Trento,no al «Leone del deserto»

Trento, ira al «Leone del deserto» Trento, ira al «Leone del deserto» Vietata dalla Digos la proiezione del film sulla campagna italiana in Africa - Motivo ufficiale: mancano i visti della censura TRENTO — La polizia ha vietato a Trento la proiezione del film «Il leone del deserto» perché privo dei visti della censura amministrativa e dell'autorizzazione ministeriale. La pellicola doveva essere presentata ieri pomeriggio e in serata al Centro Santa Chiara. Un'iniziativa (la prima di una lunga serie di manifestazioni) del Comitato popolare per la pace in favore di tre suoi membri, accusati di vilipendio alla bandiera (il processo è imminente). E' sfumata per l'intervento della Digos, pochi istanti prima che si spegnessero le luci in sala. Oli agenti hanno consegnato agli organizzatori una circolare ministeriale del 1985 in base alla quale un film può essere proiettato solo se corredato dei visti e delle autorizzazioni fissati dalla legge. Registrato su cassetta (partecipò al Festival di Cannes del 1982) il kolossal ripercorre le vicende del generale Oraziani in Libia. Regista è il sire-americano Moustapha Akkard, già autore di «U Messaggio» (un'o¬ pera su Maometto). Protagonisti Antony Qutan (nella parte dell'eroe libico Omar Mukhtar), Oliver Reed (il generale Oraziani), Rod Steiger (Mussolini), Irene Papas (Mabruka, una madre beduina). La pagina di storia coloniale rievocata dal film fu scritta negli Anni Trenta. Omar Mukhtar, definito il Garibaldi arabo, è il baluardo su cui si arenano gli imperiali sogni italiani. Riconquistata la Tripolitanla, occupato il Fezzan, e Giarabub, Gialo o Cufra, rimane il Oebel per coronare la campagna libica. Ne è «sovrano» indiscusso Mukhtar, l'uomo che da vent'anni (dal 1911) si oppone all'itaL'anizzazione della Cirenaica. Mussolini affida nel 1930 a Rodolfo Oraziani la missione di debellarne la resistenza. L'ambizioso generale solo nel settembre del '31, nonostante gli ingenti mezzi e uomini a sua disposizione, riesce ad aver ragione del condottiero arabo. Una delazione gli consente di localizzarlo e di arrestarlo dopo un breve combattimento. Segue la condanna a morte del prigioniero: viene impiccato il 16 settembre, davanti a ventimila persone. Fra 1 testimoni, un bimbo di sei anni, il futuro colonnello Oheddafi. Il film, che all'estero (dalla Francia agli Stati Uniti) ha ottenuto una vasta eco, in Italia non è mal stato proiettato con i crismi legali. Il Comitato popolare per la pace non intende comunque rinunciare al «Leone del deserto», «il film che vi hanno impedito di vedere», come 1 suol componenti si sono premurati di scrivere sulle locandine. L'associazione ha annunciato, subito dopo l'intervento della Digos, l'intenzione di proiettare prossimamente la pellicola all'aperto, nella centralissima piazza dedicata a Mario Fasi, medaglia d'oro alla memoria della Resistenza. Un cavillo burocratico ha dunque bloccato 11 «Leone del deserto». Non è escluso che divenga un «caso cinematografico». Come — anche se per ragioni diverse — «Ultimo tango a Parigi» di Bertolucci.