Sei anni e 8 mesi al giovane che ha violentato l'inglese
Sei anni e 8 mesi al giovane che ha violentato l'inglese I giudici di Vibo accolgono in parte le richieste del pm Sei anni e 8 mesi al giovane che ha violentato l'inglese 1 .Jtisatchnento ^^n^mÉ^gM^jj^Éig^^^u^jfeWa sentènza ; ì L' " ■ - -L . r-, ■ ii^ ...... T~ . ; '■■ .,=,■!' VTJBÒ' VALENTIA — Sei anni e otto mesi per Sergio Orrlco, il ventisettenne violentatore dell'inglese Barbara Cechanowicz. Una bella «stangata» secondo i pochi innocentisti; quasi un «regalo» per i colpevolista Comunque, il tribunale di Vibo ha ritenuto l'imputato pienamente responsabile di tutte le accuse a suo carico: violenza carnale continuata, ratto a fine di libidine, lesioni, atti osceni. In pratica, il collegio (del quale facevano parte due donne) ha accolto le tesi della pubblica accusa rappresentata dalla dottoressa Patrizia Pasquin, che, però, aveva chiesto la condanna dell'imputato a 12 anni. La dottoressa Pasquin è stata severa nelle sue requisitorie pronunciate, una venerdì notte, l'altra ieri pomeriggio dopo che il tribunale, sempre nella nottata, aveva deciso di riaprire l'istruttoria dibattimentale con l'intenzione di approfondire alcuni aspetti, ancora poco chiari, della vicenda. C'è da dire che l'andamen¬ to del processo è stato abbastanza lineare: da un lato la parte offesa che ha spiegato — con grande senso di civiltà e senza Isterismi — fin nei minimi particolari, sia nel primo che nel secondo dibattimento, le terribili sei ore in cui è stata in balla dell'Orrico, da quando cioè le è stato offerto un passaggio in auto da Vibo fino a Tropea con la scusa che 11 avrebbe potuto conoscere un docente che sapeva l'inglese e che l'avrebbe aiutata a parlare l'italiano in poco tempo, fino a quando l'Orrico non ha cominciato a violentarla a ripetizione in modo brutale, picchiandola più volte e spingendola poi in mare per farle sparire le tracce di quelle violenze. Dall'altra lui, il giovane di paese «senza arte né parte», già pregiudicato anche se per lievi reati, che non si era fatto sfuggire l'occasione che l'inglese rappresentava, e che davanti al giudici ha insistito sulla «disponibilità» della ragazza anche se poi ha dovuto ammettere di aver compiuto anche atti in¬ naturali («ma lei è stata sempre consenziente' ha tentato di giustificarsi). Sicché, quando il tribunale ha letto la sentenza, è rimasto quasi impassibile. Ai cronisti si è limitato a dire di non avere soldi per risarcire la ragazza (è stato condannato anche al pagamento di 10 milioni) e In fondo di non sentirsi colpevole. «Semmai l'unica colpa che ho — ha biascicato con la testa bassa — e stata quella di aver risposto al suo cenno di sorriso e di averla poi invitata a fare un giro in auto». Lei, Barbara, invece, non ha assistito alle lettura del verdetto pronunciato in un'aula semideserta alle 17,30. Probabilmente non le interessava conoscere la decisione del tribunale; a lei importava molto di più andare via, dimenticare al più presto questa allucinante esperienza italiana. 'Affari miei», aveva gridato a chi le chiedeva sul suo futuro nel primo pomeriggio mentre lasciava l'aula, con una sigaretta in bocca, ancora semistralunata. Enzo Laganà AUGURI A TUTTE LE DONNE Roma. Una ragazza al corteo di ieri per !a Festa della donna. In occasione del convegno «Trent'anni di Europa e il cammino delle donne», che si terrà oggi, Craxi ha indirizzato una lettera in cui formula «per tutte le donne italiane i più fervidi auguri, accanto all'impegno di proseguire senza sosta nelle azioni atte a conseguire una società di eguali, che abbia cancellato la discriminazione dei sessi». L'Osservatore Romano mette in relazione, nella rubrica «Acta diurna», la recente approvazione in soli 90 minuti del cosiddetto divorzio corto e la Festa della donna: la quasi contemporaneità «getta un'ombra di equivoco sull'8 marzo 1987» perché «non si può giocare alla festa quando qualcosa strìde nel cuore della donne e i fatti irrìdono le loro coscienze»
Persone citate: Craxi, Enzo Laganà, Festa, Orrico, Pasquin, Patrizia Pasquin, Sergio Orrlco
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