Marzo '47, l'ultima fucilazione di Francesco Rosso
Marzo '47, l'ultima fucilazione Tre condanne a morte per l'eccidio di'Villarbasse (dieci persone uccise) Marzo '47, l'ultima fucilazione mIlcro Una il caso rievoca la carnei non ce ne furono pi *45, l'arresto lì fa, * ..... i. C ' ;-'Sont>itrascor8Ì quarantanni e il ricordo della carneficina di Villarbasse dev'essersi alquanto appannato, anche se allora fu consumato un assurdo, feroce delitto punito con l'ultima condanna a morte pronunciata in Italia. Tutto accadde al primi del novembre '45, pochi mesi dopo là fine della guerra. Nella cascina Simonetta di Villarbasse viveva 11 proprietario, l'aw. Massimo Gianoli. con una persona di servizio. La sera alcuni abitanti di Villarbasse andavano ancora a scaldarsi nella stalla della sua cascina. Un mattino la cascina apparve stranamente silenziosa, disabitata. Bolo dieci giorni dopo furono scoperti dieci cadaveri in fondo alla cisterna per l'acqua piovana. Le indagini, dati 1 tempi, furono rapidissime. Dopo il falso colpevole, chiamato Carmelo, subito definito Carmelo il Boia, risultato innocente, le indagini si trasferirono in Sicilia, alla ricerca di Francesco Saporito che aveva lavorato alia cascina dopo l'8 settembre '43. Sbandato come tanti soldati, non potendo ritornare in Sicilia, aveva trovato assisten¬ doli del 4 marzo '47, i tre comza e lavoro presso l'aw. Olanoli. Non trovarono Saporito, che in realta si chiamava Lala, ma trovarono d'Ignoti, anche lui di Mezzoiuso, che narrò tutto. Lala era stato ucciso, forse da Giuliano, ma oltre a Giovanni d'Ignoti fu possibile rintracciare 1 suoi complici, Giovanni Puleo e Francesco La Barbera, tutti dello stesso paese. Al processo raccontarono quasi rìdendo la calcolata ferocia con cui uccisero dieci persone, uomini e donne. Arrivarono di sera alla cascina per compiere una rapina; Lala aveva detto che l'avvocato era facoltoso. Ma fu riconosciuto e per sfuggire ad un'accusa di rapinatori si fecero assassini spietati. Prelevarono l'avvocato e dopo averlo stordito con una randellata lo gettarono, vivo, nella cisterna. Ppl continuarono il macabro carosello, una alla volta le nove persone rimaste nella stalla furono prelevate, stordite, buttate nella cisterna. SI salvò una bimba, che dormiva ignara nella culla. Processo rapide e, secondo il codice fascista, la condan¬ na a morte divenne inevitabile. Le domande di grazia furono respinte e l'esecuzione fissata per l'alba del 4 marzo 1947, nel Poligono delle Basse di Stura. Quella mattina il cielo stentava però a schiarirsi, sul poligono delle Basse gravava una nebbia fittissima. Bisognò attendere un po' di luce. I tre condannati erano in uno stanzino assistiti dal cappellano delle carceri, padre Ruggero. Noi giornalisti eravamo in un'altra camera, ad attendere. Poi l'alba si affacciò anche sul luogo di morte e fu dato l'ordine di esecuzione. I tre, ammanettati e legati, posarono ancora una volta per i fotografi, quasi con iattanza. La buttarono sul politico gridando: «Vira la Sicilia libera», viva Finocchiaro Aprile, capo del movimento indipendentista. Li legarono sulle tre rozze sedie poste al centro del poligono, col viso allo schienale, e padre Ruggero passava dietro loro recitando preghiere, mentre trentadue poliziotti, tutti volontari, prendevano silenziosamente posizione. Un ordine secco, padre Ruggero arretrò di alcuni passi e crepitò la scarica, I corpi dei tre uomini si tesero contro le corde che li immobilizzavano, poi ricaddero inerti. Nel gelido grigiore, una densa voluta di vapore esalava dall'erba strinata di brina. Era il cervello di un giustiziato al quale i prolettili del plotone d'esecuzione avevano aperto il cranio. Si concluse con la vicenda di Villarbasse la serie di condanne a morte in Italia, n delitto era stato feroce, ma la pena di morte lo era altrettanto. Francesco Rosso doli del 4 marzo '47, i tre compiono l'ultimo viaggio accompagnati da padre Ruggero (a destra) l o l' OlaLl dtto che l'avvona a morte divenne inevit
Persone citate: Finocchiaro Aprile, Francesco La Barbera, Francesco Saporito, Gianoli, Giovanni D'ignoti, Giovanni Puleo, Lala, Saporito
Luoghi citati: Italia, Sicilia, Villarbasse
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Partigiani
- Barlassina resterà ancora tre anni «II tempo per scalare la serie B»
- A Cuneo le delegazioni delle città martiri europee
- Il divorzio, perbacco, il divorzio
- Il soldato Gino Corni Ú rientrato in Italia
- Savona:7 denunce per olio sofisticato
- Capuana come favolista
- Società yoga negli Usa per nascondere terroristi
- Internet, istruzioni per l'uso
- Grazie Juve, grazie Brady
- Tre domande a Capanna
- Ticino, la minaccia è svizzera
- un po'di fantascienza
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- Internet, istruzioni per l'uso
- L'INTERROGATIVO NUCLEARE
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Matrimonio in chiesa per una leader torinese dei transessuali
- Tre colpi contro la moglie
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy