiva di un secondo balzo a 500 lire. All'Italia dis- san guata la Cee concesse un prestito. Si tennero 1 congressi del psi, del psdi, della de, e mentre Infuriava 11 terrorismo scoppiò il caso Lockheed. Dall'America arrivava la notizia che vi era implicato un primo ministro: Leone, Moro, Rumor si dichiararono estranei, Leone sollecitò l'Inquirente a concludere le necessarie indagini. La Camera si lacerava nel voto dei primi articoli per l'aborto. il psi tornò alla carica: o un «vero» governo di emergenza o elezioni anticipate. Moro il 28 aprile annunciò alla Camera le dimissioni, il 30 Leone sciolse il Parlamento dando Incarico al governo dimissionario di gestire le elezioni. Fu nel 1983 l'ultima Interruzione di legislatura. Dopo lo Spadolini-bis nel dicembre '82 Fanfani aveva formato un quadripartito con de, psi, psdl e pll. Ma ben presto il psi si dimostrò Insofferente: mosse l'attacco Formica chiedendo la fine della 'lunga agonia'. Segui Craxi con un'Intervista alla stampa dicendo che era impensabile 'entrare in campagna elettorale a maggio (amministrative parziali) per uscirne a settembre: Fanfani annunciò le dimissioni in Senato con un elogio al proprio governo, senza però accusare i socialisti, preoccupato di non accrescere i contrasti. Pertini ricorse a Merlino, presidente del Senato, per un incarico esplorativo che falli In ventiquattr'ore: allora troncò ogni Indugio, il 4 maggio sciolse 11 Parlamento e affidò al quadripartito di Fanfani l'Incarico di gestire le elezioni: due giorni dopo un collasso portò a morte Morllno. Durante la campagna elettorale i socialisti rivendicarono Palazzo Chigi. E l'ottennero. I quattro casi ricordati dimostrano che 11 Capo dello Stato può scegliere il governo che gestisce le elezioni, ma non può salvare la legislatura quando la maggioranza del partiti decide che si debba andare alle urne. Lo stesso proposito di Pertini dell'83 .Adesso basto» non aveva un sostegno costituzionale. Ha scrityb;^,ttffl|$o-; "lò'go inglese Herman inrier [.(citato da Oiove^:8a«óJW): •La funzione di rappresentante l'interesse nazionale, che una volta era attribuita al sovrano e successivamente passò al Parlamento, è ora adempiuta dai partiti. Il partito è davvero re-. Noi possiamo dire: i partiti sono davvero i capi della Repubblica. Giovanni Trovati

Luoghi citati: America, Italia, Merlino, Roma