Sfila la Venere tascabile

Siila la Venere tascabile À Parigi gli stilisti insistono con la gonna sopra il ginocchio Siila la Venere tascabile Tarla/zi ha dedicato la collezione alla donna-bambina - Le ragazze di Coveri con lunghe gonnellone plissé, un breve volant in fondo, completate da giacchine sciolte PARIGI — Se le ragazze prenderanno per oro colato la moda che sfila in questi giorni nei soliti padiglioni alla cour carrée del Louvre, il prossimo inverno ne vedremo delle belle. La cortezza estrema appare la regola. Gli stilisti della moda pronta hanno abbracciato con entusiasmo, con allegrìa, l'Idea del corto lanciata a gennaio dall'alta moda d'estate: è come una vertigine a suom di asimmetrìe e di volumi scorciati e gonfiati, che non si sa da cosa rifugga o voglia liberarsi, che non si risolve in vessilli sexy, a parte poche eccezioni, ma scorcia e taglia, attilla ed esaspera una femminilità acerba, bambolesca, impertinente. Non per nulla Angelo Tarlazzi, uno degli italiani che, come Enrico Coveri, Valentino e Cerniti, sfilano da anni a Parigi, ha dedicato la sua collezione alla donna bambina. Indossatrici di statura media, ragazzine tipo Venere tascabile: una sola lunghezza per la gonna, molto al di sopra del ginocchio, una passione assoluta per il jersey elasticizzato, le lane che sul corpo si tendono come una guaina. Ritorna la baby doli in mantello corto corto, ricco, i bottoni d'oro; si diverte un mondo ad apparire nera sul dorso, cammello davanti nei suol cappottini trapezio. Figuriamoci con un pulì nero rivelatore del busto e la gonna plissé, irrigidita nel suo jersey giallo e nella sua cortezza, da stecche di balena. Come alla rivista o al cabaret, scendevano fra il pubblico, per ritornare alla "cabine", le bambine insolenti in mlnlpull a frange sul body in satin elastico bianco, in redingotes a vita strizzata e in altro satin capitonné come i divani, in abiti a gonna sospesa al petto, svasata e aperta ai quattro venti su un ribollire d'organza a pieghe. Pronte queste lolite a mascherarsi: ora infilandosi in un completo maschile purché sottratto al fratello maggiore, largo, quindi, lungo comprese le maniche abbondanti, ora in un abito da abate, naturalmente cortissimo ma plissé, senza di mentleare un ampio cappello ecclesiastico. Hanno tutto il tempo di scorrazzare in calze gessose e scarpette in vernice da collegiale, prima che venga sera con gli abiti da colombina o 1 pulì esigui, le gonnelle ultracorte, intrecciate come un turbante. Meno male che c'è Coveri. In nome dell'ecologia e della freschezza, le sue ragazze arrivano in passerella in bicicletta, addentano mele rosse e mele verdi, come i toni dei loro scozzesi gaiamente rivisitati: lunghe gonnellone plissé, appena un breve volant in fondo, completate da giubbotti o giacchine sciolte, altre gonne più corte e tese, unite a giacchette all'inglese. Corto con saggezza, piccoli effetti godè, anche nei mantelli confortevoli, un po' trench. un po' redingote, in mohair, in mouflon melange nel toni caldi dell'autunno. Bruciato, giallo senape, ma anche un verde sottobosco cosi riposante eppure intenso nelle giacche, la ricchezza raccol¬ ta sul dorso da una piccola cintura da gilè maschile d'una volta. Novità da Coveri in tema paillettes, suo motivo dominante: le paillettes isolate, giganti sono diventate ornamento, dislocate come dischi opachi sulle tute marron o grigie, dorate come monete sulle calze, argentee nei capelli e nel bijoux. Anche se minute e brillanti, color oro vecchio, rame e bronzo formano, lavorate a mano dalle magliaie fiorentine, pulì e cardigan d'una sera in marron. Dopo tante lolite perverse e collegiali sfrenate, finalmente una donna nella splendida collezione di Montana, la prima a venir realizzata in Italia da quando lo stilista è entrato a far parte del Gruppo Finanziario Tessile; Montana dimostra in centoquaranta modelli che si può scorciare le gonne, togliere l'imbottitura alle spalle, gommare le maniche sull'avanbraccio, arrotondare 1 fianchi per celebrare il fascino degli Anni 50 e costruire intanto una linea rigorosa, nitida, dalla femminilità espressa e austera, al di là dei colori freddi, il beige, il lavanda o acidi come il verde assenzio. Le spalle dolci e naturali si espandono grazie a colli immensi, a corolla, a igloo, che alzano fino alla nuca 1 mantelli a uovo sul pulì di cachemere e la gonna breve appena mossa da un'inafferrabile "tournure". I trenches corti e rotondi assottigliano la vita senza strizzarla, le giacche lunghe che valorizzano 11 fianco possono persino dimenticarsi della gonna per la calzamaglia e gli stivali, senza peccare di incongrue cortezze. Gran ritorno invece del blouson e dei pantaloni Alcuni superano in bellezza le gonne a corsetto: sono 1 pantalon-gueplères, che svasano In alto raccogliendo il seno e prestano alla donna di Montana e al suo omaggio al new look, uno scatto avveniristico. Lucia Sollazzo Parigi. Gonna decisamente sopra il ginocchio, spalle alte e ampio decolleté per l'abito da sera in velluto verde di Enrico Coveri

Persone citate: Angelo Tarlazzi, Coveri, Enrico Coveri, Lucia Sollazzo

Luoghi citati: Italia, Montana, Parigi