Guccini all'Olympia nostalgia di pugni chiusi di Marinella Venegoni
Guccini all'Olympia Sa di pugni chiusi Il cantautore a Parigi richiama la sinistra, esule e no Guccini all'Olympia Sa di pugni chiusi Divertenti gag, giochi di traduzioni e grande rilievo alla parte musicale DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Prima emozionato e Imbarazzato come un debuttante, poi sciolto cantore delle sue stòrie, con, alcune irresistibili gag e' la sensazione di essere tra mura di casa, Francesco Guccini ha avuto anche lui, l'altra sera, il suo battesimo all'Olympia. Dove l'ombra di Paolo Conte era appena sfumata via. il lunedi lo storico teatro è di solito chiuso, si è Invece aperto per il lancio del più cantautore dei cantautori italiani, la quintessenza di un fenomeno musicale e culturale che nel nostro paese ha fatto della canzone la forma moderna della poesia popolare. Il manager di Guccini, Fantini, che è lo stesso di Paolo Conte, ha organizzato anche per lui le cose in grande. Programma di sala ricco di fotografie, con citazioni financo di Umberto Eco: «Guccini è omerico, ha un granai aplomb nelle metafore: Traduzione accurata di testi, L'empoisonnée e Le vieti homme et l'enfant. La locomotive e Dieu est mort. Pubblicità in giro, pero, pochina; e in sala cinquecento persone, moltissimi italiani che vivono a Parigi: tutti quelli di sinistra, si è capito subito, esuli e no; un'atmosfera da Anni 70 che ha fatto levare qualche pugno chiuso, e molti applausi sentimentali, nel passaggi più significativi della storica Locomotiva che invoca il trionfo della Giustizia Proletaria. Guccini aveva addosso un Guccini: tra il pubblico anche Conte, Cocciante e Mi maglione bianco e una fifa blu, e per tutto il pomeriggio si era dichiarato senza voce. 'L'Olympia è pur sempre l'Olympia., ha poi spiegato a notte fonda, prendendosi serenamente in giro davanti a un piatto di antipasti francesi. Invitato alla cena, uno studente parigino che sta preparando una tesi su di lui alla Sorbona, dove il cantautore ha tenuto qualche giorno fa un'affollata conferenza con chitarra. « Veramente, ho soprattutto cantato, perché il francese lo so proprio poco». E certo, nella serata dell'Olympia è andato perduto, per i francesi, gran parte del sale che condisce, i piatti musicali del cantautore, quelle lunghe chiacchiere intessute di intelligenza, arguzia, enciclopedismo, battute e battutacce che fan parte del suo esser Guccini, fra un bicchiere e l'altro di •vino qui in crescita esponenziale con 11 trascorrere del concerto, Ma qualche risata francese c'è stata nel giochino delle'traduzioni letterali dall'italiano, «secondo mei tradotto con «deliziente moi», e tutto il repertorio dell'intercalare impertinente o volgare o scurrile del quotidiano italiano, che ha avuto l'apice in «C/ne maison d'appointement de la vlerge. per significare «uri casino della madonna». Qualche volta gli e scappata la mano, e ad una citazione di Aiazzone qualcuno dalla sala gli ha ricordato gridando: 'Attento, Guccini, siamo a Parigi». Frenata e rientro veloce. Nella dimensione parigina, ci ha perù guadagnato la parte musicale, che era poi il vero motivo per cui Guccini stava il. Signora Bovary, il suo ultimo album, è di una bellezza matura e struggente, die ridonda di racconti e immagini insieme ricche ed essenziali, che solo possono uscire dalla sua storia di cantautore con la testa piena di libri e pero piantata nell'umanità terragna della Padania. Ma la musica sottolinea le atmosfere con molta più efficacia che nel passato, e nell'interpretazione Guccini si è buttato a, capofitto, abbandonando la chitarra per cantare soltanto, seduto o in piedi, con un'intensità che ha coinvolto là platea. Cosi sono uscite assai bene Bovary, la bellissima Keaùm scritta con Claudio Lolli, Van Loon e CulodHtto dedicata alla figlia. TI bandoneon struggente dell'argentino Juan José Mosalini ha aperto benissimo la seconda parte del concerto con Scirocco, ma la serata è stata, come doveva essere, una panoramica su vent'anni di canzoni, da Auschwitz e Dio è morto fino ad Autogrill, passando per Bologna, assai applaudita nel bis. Lo hanno accompagnato Flaco Biondini alla chitarra, Tavolazzi al basso, il misuratissimo Bandini alla batteria. Tempera alle tastiere' e Marnimi al sax. Alla fine, gran festa, battiti di piedi sull'impiantito, file solidali per autografi E Guccini, anche se stravolto, buono e carino e simpatico con tutu. Marinella Venegoni
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