Nuova sfida a Babilonia

sfida a Babilonia L'Iraq conferma la fiducia negli archeologi torinesi sfida a Babilonia La «scuola» del prof. Gullinì, famosa per le sue fortunate missioni dì scavo in MesopOtamia, è stata invitata ad avviare altre campagne a Babele, Nimrud e Hatra -1 risultati dell'equipe «premiati» a Baghdad con una sede più ampia per l'istituto italo-iracheno Nel mondo dell'archeologia è conosciuta come «Scuola torinese». Famosa non soltanto per le fortunate missioni di scavo in Mesopotamia, ma anche per il rigoroso metodo scientifico alla base della sua attività. Questa scuola di pensiero e di azione s'identifica, a 34 anni dalla costituzione, con il -Centro ricerche archeologiche e scavi per il Medio Oriente e l'Asia- e con il suo direttore scientifico, prof. Giorgio Gullini, uno dei docenti più prestigiosi della nostra Università. Ieri lo stesso docente ha presentato all'Unione Industriale 11 bilancio dell'attività del Centro negli ultimi anni A Gullini ed ai suoi collaboratori si deve la mostra su «La terra tra i due fiumi' che, nel 1985, ha registrato; decine di migliaia di visitatori ed esposto parte delle meraviglie frutto delle esplorazioni compiute in Iraq e Iran dai ricercatori torinesi. Gullini, il suo staff e il Centro costituiscono ormai un punto di riferimento d'obbligo quando i governi dei Paesi mediorientali decidono di affidare campagne di ricognizione 'nelle rispettive aree, ritenute le più ricche al mondo per significative testimonianze di millenarie civiltà, dalla preistoria fino all'era cristiana. Sono una quindicina le missioni condotte a termine dai torinesi in altrettanti punti del Medio Oriente, da Seleucia a Yelky, per riporr tare alla luce le tracce di vita umana sepolte dalla sabbia, dalle rovine del tempo e dall'incuria dell'uomo. Al non .addetto al lavori, spinto dalla molla della curiosità, viene naturale Inter- Uno dei reperti più significatirogarsi sull'entità e sulla qualità dei reperti recuperati in quasi cinque lustri di attività. Sorride, candido, il prof. Gullini, alla scontata domanda. «Capisco —risponde — che a molti interessi soprattutto conoscere e vedere l'oggetto, il vaso, la moneta, la scultura recuperati nel sottosuolo. Certo ne abbiamo portati alla luce migliaia; ma l'interesse che ci muove è prevalentemente scientifico e non si può ridurre alla speranza dt ottenere oggetti, feticci da ammirare. Per noi vi venuti alla luce a Seleucia questi materiali sono prima di tutto documenti di passate presenze umane». Ancora: «TI fortuito ritrovamento e l'occasionale opportunità di una scèlta incrinano talvolta anche pesantemente la ricostruzione e lasciano spazio alle ipotesi e alla fantasia, due categorie che nell'opinione corrente accompagnano di solito l'accezione di archeologia: Ecco perché 1 ricercatori torinesi non hanno motivo di rimpiangere il divieto, fissato nel '68, di riportare in patria parte dei manufatti recuperati. A lord interessa di più ripercorrere le tappe del cammino umano nel millenni, indicare un metodo di lavoro, un programma di ricerca interdisciplinare basato sulle prospezioni analogiche, geofisiche, magnetiche ed elettriche, grazie anche all'aiuto dei satelliti artificiali. «Con il carbonio 14 — ricorda Gullini — è possibile una datazione cronologica delie sostanze organiche con approssimazione di 25 anni per un lasso di S mila: Visti 1 risultati scientifici ottenuti dall'equipe torinese in Medio Oriente, l'Iraq ha deciso di mettere a disposizione di Gullini e'dei suoi collaboratori (in particolare la prof, Venco e il dott. Fiorum) una nuova e spaziosa sede a Baghdad per l'istituto italo-iracheno e per il centro, per 11 restauro dei monumenti. E' stata inaugurata di recente, alla presenza del rettore della nostra Università, Dianzani, e della presidente della Provlncla«e del Centro scavi, Casiraghi. Nonostante la guerra e le difficoltà economiche, il governo iracheno non trascura di investire in archeologia e ha nuovamente Invitato la «Scuola torinese», privilegiandola su altre, ad avviare nuove campagne di scavo. Si terranno nei prossimi 5 anni, risorse finanziarie e sponsor permettendo, a Babilonia, Nimrud (capitale dell'impero neo-Assiro) e Hatra (capitale araba del periodo portico), e coinvolgeranno una trentina fra docenti, studenti e tecnici italiani Un'altra occasione per inserire la nostra città sulle grandi vie della cultura internazionale. Guida J. Paglia

Persone citate: Casiraghi, Dianzani, Giorgio Gullini, Gullini, Venco