Michelangeli: «Pianoforte nemico mio »

Michelangeli: «Pianoforte nemico mio » Parole e vita a Londra del musicista più appartato e segreto che sabate darà l'ultimo concerto Michelangeli: «Pianoforte nemico mio » Alloggia nella capitale inglese in un appartamentino con tende speciali - Lo seguono la fedele segretaria-assistente, un medico e l'accordatore personale - Anche qui ha portato i suoi due strumenti a coda, su entrambi prova per ore, insoddisfatto - Dice: «Queste sono macchine infernali» LONDRA — Sabato 28, Arturo Benedetti Michelangeli Si esibirà nell'ultimo del suol tre concerti londinesi, un recital che comincia con la sonata di Chopin, la Marcia funebre, e prosegue con musiche di Debussy e Ravel. Sono arrivate 10 mila richieste di biglietti al Barblcan e, al concerto di domenica 22, decine e decine tra milanesi e torinesi erano venuti solo per lui. Inoltre, vi era il Gotha musicale di Londra — da pianisti a direttori musicali, studiosi, ex allièvi — e ciò perché 1 tre concerti londinesi sono gli unici che Arturo Benedetti Michelangeli dà quest'anno. Non uno di piti. -Li avremmo potuti vendere dieci volte», commenta ìa manager della London Symphony Orchestra che ha accompagnato il grande pianista in due del concerti. Probabilmente Michelangeli tornerà a Londra tra due anni per suonare con la stessa orchestra. L'anno scorso si esibì In un solo concerto a Bregen. Da Milano arrivarono milleduecento persone. Arrivano per vedere il Mito, lo straordinario pianista che con le mani lunghe crea suoni elettrizzanti, per essere in presenza di questa personalità che sconvolge, emoziona. Eppure lui, nel camerino che ha fatto sbarrare ad ammiratori e conoscenti, amici ed ex allievi, modestamente commenta a chi gU dice che la sua interpretazione è stata straordinaria: -Ah. la musica è così bella/.. In effetti quest'uomo dall'anima contorta, che detesta le folle, che si rinchiude In se stesso cercando la perfezione, dando 11 massimo in modo ogni vol- EtorModesto di fronte alla 'musica. Si sente solo un interprete, un servo di fronte ad «una musica cosi bella, che sente di non poter rendere. E' anche perpetuamente irritato con 1 suol due splendidi pianoforti che viaggiano sempre con lui. Prova, studia su tutti e due: quattro ore sul primo, quattro sul secondo. Poi ritorna per altre due ore sulla prima tastiera e, sempre preso da dubbi, altre due sull'altra. Solo all'ultimo momento decreta quale sarà lo strumento che verrà usato per il concerto, quella «cosa» che sta tra lui e la musica e che quindi e quasi un imbarazzo: «/ pianoforti, quéste macchine infernali», commenta. Arriva non solo con 1 due pianoforti ma circondato da un piccolo drappello. C'è lina signora francese, tipo carabiniere che, difendendolo dagli intrusi, lo divide da tutti i suoi ex allievi (Benedetti Michelangeli diede molte lezioni nel passato, né si fece mal pagare). C'è Franco Fabbrlnl, il suo tecnico, l'accordatore che deve stargli al fianco sempre, e c'è 11 suo medico. Non è capriccioso Benedetti Michelangeli, cerca'il perfezionismo e quindi non è mài contento si sé; in effetti non darebbe mai un concerto pubblico se non fosse che ha bisogno di guadagnare ogni tanto; probabilmente è povero, dato che di concerti ne dà pochissimi, di registrazioni ne fa ancor meno, le lezioni non le fa pagare e, comunque, non ne dà piti. La sua salute non eccelle, è stato malato e si vede.. È' sempre stato un uomo gracile con quel suo aspetto che sta fra l'allampanato Nicolò Paganini e Llszt, al quale somiglia di profilò in modo sorprendente. Il suo è un profilo triste, giallo e, mentre suona, non muove che le mani, non un cenno sulla bocca (gli è solo uscito un pallido sorriso al suono delle ovazioni). I baffi sono bianchi, le mani lunghissime dominano 11 corpo quasi rinchiuso in se stesso e riflette una mente in continuo lavorio. Benedetti Michelangeli, che si rifiuta di dare alcun cenno biografico anche nel programmi di sala, è nato a Brescia — dove ha tuttora una moglie — 67 anni fa. Dopo Arezzo Insegnò a Bolzano ma ormai vive in Svizzera da vari anni. Con l'Italia ha del suoi crucci di natura fiscale: è un peccato che uno dei suoi piti grandi figli — anche se fra 1 piti scorbutici — non venga onorato-nella sua patria. Anche se lui, Imbronciato, guarda vagamente fuori dal camerino e dice: 'Scappo via dall'Italia per non vedere i milanesi e me li ritrovo tutti qua». Studia sempre, dorme, non mangia. A Londra alloggia in un appartamentino. In albergo, mai. Ha bisogno di tende speciali. Scontroso, si fida di poche persone. Benché il suo direttore d'orchestra preferito sia Celibidache, per 1 due concerti (11 quinto di Beethoven ripetuto due volte in due esecuzioni molto diverse) ha scelto l'Inglese Colin Davis. Il quale, poveretto, durante il concerto di domenica era letteralmente piegato sulla tastiera e quasi non guardava l'orchestra. Perché Michelangeli è imprevedibile: »Fa questi scatti unici che non ci si aspetta. Dei forti, dei piano improvvisati», spiega una musicista. Michelangeli tiene il pubblico in enorme tensione, ma anche l'orchestra che non stacca gli occhi dal Mito. •E' come se fosse solo con il suo pianoforte — ha commentato 11 primo violino — cercando di avere il massimo dalla strumento. Invece passa le ore ih lotta con i suoi due pianoforti a coda, parlando malissimo di loro, maledicendoli per quello che non possono dare. In effetti è se stesso che vitupera per quello che credè di non poter dare e che invece, straordinaria carismatica presema, da a piene mani».. Gaia Servadio Michelangeli a Londra ha deciso di dirigere con Colin Davis