Il segreto di Eriksson di Giorgio Viglino

il segreto di Eriksson il segreto di Eriksson ROMA — Volendo giocare con il calcio, un po' ai margini del calcio stesso, questo Roma-Torino si può presentare in modi diversi. Può essere il confronto tra l'ex capitale, che ancora non ha dimenticato d'esserlo stata, e la nuova non proprio giovanissima che non riconosce predecessori. Oppure l'incontro tra due squadre popolari nel senso stretto, cioè legate al popolo, alle class! meno abbienti, in città che esprimono una diversa realtà sportiva, quella da tempo appannata della Lazio e l'altra, sempre vincente, della Juventus. Ancora. Uno scontro politico a livello di tifosi celebri, tra due avversari che il loro match lo disputano proprio in questi giorni negli stadi istituzionali, il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, che gioca nel parco di casa, la pineta dell'Olimpico adiacente al parallelepipedo della Farnesina, e il presidente del Consiglio dimissionario Bettino Craxi, milanese nel weekend ma di provata fede granata. •La Roma è diventata una grande protagonista del calcio italiano. Questo è il vero progresso compiuto negli ultimi anni. Alle volte capita di vincere, altre no, ma lim- portante è rimanere in alto». L'onorevole Andreotti non ha mai nascosto la sua simpatia per la squadra giallorossa, ma da essa rimane distaccato nei fatti a causa degli intuibili fittissimi impegni. Per lo sport in generale ha avuto comunque sempre un'attenzione assoluta: -Dalla conferenza dello sport le forse politiche hanno cominciato ad interessarsi attivamente dei problemi sportivi. Hanno colmato una lacuna durata anche troppo tem-, po. Il calcio è una parte soltanto dello sport nazionale, una parte importante, tant'è vero che ogni domenica c'è una frequenza di centinaia di migliaia di persone agli stadU. Pronostici non è il caso di chiederne, anche se parafrasando una frase celebre dell'uomo politico si potrebbe dire che «le vittorie logorano soltanto chi non ce l'ha». Il presidente Craxi è lontano da Roma e dai travagli di una crisi che per i più giovani ha quasi sapore di novità dopo il lungo periodo di stabilità governativa. L'ulti¬ mo contatto con lo sport il presidente lo ebbe nel gennaio scorso quando portò a compimento il primo provvedimento concreto in favore del calcio, con il decreto relativo agli stadi dei mondiali. «L'impegno dell'Italia è molto importante di fronte all'attenzione di tutto ' il mondo. Il governo ritiene giusto venire incontro alle esigenze del calcio: D. Parlamento ha poi fatto ancora di più e giovedì il decreto è stato trasformato in legge con lo stanziamento di oltre 1400 miliardi in favore non solo delle città che ospiteranno le gare del '90, ma di tutte quelle che debbono potenziare gli impianti sportivi, carenti soprattutto a livello di base. Per il calcio un altro aiuto è venuto dalla riduzione della pressione fiscale sugli incassi, un «regalo» che per una stagione piena vale intorno ai SO miliardi. Sul Torino il presidente ha detto dopo aver assistito ad un incontro: •£' una squadra giovane e coraggiosa. Ci sono molti elementi interessanti ma non ancora una costanza di rendimento adeguata-. L'analisi è del tutto aderente alla realtà attuale del Torino, capace di perdere senza troppo onore ad Empoli, ma di giocare tre giorni appresso una partita memorabile, non fortunata ma sicuramente coraggiosa in Coppa. Oggi sarà un Torino un po' meno giovane del consueto per la conferma di Copparoni fra i pali, al posto di Lorierl. Il promettente portiere ha sicure doti atletiche, ma non è certamente un buon diplomatico. Ricorderete l'inopportuna polemica con Cabrini-Casarln, e quella recentissima che ha determinato proprio l'esclusione, con l'allenatore Radice. Per il resto 1 granata non cambiano, sperando in una giornata più fortunata. La Roma viene da una vittoria sicura sull'Inter all'Olimpico, e da un pareggio a Brescia che ha avuto il sapore di un punto perduto, più che del rispetto della media inglese. Eriksson ha risolto i suoi problemi di eccedenza con il lieve infortunio a Desideri. Costui, motore della vittoria di due settimane addietro, era stato lasciato fuori squadra in favore di Giannini e qualcuno lo aveva rimpianto; stavolta non ci sono dubbi e la scelta di Giannini diventa obbligata. Nessun mutamento neppure in difesa dove le due •torri» Righetti e Baroni continuano il loro purgatorio in panchina, per il più veloce Oddi, per Boniek libero atipico, e per gli uomini di fascia Gerolin e Nela. Bruno Conti riscoperto in un ruolo tanto slmile a quello del sempre rimpianto Falcao, il capitano Arcelotti, Berggrèen autore di gol decisivi e il mobilissimo Di Carlo costruiranno la zona-pressing tanto cara a Eriksson. Al centro dell'attacco esce Pruzzo squalificato per somma di cartellini gialli (tutte ammonizioni per protesta, come si conviene ad un genovese professionista del mugugno) ed entra Agostini, una punta che normalmente preferisce giocare più decentrata. Potrà cambiare qualcosa nell'assetto avanzato romanista, ma in realtà il segreto di Eriksson è puntare sui centrocampisti per andare in gol. Per non parlare di Boniek. Giorgio Viglino

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