Il grigio si addice a Piazza Signoria di Vincenzo Tessandori

Il grìgio si addice a Piazza Signorìa Né vinti né vincitori, il restauro deciso dai Beni culturali accontenta un po' tutti Il grìgio si addice a Piazza Signorìa Esclusi il pavimento in cotto e quello «a reticolato», si userà l'attuale pietra grigia, recuperando in parte le lastre - Nessun museo sotterraneo, ma gli scavi archeologici si faranno DAL NOSTRO INVIATO ^TRENZE..-rv,nB,IVHnff- è iniziato. Una buca, in mezzo al grigio uniforme dei macigni, e una baracca, che chiamano cantiere, circondata da un nastro bianco e rosso, lo testimoniano. Ora il salotto è sottosopra ma, assicurano, -il più è fatto-. L'altro giorno, a Roma, si è arrivati a un accordo e piazza della Signoria, offesa dal tempo, ferita dalle carrozze e poi dalle auto verrà, finalmente, restaurata. Ed ecco una decisione che pare fatta su misura per dar vita a un rogo di polemiche. Accantonata l'ipotesi di un lastricato in macigno con «disegni a griglia» in marmo pisano, proposta dal Comune; neppure presa in considerazione la suggestiva alternativa in cotto, assai gradita ai fiorentini, stando a un referendum; respinta l'idea di un museo sotterraneo caldeggiata dalla soprintendenza ma osteggiata in Palazzo Vecchio: soltanto gli studiosi potranno visitare il frigidarium. Dal ministero dei Beni Culturali hanno deciso che la pavimentazione dei 7849 metri della piazza sarà In pietra, come fu nel 1795 e, naturalmente, il colore predominante sarà 11 grigio, • grigio Lorena-, cupo e pesante. L'accordo prevede che •il Comune pavimenterà con gli stessi attuali materiali l'intera piazza recuperando il più possibile le lastre esistenti-. Le pietre del selciato dovrebbero essere ventimila. La decisione, presa dopo una lunga e. si dice, rovente riunione, tenta di chiudere le polemiche e di restituire alla gente quello che, un tempo, era chiamato -il salotto». n primo intervento, che dovrebbe andare incontro alle aspirazioni legittime degli archeologi, sarà la fotogrammetria dell'Intera area, giudicata uno scrigno ancora colmo di tesori: la piazza nacque e fu ingrandita fra il xm e 11 XIV secolo per la demolizione delle dimore di famiglie ghibelline, ma gli scavi hanno portato in luce reperti che sposterebbero a tremila anni prima di Cristo la nascita della città. La zona sarà divisa in sette settori e gli studiosi potranno frugare, di volta in volta, sotto a ciascuno spicchio. Le decisioni maturate a Roma, sottolinea Paolo Cappelletti, assessore ai lavori pubblici, socialista, «non hanno fatto né vinti né vincitori. Vince Firenze. Siamo soddisfatti perché il problema del museo sottoterra è stato finalmente accantonato, come abbandonata è anche l'idea di co¬ struire una soletta in cemento armato sotto alla quale, in futuro, si sarebbe andati a frugare chissà per guanto tempo. Gli scavi verranno fatti, ma a cielo aperto. E una volta conclusi i lavori non si dovrà più discutere-. Qualche rammarico rimane, ammette Cappelletti: «Peccato che il ministero non abbia accettato il disegno della pavimentazione "a reticolato", malgrado la nostra insistenza-. La spesa dei lavori, prevista già anni or sono, sarà di 3 miliardi e mezzo, il materiale impiegato, macigno e pietra forte: Il «grigio Lorena» non soddisfa tutti -E' una cosa equivoca, eppoi chissà com'era realmente, nel Settecento, la piazza-, osserva Nicola Cariglia, vicesindaco e assessore al turismo, socialdemocratico. Aggiunge: •Niente reticolato e niente museo: è un po' un compromesso all'italiana, ma per arrivarci non occorreva attendere cinque anni. Ai signori di Roma rimprovero di essersi comportati come commissari bo¬ riosi, di aver tenuto un atteggìamento ptlatcsco. Hanno preso la decisione senza venire a vedere la piazza e io ricordo che, due anni or sono, quando andai a Roma, mi accorsi che qualcuno neppure ricordava com'era il nostro "salotto". Insomma, mancanza di coraggio perché quello che di nuovo avevamo suggerito avrebbe portato via da questa città un po' di muffa-. Ma ora, fra buche e toppe di bitume, sottolinea Cariglia, •poche pietre potranno essere reimpiegate-. Cauto e, tutto sommato ottimista, il sindaco'Massimo Bogiànckino, socialista: •Alla fine del restauro'ti cociore sarà certo quello di adesso: ii grigio di due tonalità. E' il colore del Lorena ma anche il colore cui è abituata la nostra memoria storica. Qualsiasi altro giudizio diventa un fatto privato personale. L'ipotesi di un museo sotterraneo e di una soletta in cemento ci angosciava, almeno in un momento in cui non c'erano dati sufficienti. L'accordo di Roma è soddisfacente, non eravamo andati per difendere idee preconcette. Andiamo avanti, se ci saranno operazioni ritardatrici le rintuzzerò-. Cauto e, tutto sommato, soddisfatto, Francesco Nicosia, soprintendente al beni archeologici. Non avrà 11 suo museo, hanno detto a Roma, e lui si dichiara soddisfatto della decisione del ministro Antonio Oullottl e della commissione di esperti. •Procederemo agli scavi appena delimitato il primo lotto. Faremo una completa esplorazione della piazza. La scienza è soddisfatta-. Poi, per far capire come la pensa aggiunge: •Completa non significa esaustiva. Scaveremo in modo tale da soddisfare le esperienze di oggi. Lo scavo arriverà al "vergine", cioè andremo in profondità fin dove troveremo reperti. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Antonio Oullottl, Cappelletti, Cariglia, Francesco Nicosia, Nicola Cariglia, Paolo Cappelletti

Luoghi citati: Firenze, Roma