Alfa, il sindacato tenta di ricucire lo «strappo»

Alfa, il sindacato tenta di ricucire lo «strappo» Domani riunione congiunta delle segreterie Pioni, Km, Uilm Alfa, il sindacato tenta di ricucire lo «strappo» Si cerca l'unità per riprendere il negoziato con la Fiat e evitare nuova cassa integrazione ROMA — Per la vertenza Alfa domani è una giornata importante: è prevista una riunione congiunta delle tre segreterie dei metalmeccanici (Flom, Firn, Uilm) per tentare la redazione di un documento unitario che consenta la ripresa del negoziato con la Fiat. Se l'iniziativa dovesse fallire e la rottura della trattativa prolungarsi, li Fiat annuncerebbe, a bre■e i rmine (questa almeno è lu sensazione dei sindacati), nuova cassa integrazione ad Arese ed a Pomigliaho. Riferendosi a questa minaccia, contenuta in dichiarazioni fatte dall'amministratore delegato Tramontana, il leader della Fim-Cisl, Morese, ha commentato: «£' una provocazione! la Fiat dà la sensazione di voler porre sempre più il negoziato sul binario del ricatto. Non è da dirigenti attenti: loro dicono di guardare al futuro e fanno del sindacato un fascio unico che guarderebbe al passato. La realtà sindacale non è così. Inoltre, quando Tramontana era nell'area delle Partecipazioni Statali cercava sempre la soluzione. Adesso che è passato all'area Fiat fa il "rombo"? E' un atteggiamento fuori tempo e fuori luogo». La riunione del vertice sindacale prevista per domani piace poco al segretario generale della Uilm, Lotito. A Torino ieri ha dichiarato: •TI punto di contrasto con la Fiom sono l "gruppi di produzione". Ebbene la Uilm si rifiuta di apparire come il sindacato che costringe la Fiom a scelte che non vorrebbe fare. Li conosco! Andrebbero poi nelle assemblee a dire che è colpa della Uilm. La Fiom parli chiaro sui gruppi e se pensano che possono essere superati lo dicano. La Uilm le sue scelte le ha fatte». Benvenuto, segretario generale della Uil, ha esortato A •farts.ìn fretta»^, si è.domandato se non sarebbe pa-' radossale «dare alta Fiat di Torino altri sabati lavorativi e fare nuova cassa integrazione ad Arese ed a Pomigitano perché non è possibile trasferire le produzioni della Thema e della Y10. La Fiom nazionale e la Firn di Milano non possono avere 'due facce'!». Ieri mattina c'è stata una riunione sindacale con la partecipazione di Gara vini, Puppo e Air oidi della Fiom; Morese e Inglisano della Firn; Angeletti della Uilm (Lotito era a Torino). Nel pomeriggio c'è stata una lunga seduta ristretta ai tre segretari che conducono le trattative con la Fiat (Airoldl, Inglisano e Angeletti). Alla fine Inglisano è stato incaricato di preparare un documento da discutere nel vertice sindacale-di domani La Flom, secondo quanto si è appreso, ha «tenuto duro sui gruppi di produzione». Angeletti ha detto: «La Fiom, almeno in questa fase, non vuole arrivare a dire che l gruppi si possono superare. E' il punto di contrasto acuto con noi e con la Firn. Per il resto conveniamo che non c'è alternativa all'accordo con la Fiat e che nell'accordo ci deve essere II recupero di produttività». Inglisano è apparso meno pessimista. «A scrivere il documento io ci provo e speriamo! L'idea della Firn, illustrata da Morese, è di proporre uno scambio: la Fiat ci dà garanzie sull'occupazione nel senso che entro il 1990 non ci sono più esuberi di personale e accetta che le 40 ore annue di riduzione d'orario del vecchio contratto vengono interamente godute (oggi in Fiat 20 ore vengono monetizzate). In cambio i sindacati superano i gruppi sulle nuove produzioni: Thema, 164, Y10, nuova 33. Sui vecchi modelli si procede solo alla verifica dei tempi e in una seconda fase si prende in esame il problema dei gruppi». In polemica con la Firn nazionale, il segretario dei metalmeccanici milanesi Tiboni ritiene che la trattativa a Roma non debba proseguire e che il tutto si debba spostare a Milano: «Fateli venire qui» ha detto.' A suo giudizio «te garanzie occupazionali da parte dell'Alfa-Lancia non ci sono neanche accettando le proposte aziendali e. lieanclie la spostamento della Thema e dilla Y10 darebbe garanzie sul breve essendo, in ogni caso, previsto soltanto per il prossimo anno». La Fiom non nega «una evoluzione», del modello organizzativo in vigore da sei anni. «Stiamo ricercando — afferma la Fiom — una soluzione che tenga conto delle nuove tecnologie ma anche delle realtà nelle quali questo modello può essere mantenuto». Sergio Devecchi

Luoghi citati: Arese, Milano, Roma, Torino