«Andte il tunnel è insicuro»

«Andte il tunnel è inskuro» La tragedia accresce le difficoltà della galleria sotto la Manica «Andte il tunnel è inskuro» Gli esperti a convegno: «Un incendio avrebbe conseguenze ancora più terrìbili» - La data prevista per l'inaugurazione (1992) è destinata a slittare: scarseggiano i finanziamenti privati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Non c'è dubbio, il disastro a Zeebrugge renderà più facile la missione dei paladini del tunnel sótto la Manica: ma non di molto. Già si ode e si legge questo ragionamento: «L'affondamento del traghetto conferma che ogni tecnologia ha 1 suoi pericoli. Anche il tunnel sarebbe vulnerabile, forse con- conseguenze ancora più drammatiche». Lo dicono voci autorevoli, accrescendo così la diffusa diffidenza verso il progetto. In Francia non vi sono più ostacoli, ma su questa sponda si avanza a rilento. Prima o poi, il tunnel unirà Inghilterra e continente, ma probabilmente non nel «2, la data stabilita per la sua inaugurazione. Com'è ormai noto, la stori¬ dell'ambiente, movimenti che sottolineano la differenza tra la sponda francese e la sponda britannica. Mentre il tunnel porterebbe vantaggi notevoli alla regione di Calais, né prospera né bella, infliggerebbe forse danni profondi al Kent, una contea die è tutta una giardino, già ricca e già fin troppo tormentata dal traffico dei veicoli con il continente. I potenziali investitori non vedono altresì il «buon affare» promesso dai governi. Non pensano alla storia, ma alle percentuali. Non basta. Tormentata da queste tensioni, la leadership delfEurotunnel britannico passa di crisi in crisi. Come abbiamo detto, il disastro a Zeebrugge smorzerà molte ostilità, ma non tutte. Resta infatti la questione della pericolosità di una gal¬ ca impresa è stata affidata a un consorzio anglo-francese, lEurotunnel. Parigi ha fatto quel che doveva fare: ma, da vari mesi a questa parte, il partner britannico è in difficoltà. Il governò ha dato la sua benedizione atlEurotunnel, ha già varato le necessarie leggi, ma il pubblico resta apatico. Se il progetto fosse finanziato dallo Stato, il problema non sarebbe inquietante; ma tutti t capitali devono essere privati, è il mercato è tutt'altro che generoso. A mala pena, .'Eurotunnel ha raccolto in ottobre i primi 250 milioni di sterline, 500 miliardi di lire: adesso, dovrebbe trovarne entro luglio altre 750. Finora almeno, né la City né i piccoli investitori hanno mostrato grande entusiasmo. Sono intimoriti dalla bellicosità dei movimenti a difesa leria. Proprio ieri, per coincidenza, si è concluso un simposio di esperti sugli incendi ed è stato un coro tenebroso di moniti e allarmi. Herbert Eisner, un alto funzionario, ha detto che un incendio sarebbe, prima o poi, «inevitabile». John Butler, un docente universitario, ha tracciato questo torvo quadro: «Poche fiamme su una vettura avrebbero conseguenze catastrofiche. Causa l'angusto spazio, le vampe si estenderebbero in 10-15 minuti agli altri veicoli e i passeggeri non saprebbero dove fuggire». La gamma dei timori è ampia. Inondazioni, esalazioni tossiche, quegli terrori umani» che trasformano in mostri le meraviglie tecnologiche. Il tunnel si farà, ma, per gli inglesi, sarà un tunnel sofferto. m. ci.

Persone citate: Herbert Eisner, John Butler

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Londra, Parigi