Marchesi: «C'è un malessere collettivo » di Franco Badolato

Marchesi: «C'è un malessere collettivo » Il tecnico esamina il «caso Juve» dopo Tamaro pari con l'Ascoli e le contestazioni dei tifosi Marchesi: «C'è un malessere collettivo » «Ma i giocatori non sono certo da buttare: la base è solida e non molleremo fino all'ultimo» - «Faccio da parafulmine: è giusto, del resto sapevo che era diffìcile allenare questa squadra» - «Non ci sono alternative all'attuale formazione» TORINO — Nel giorno in cui, secondo pronostici obiettivi e speranze dei tifosi, la Juventus avrebbe dovuto rosicchiare un punto al Napoli, è invece successo che la squadra guidata da Bianchi e Maradona ha saputo ottenere la settima vittoria in trasferta della stagione, mentre quella di Marchesi e Platini è stata bloccata per la terza volta in casa, la prima in assoluto da una cosiddetta «provinciale». L'allenatore juventino e il centravanti Serena sono stati contestati da un gruppo di tifosi esasperati, la critica non ha lesinato stilettate contro i bianconeri, già malati, ora agonizzanti. Pensare di raggiungere il Napoli era forse solo un miraggio, il sogno è svanito e la Juve deve rimboccarsi le maniche per conquistare un posto in Uefa. La dura realtà di una stagione, deficitaria (puntare sulla Coppa Italia, ammesso che *i bianconeri sappiano vincere a Roma contro la Lazio, non può che essere un palliativo) è emersa forse per la prima Volta ieri mattina anche agli occhi di Rino Marchesi: -Sono pronto a fare da parafulmine. Ma non sono arrabbiato per quello che hanno scritto i giornali, è il risultato che brucia*. 'L'amarezza — sostiene U tecnico — è grande anche perché le premesse per una vittoria c'erano. La squadra si è trovata in vantaggio per 2-0 in scioltezza. Poi un gol banate e un secondo quasi identico, conditi entrambi da una serie di errori inconcepibili, ci hanno portati al 2-2. Con tutta ciò devo dire che la squadra si è battuta bene». in bianco. Vignola ha giocato quando l'ho ritenuto necessario. Se il toccasana dei nostri mali fosse lui sarebbe diventato titolare fin dall'inizio del torneo. No, non ho nulla da rimproverarmi anche perché tra i giocatori che stanno fuori non c'è nessuno in grado di cambiare ih meglio la Juventus. Seguiamo Buso tutti i giorni ma deve migliorare tecnicamente*. Alcuni tifosi hanno però fatto sentire il loro dissenso nel suoi confronti e c'è voluta la polizia per scortarlo lontano dal Comunale. «Ho avuto la dimostrazione — risponde Marchesi — che a Torino i tifosi bianconeri vogliono sempre vincere. Sapevo che non era facile allenare la Juventus, squadra abi¬ Lei continua a difendere 1 suol giocatori. Però domenica l'avvocato Agnelli non c'era in tribuna d'onore: è un modo per far capire che non gli place più vedervi giocare? *Non sono d'accordo con chi dice che non sappiamo divertire. Nel primo tempo abbiamo giocato bene e anche sul 2-2 c'è stata una reazione molto bella. Ho cercato di prendere qualche contromisura, tipo Bonetti per i cross dalla fascia. Ma c'era troppo disordine in campo*. 'Qualcuno — aggiunge Marchesi — sostiene che la formazione era sbagliata. Non credo che sul 2-0 fossero in tanti a pensarla così. Del resto certi equilibri non si possono sovvertire di punto tuata primeggiare. Quest'anno è andata cosi, sarà difficile rimediare, solo il Napoli può perdere lo scudetto. Ma non molleremo fino all'ultimo minuto*. Marchesi accenna al futuro: «Sono ottimista. Non è possibile che Serena contìnui a colpire solo pali e traverse, che Platini contìnui a non segnare. Mauro infine si è accentrato perché non riusciva a liberarsi sulla fascia. Sono situazioni di gioco, non una mia^scelta*. La difesa subisce troppi gol e la squadra non sembra avere la forza di reagire. Il suo ottimismo non è eccessivo? «Diciotto reti sono tante, è una situazione atipica per la Juve: fattori individuali che sono però anche segno di un malessere collettivo. Ma da qui a dire cine è tutto da buttare ce ne corre. La base su cui lavorare è solida, i discorsi di ricostruzione in questo momento sono prematuri: Domenica però c'è la trasferta di Milano con l'Inter. La Juventus saprà raccogliere le ultime energie e dare una prova d'orgoglio? .Trapattoni ed io speravamo forse di affrontarci in ben altra situazione di classifica e di morale. Ma la realtà è questa. Slamo abituati a combattere ma per non fallire il delicato appuntamento con l'Inter dobbiamo dimenticare al più presto l'Ascoli e prendere ad esempio la bella prestazione fornita con il Milan. Tornando a fare risultati potremo cosi mettere a tacere anche quella fascia di contestatori che, non lo nego, hanno pure diritto di prendersela con qualcuno*. Franco Badolato

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