La Telit torna in alto mare
La Teli! torna in alto mare Il psi rimette in discussione raccordo raggiunto in commissione La Teli! torna in alto mare Non sarebbe assicurata la prevalenza pubblica - Chiesto un nuovo dibattito - Punùlia (de): non siamo pregiudizialmente contrari, ma non dobbiamo ostacolare le aziende ROMA — La vicenda della Telit. la società tra Telettra (Fiat) e Italtel (Iri-Stet) che dovrebbe operare nel campo delle telecomunicazioni, rischia di tornare in alto mare. Il psi ieri è sceso in campo sostenendo che sull'accordo politico raggiunto in settimana alla commissione bicamerale delle Partecipazioni Statali c'è stata una •^commedia degli equivociche qualche forza politica • ha voluto strumentalmente sviluppare*. A riaprire il discorso sulla nuova società è il capogruppo del psi in commissione, Biagio Marzo, in un corsivo che compare oggi sull'Avari ti.': immediata la replica del capogruppo democristiano, Calogero PumiIla. I socialisti, annuncia Marzo, «propongono urgentemente una audizione in seno alla commissione per discutere della questione Telit.prima che la Stet deliberi in merito-, allo scopo di -mettere in chiaro quelle forzature interpretative che la. de avanza sul parere espresso dalla commissione stessa: L'accordo raggiunto in Commissione circa il vaglio del Cipi sulle eventuali future modifiche all'assetto della società, -ha il valore di una maggiore garanzia da parte del governo, ma non può in nessun caso permettere un'automatica via libera all'operazione-. -Non è possibile — scrive Marzo — attribuire uguale peso a due aziende del valore reale tanto differente, in cui la dote maggiore viene portata dalla parte pubblica, l'ItaieU. Il capogruppo socialista sostiene che -si è voluto concedere al partner privato un patto par asociale con diritto di veto, quando la dote che l'Itatel porta alla nuova società è di 800 miliardi contro i 400 della Fiat-. Le valutazioni delle società di consulenza, prosegue il corsivo deìl'Avanti.', hanno stabilito che la Fiat dovrà conferire 170 miliardi e che altri 50 dovranno essere versati da Mediobanca, -cifre che non andranno nemmeno alla Telit. bensì alla Stet-. Senza contare, aggiunge, che eventuali accordi con altri partner stranieri -farebbero scendere la quota in mano pubblica al 12%-. E pertanto, conclude Marzo, i socialisti -chiedono un pronunciamento della commissione prima della conclusione dell'accordo-. Il democristiano Pumilia respinge in blocco le argomentazioni di Marzo. «/ socialisti erano presenti alla riunione della commissione bicamerale sulle Partecipazioni Statali e non dormivano- ha subito replicato. Se si tratta di discutere nuovamente in commissione bicamerale «non ci possono essere obiezioni pregiudiziali- risponde poi Punùlia alla richiesta del psi ma, precisa, -purché non ci si perda, come capita di sovente, fra le nebbie delle parole e delle posizioni die o mutano spesso o sono strumentali-. Si tratta, insomma, aggiunge il capogruppo de. di esprimere la propria opinione, la più approfondita, ma in tempi compatibili con le esigenze delle imprese. -Non possiamo diventare ostacolo allo sviluppo industriale, anche se rivendichiamo al Parlamento il diritto di conoscerle e giudicarle-. Sulla vicenda intervengono anche i socialdemocratici, tramite il responsabile del settore telecomunicazioni. Filippo Caria, membro della direzione del partito. -Ormai sul caso Telit siamo alla confusione totale- ha detto. •A questo punto — ha aggiunto Carla — Telit non può prescindere da una riconsiderazione sul futuro delle telecomunicazioni, un settore che è e deve rimanere nell'area pubblica. Se la commissiona bicamerale per le Partecipazioni Statali non troverà un accordo soddisfacente che dia piena garanzia su questo fondamentale punto allora ritengo che dell'intera vicenda debba occuparsi il Parlamento-. (Agi)
Persone citate: Biagio Marzo, Calogero Pumiila, Carla ? Telit, Filippo Caria, Marzo, Pumilia
Luoghi citati: Roma
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