« Niente impunità per Negri »

« Niente impunità per Negri » Il ministro della Giustizia risponde ai «rifiugiati» in Francia « Niente impunità per Negri » Rognoni: la latitanza è contro la legge - Per giovarsi dei vantaggi a favore dei dissociati, occorre prima «rendere conto» - D padre di Alceste Campanile scrìve a Cossiga DALLA REOAZIONE ROMANA ROMA — A Toni Negri, che ha scrìtto a Cossiga invocando di poter tornare in Italia con la garanzia di non essere arrestato, hanno risposto, ieri, il ministro della Giustizia e 11 padre di un ragazzo assassinato dal terrorismo: due «no», pronunciati da ruoli e con toni differenti, all'impunità richiesta dall'ex leader di Autonomia, divenuto improvvisamente un interlocutore del Guardasigilli. ie^^'ti^n^a^nVlSi stóxM Wgiriló' Rdgnbnf. Sé vuole'Usufruire della legge .sulla dissociazione, si costituisca e accetti il carcere. Altrimenti si instaurerebbe una situazione di assoluta disparità con quelle decine di «dissociati» che hanno comunque pagato un prezzo. «Quello che deve risultare evidente — afferma Rognoni — deve essere la soggezione alla legge, che si esprime in primo luogo con la rinuncia a comportamenti che non si armonizzano con la stessa legge. E' cosi per la latitanza». Bocciando la richiesta espressa da Negri e da altri 26 imputati per terrorismo che si trovano In Francia, dove rischiano l'espulsione. Rognoni aggiunge: «Si può chiedere di giovarsi dei vantaggi concessi da una legislazione oculatamente premiale se prima non ci si presenta a rendere il proprio conto?». Dunque- nessuna «garanzia di impunita.; 'nessun ritocco 'della'' legge per agevolare Negri è gli altri latitanti. Le garanzie •sono quelle assicurate dalle leggi della Repubblica: cercarne altre e diverse vuol dire non aver capito che la legge dev'essere uguale per tutti». Vittorio Campanile, padre di Alceste, un militante di Lotta continua assassinato a Reggio Emilia nel "75, non parla a Negri, ma a Cossiga. Nella lettera inviata al Capo dello Stato, Vittorio Campanile torna ad accusare il leader di Autonomia per la morte del figlio. Ribadisce che il delitto è strettamente legato al rapimento e alla morte di Carlo Saronlo, e cita la testimonianza di un pentito: •La decisione di rapire Saronio era stata presa a Padova dagli uomini dell'Autonomia di Toni Negri», ha detto Carlo Casirati nella sua confessione. Campanile inoltre accusa la magistratura di Ancona di aver assolto Negri «a causa delle forti pressioni ricevute», e conclude cosi: •Oggi Toni Negri, che vive vergognosamente a spese della collettività nazionale, vuole rientrare indisturbato in Italia, n dolore e i lutti che ha seminato non lo toccano più di tanto. Dovrebbe essere accontentato. E' giusto che ritorni, ma solo per scontare l numerosi anni di galera cui è già stato condannato».

Luoghi citati: Ancona, Francia, Italia, Padova, Reggio Emilia, Roma