Le stalle che camminano

Le stalle che camminano Le ha inventate un agricoltore calabrese aiutandosi con il computer Le stalle che camminano Sono strutture metalliche che possono ospitare fino a sei animali - Le mucche stesse le fanno avanzare sui prati, con spostamenti lenti e rettilinei - Uniscono i vantaggi della stalla e del pascolo: l'animale, protetto dalle intemperie, può brucare direttamente l'erba NOSTRO SERVIZIO COSENZA — Arrivano le «lumucche», le mucche con la casa addosso. Rinchiuse in una stalla semovente, pascolano e riposano sul prato sotto lo sguardo vigile di un «cow-boy» elettronico. L'allevatore programma l'ora dei pasti e la quantità di foraggio fresco; il computer sveglia gli animali e controlla gli spostamenti del recinto. L'idea della stalla che cammina è di un agricoltore calabrese, Gianni Fazio, napoletano d'origine, 56 anni, agronomo col pallino di Archimede. Fazio dirige una azienda agricola a Scalea, sull'alto Tirreno cosentino: duecento ettari tra foraggi, ortaggi e grano; una piccola oasi di verde in un mare di cemento, dove una volta regnava rigoglioso il cedro, oggi in coma. La «stalla-pascolo» è costituita da una struttura metallica dalle forme simili ab una stalla tradizionale e può ospitare fino a sei animali. Sono le mucche stesse a farla avanzare sul prato. Oli spostamenti, lenti e rettilinei, sono controllati da un dispositivo elettronico che pilota un circuito idraulico collegato a due slitte. L'energia per far funzionare il tutto è fornita da una batteria tenuta sotto carica da un pannello solare a celle fotovoltaiche. Nel recinto, infine, trovano anche posto abbeveratoi, distributori di mangime (per integrare 11 pasto fresco) ed altri attrezzi per la cura e l'igiene degli animali. «Con il mio sistema — spiega Fazio — i vantaggi della stalla e del pascolo si sommano. L'animale, protetto dal caldo e dalle intemperie, bruca direttamente l'erba (con tuta i benefici in fatto di digeribilità e vitamine), e può dissetarsi a volontà. Non si falcia più, quindi, né si trasporta il foraggio o si riempiono le mangiatoie. Grazie all'avanzamento programmato, inoltre, il pascolo è sfruttato al massimo e non viene danneggiato dal calpestio e dagli escrementi'. Dice ancora Fazio: «Le deiezioni lasciate sul prato "rasato" dagli animali, a mano a mano che le stalle avanzano, costituiscono una concimazione naturale ed abbondante per il terreno. Niente più uomini e macchine per caricare il letame e spanderlo sui campi'. La stalla-mobile, secondo il suo inventore, costa la metà della tradizionale; è adatta a piccoli allevamenti con praterie più o meno pianeggianti e colture in rotazione; non richiede manutenzioni particolari. Ma la fantasia dell'agrinventore calabrese non finisce qui. Nella fattoria «La Bruca» (cosi si chiama l'azienda di Fazio) è possibile incontrare altre ' macchine originali: una, ad esempio, taglia le foglie delle cipolle appena raccolte; un'altra, ideata alcuni anni fa, fabbrica' in campo piccoli tunnel per proteggere le colture, sparando direttamente gli archi nel terreno e applicando con cura il polietilene. Macchine che seguono l'evoluzione produttiva: dal pomodoro (da tempo abbandonato) al melone «retinato» oggi in pieno boom (40 ettari), alla coltivazione, ormai prossima, di gladioli e crisantemi. Due i sogni che Fazio sta accarezzando per la prossima estate: il piper e la barca. Con il primo vuole avviare una nuova attività agrituristica: «vivere» l'agricoltura dall'alto per amarla di più e conoscerla meglio. Un campo-volo per deltaplani e ultraleggeri (dove si fa addestramento) è già pronto; un altro ne sorgerà per aerei da diporto. La -barca-foca» è. invece, l'ultima trovata dell'Archimede calabrese. Si tratta di un piccolo scafo con due «pinne» motorizzate applicate ai fianchi; imitando il mammifero marino la barca può «camminare» sulla spiaggia per essere parcheggiata lontano dalla riva. Tito Gaudio

Persone citate: Gianni Fazio, Tito Gaudio

Luoghi citati: Cosenza