Elettrodotto, i lavori procedono

Elettrodotto, i lavori procedono In molti si oppongono, ma le proteste sembrano non avere alcun peso Elettrodotto, i lavori procedono Regione, Provincia, Comuni si stanno mobilitando, ma l'Enel continua a ribadire la necessità di collegare Leinì, a Nord, con Piossasco a Sud-Ovest, per completare e chiudere la linea anulare concentrica rispetto a Torino - E parere dei sindaci - Contestato il decreto ministeriale che autorizzava, nell'agosto '85, l'opera TORINO — Giochi fatti per la costruzione dell'elettrodotto Lelnl-Piossasco? Nonostante la sicurezza ostentata dalla direzione dell'Enel, che ha dato il via ai lavori, parrebbe di no. Proprio in questi giorni, le autonomie locali ad ogni livello — Regione, Provincia, Comuni — si stanno mobilitando in opposizione al progetto. Il 5 marzo, il consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che invita l'Enel a sospenderne l'esecuzione in attesa che i Comuni interessati esprimano parere in merito. Secondo il capogruppo de alla Regione, Gianpaolo Brizio, «l'indispensabilità dell'elettrodotto è tutta da verificare.. Tuttavia l'ente continua a ribadire l'assoluta necessità di collegare Leinl. a Nord, con Piossasco, a Sud-Ovest, per completare e chiudere la linea anulare concentrica rispetto a Torino. L'Enel pare avere le spalle coperte dal decreto ministeriale dell'agosto '85, che autorizzava l'opera definendola «indifferibile, urgente, necessaria.. Ma le amministrazioni municipali il cui territorio verrebbe tagliato dal grossi cavi non demordono. Sono proprio i piccoli Comuni ad essere più agguerriti nel rigettare il progetto. Il sindaco di Givoletto, Giorgio Poggio, che ha capitanato la levata di scudi fra i paesi della Bassa Valsusa e della Val Ceronda, si chiede: «In questa battaglia crediamo fermamente. Ma che poteri effettivi di controllo ed intervento ha un modesto Comune, con a disposUiione un vigile urbano e messo, per opporsi ad un'opera di 23 miliardi di lire?.. «E' assurdo che piccole entità amministrative possano bloccare progetti di rilevante interesse collettivo, sempre che tale utilità venga rinosciuta. Ma è altrettanto inconcepibile ed iniquo che i grandi enti di Stato possano muoversi in piena ed incontrollata li¬ bertà. E' come se lo Stato, che si è dato precise norme di tutela ambientale, contraddicesse se stesso-, dicono i funzionari dell'assessorato regionale alla pianificazione. Intanto sta seguendo un iter spedito il disegno di legge approvato dalla giunta regionale sulla valutazione degli impatti ambientali. Il provvedimento, che risponde ad una direttiva Cee, tende a unificare le procedure relative alle grandi infrastrutture pubbliche. Inoltre, in previsione della stesura del plano territoriale e comprensoriale, la Regione acquisirà fra breve il parere del professionista incaricato degli studi preliminari. Adottati questi due irriportanti strumenti normativi, l'amministrazione regionale potrebbe ancora inserirsi in extremis fermandone i lavori. Ma in questo caso chissà quali beghe giuridiche potrebbero scoppiare in presenza delle precedenti auto- rizzazioni, esecutive da tempo. Incuranti degli assensi già dati, alcuni Comuni non temono di tornare sui loro passi. Fra il 1978 ed il 19B3 tutte le 23 amministrazioni interessate avevano risposto psitivamente alle richieste dell'Enel: chi votando delibere consiliari, chi approvando delibere di giunta, chi concedendo servitù, chi rilasciando regolare concessione edilizia, chi infine fornendo soltanto nulla-osta informali. Singolare il caso di Lombardore: non risulta che né la giunta né il consiglio abbiano mai espresso parere favorevole, mentre l'ente sostiene il contrario. Ma, al di là di questo piccolo giallo, varie amministrazioni paiono interessate ad esaminare perlomeno la questione. Il primo segnale è venuto da Mathi: lunedi scorso il consiglio comunale ha revocato il proprio assenso, avendo recepito una petizione corredata da quasi 400 firme. Altri comuni, forse San Carlo, Cafasse e San Francesco, potrebbero presto seguire l'esempio. Oltre al problema paesistico-urbanistico, il sindaco di Caselette, Frigieri, ha sollevato ■ dubbi in ordine alla Protezione Civile. Cavi e tralicci ad alta tensione impedirebbero a suo dire l'intervento degli elicotteri nell'estinzione degli incendi boschivi, molto frequenti fra il Musine ed il Monte Basso. m.fas.

Persone citate: Frigieri, Gianpaolo Brizio, Giorgio Poggio