«Libera circolazione dei capitali necessaria all'impresa europea »
«Libera circolazione dei capitali necessaria all'impresa europea » Umberto Agnelli parla a Bari sulle nuove esigenze delle aziende «Libera circolazione dei capitali necessaria all'impresa europea » Investimenti ad alto contenuto tecnologico della Fiat nel Mezzogiorno BARI — «Per l'impresa europea troppo spesso il raggiungimento di una soglia che le consenta di dirsi "impresa multinazionale" fa parte ancora di un orizzonte lontano.: lo ha detto ieri il vicepresidente della Fiat Umberto Agnelli nel corso del suo intervento a Bari sul tema 'L'internazionalizzazione dell'economia e le nuove esigenze strategiche dell'impresa italiana.. •Le joint ventures — ha proseguito Agnelli — sono il mezzo per accelerare questo processo: sarebbe ottimale che esse consentissero di dar vita a multinazionali europee, come tappa in funzione di ulteriori accordi intercontinentali. Con tutta franchezza devo dire che, mentre la politica industriale ed economica italiana ha saputo pur con luci ed ombre assecondare la fase delle ristrutturazioni e del consolidamento, appare invece oggi assai incerta nell'affrontare la sfida deWinternazionaliz- zazione.. •Lo vediamo — ha detto il vicepresidente della Fiat — in materia di liberalizzazione del movimento dei capitali, di introduzione di nuovi strumenti finanziari e di nuove forme di afflusso del risparmio alle imprese (merchani banking, fondi chiusi, commercial paper, ecc.)... E' certamente giusto — ha riconosciuto Agnelli — che le massime istituzioni del Paese si preoccupino di liberalizzare con prudenza, ma la prudenza — ha ammonito — non deve tramutarsi in un freno tale da compromettere 11 processo di interna¬ zionalizzazione. Cosi come non si deve dare troppo credito all'obiezione secondo cui internazionalizzazione sarebbe sinonimo di dirottamento di risorse verso l'estero, a scapito del nostro Paese. .E' un'obiezione — ha detto — che preoccupa: perché ignora che l'internazionalizzazione è un processo che porta risorse italiane all'estero, ma come contropartita porta risorse estere in Italia. Ed è questa contropartita che prevale oggi. E' un'obfezione, tra l'altro — ha aggiunto — che emerge non di rado proprio quando si di¬ scute di Mezzogiorno: quasi vi fosse una contrapposizione tra internazionalizzazione delle imprese italiane e sviluppo del Mezzogiorno. Come Fiat il problema non si pone nemmeno: lo dimostrano la rilevanza e l'avanzamento tecnologico dei nostri investimenti net Sud: attuali e programmati.. .Il mondo imprenditoriale italiano — ha concluso Agnelli — è senza discussione compatto nel considerare lo sviluppo moderno del Mezzogiorno come condizione essenziale per lo sviluppo del Paese. Ma lo sviluppo del Sud non deve avvenire a detrimento della solidità industriale complessiva dell'Italia, perché sarebbe una logica perdente per tutti. Ciò che occorre è rendere il Mezzogiorno partecipe del processo di internazionalizzazione, non farne un'area protetta: che significherebbe, in altre parole, un'area permanentemente assistita.. r. e. s.
Persone citate: Agnelli, Umberto Agnelli
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