Per un pesciolino in più

Per un pesciolino in più L'Adriatico è sempre più povero, indispensabile il riposo biologico Per un pesciolino in più Da Trieste a Otranto il mare è percorso giorno e notte da pescherecci che «arano» il fondo, mentre i vongolai, con le turbosoffianti, distruggono le uova - Le reti con le maghe troppo strétte e la zona di rispetto - Il falso problema delle alghe DAL NOSTRO INVIATO ANCONA — In Adriatico si pesca sempre meno. Lo abbiamo visto in un precedente articolo da Cornacchie!, ce lo confermano nelle marinerie del medio e basso Adriatico, ad Ancona, a San Benedetto del Tronto, a Termoli. Inquinamento ed eccessivo sforzo di pesca, le due cause, si diceva. Ma ad Ancona troviamo una voce discorde, ed è una voce molto qualificata, quella del prof. Giovanni Bombace, direttore dell'Istituto ricerche pesca marittima del Cnr. «Si fa un gran parlare — dice — contro le alghe, l'eutrofizzazione, come se fosse un fenomeno nuovo, la causa principale della penuria di pesce. Non è cosi. Le alghe ci sono sempre state* e mostra le fotocopie di pubblicazioni, del 1903, del 1880, una addirittura del 1729, nelle quali si esprimevano grandi meraviglie per i vari colori che assumeva il mare. «No, — continua Bombace — le alghe non hanno colpe, ansi sono da considerare un fenomeno positivo per la nutrizione del pesce. I mali sono altri: sono l'eccessivo sforzo di pesca, i modi con cui operano certi pescatori, le deroghe che lo Stato concede alle leggi. Il mare è generoso, ma ha bisogno di riposo e di rispetto: Secondo la previdenza marinara i pescatori professionali in Italia sono 45 mila, ma secondo l'Istat 70 mila, dato quest'ultimo forse piti veritiero, perché comprendente anche i non iscritti all'ente previdenziale. Almeno il 60% del totale pesca in Adriatico (il 60% deUe 411 I pescatori toscani contro l'invasione dei forestieri ti dal prof. Bombace del Cnr: hanno due metri di lato e presentano svariate nicchie di diverse dimensioni nelle quali si possono rifugiare 1 pesci; e oltre al cubi anche 350 pali in cemento alti quasi 4 metri con alla sommità una stella. Oli uni e gli altri tengono lontane le reti che altrimenti vi si Impiglerebbero. La spesa preventivata è di 3 miliardi e mezzo di cui il 50% a carico della Cee, 11 40 dello Stato e il 10 della cooperativa la quale ha il territorio in concessione per dieci anni. •Solo consentendo al pisce di riprodursi e di crescere, in futuro lo si può trovare al largo e di pezzatura valida: I pescatori anconetani si dichiarano decisamente contro i turbosoffianti del vongola!, contro la pesca del pesce da farina perché fra il novellarne poco pregiato c'è anche la piccola sogliola e la piccola alice; e quando 11 merluzzo e lo sgombro non trovano più da mangiare i pesciolini se ne vanno In altri luoghi. Anche per questo certe specie sono quasi del tutto scomparse. • Una cosa saggia per dare veramente ristoro al mare — dice Giuseppe Novelli, direttore del mercato ittico di San Benedetto — sarebbe quella di sospendere la pesca per due mesi, maggio e giugno. In questo periodo si verifica un crollo dei prezzi dovuto alle verdure che invadono i mercati. I pescatori potrebbero fermarsi e accudire alla manutenzione delle barche. Naturalmente occorrerebbe una cassa integrazione marinara, che ora non esiste». Remo Lugli da una legge approvata dalla Camera, ma non ancora dal Senato; i tempi, comunque, dovrebbero poi essere stabiliti con la regolamentazione, si parla di 45 o 60 giorni all'anno. Al Nord 1 pescatori di Porto Garibaldi, promotori di una recente agitazione, chiedono questa regolamentazione e per loro conto già adesso si astengono dal pescare il sabato e la domenica. A San Benedetto del Tronto si va in mare alle 4 di lunedi e si rientra il venerdì mattina. Anche a Termoli, che è l'unica marineria del Molise, si rispetta questo orario, «nonostante che da noi — dice Domenico Becchi, giovane armatore e capitano della sua nave — vengano a pescare quelli di Vasto e di Molletta i quali lavorano anche la domenica». In questa lotta all'ultima sogliola, Ancona (120 battelli mediamente da 60 tonnellate) sopravanza tutti per autocontrollo, per senso di rispetto del mare e delle sue risorse: 1 350 soci della Cooperativa pescatori motopescherecci escono solo dalla mezzanotte della domenica alle 10 di giovedì. «72 nostro consiglio di amministrazione — dice Spartaco Rossi, 11 direttore. — ha deciso cosi nel 1978 e da allora nessuno sgarra, si possono solo spostare i giorni in caso di cattivo tempo. Ma facciamo di più: stiamo per istallare nella fascia delle tre miglia e per una lunghezza di 15 chilometri le barriere artificiali che servono ad impedire la pesca a strascico e a favorire la riproduzione dei pesci». Vengono posati sul fondo 360 cubi di calcestruzzo idea¬ mila tonnellate della produzione ittica italiana, media degli anni 'Bl-83. è stato pescato in Adriatico). Qui ogni località con porto ha una sua marineria, la più grossa è forse quella di San Benedetto del Tronto, potentissima negli Anni Sessanta con addirittura 37 battelli atlantici ora ridotti a una dozzina, ma sempre di forte presenza nell'Adriatico. In tutto 11 mare, da Trieste ad Otranto, giorno e notte, non c'è spazio percorso dall'occhio umano senza un peschereccio. E via via che 11 tempo passa questi battelli si fanno sempre più potenti. entro queste tre miglia. Ma lo stesso Stato concede deroghe, come nell'Alto Adriatico, prima limitate a certi mesi, poi sempre più estese fino a periodi che coinvolgono molte specie. Sicché si pescano pesciolini che cosi non diventeranno mai adulti. Infine ci sono regole che stabiliscono la larghezza delle maglie delle reti, non Inferiori al 40 millimetri, e altre che vietano ai vongolai di pescare più di cento sacchetti di vongole. Ma chi controlla? Nessuno. In tutto l'Adriatico c'è una voce concorde: necessita il fermo biologico. E' previsto certi motori s'avvicinano ai mille cavalli. Una potenza che serve soprattutto per "arare" il fondo, per dragarlo con le gabbie che devono poi raccogliere le sogliole e gli altri pesci di profondità. Oppure che serve ai vongolai per le loro turbosoffiantl che, oltre ad arare, sconvolgono la sabbia distruggendo le uova e rivoluzionando l'equilibrio del microambiente. Entro la fascia delle tre miglia dalla costa quasi tutto il pesce depone le uova, nasce, diventa adulto e poi va al largo. E per lasciarlo crescere ci sono leggi che vietano la pesca

Persone citate: Adriatico, Bombace, Domenico Becchi, Giovanni Bombace, Giuseppe Novelli, Remo Lugli, Spartaco Rossi