Arrivano i fondi da 1200 a 4000 miliardi per la grande operazione immobiliare-urbanistica di Pierangelo Sapegno

Pioggia di soldi su Bologna Arrivano i fondi, da 1200 a 4000 miliardi, per la grande operazione immobiliare-urbanistica Pioggia di soldi su Bologna Nessun'altra città italiana spenderà tanto in opere pubbliche, dopo anni di paralisi -1 finanziamenti serviranno per le celebrazioni del nono centenario dell'Università, strade, ferrovie e case BOLOGNA - Una pioggia di miliardi sta per cadere su Bologna. Milleduecento, subito e sicuri. Ma potrebbero diventare anche duemila, addirittura 4000 fra qualche tempo, alla fine del lavori. Nel prossimi dieci anni nessun'altra città italiana spenderà tanto in grandi opere pubbliche. Dn fiume di danaro farà cambiare volto a Bologna. Un'occasione particolare, nata da varie coincidenze: le celebrazioni per il nono centenario dell'Università piti antica d'Europa; una serie di vecchi progetti oggi non più rinviabili; il ruolo di nodo strategico che ricopre il capoluogo emiliano per la viabilità della Penisola; 11 governo Craxi che s'è deciso ad aprire le casse per gli investimenti; «una giunta non più solo comunista, la nuova stabilità politica che garantisce lunghi giorni sema guerre», sottolinea Enrico Boselll. viceslndaco psL Tutti tasselli di un mosaico. Cosi, sta per partire la più grossa operazione lmmobl1 lare-urbanistica del dopoguerra. E parte, questa operazione, con 1 lavori per il Centro Alimentare, 11 nuovo grande mercato ortofrutticolo rimasto 16 anni paralizzato fra le pastoie burocratiche, fra rinvìi e bisticci, con 1 finanziamenti promessi e mai arrivati. Un simbolo del tempi che cambiano. Perché adesso sono bastati pochi giorni: i soldi ci sono (60 miliardi), l'accordo fra Regione, Camera di commercio e Comune è stato trovato subito. Non è che l'inizio. Molti gU appuntamenti significativi: la metropolitana, 11 raddoppio della tangenziale, la camionabile per la Bologna-Firenze, l'aeroporto, una città tecnologica e una città dello sport... Intorno a questi lavori e questi progetti si muovono, ovviamente, 1 grandi Interessi del centri studi del colossi internazionali, dall'ltalstat a Ligresti, dalla Fiat alla Matra francese. Un balletto strano: a Bologna arrivano soldi e nomi che contano, si agitano le Cooperative, ancora In bilico fra la crisi e 11 rilancio, e si preoccupano pure gli industriali emiliani che hanno conqui¬ stato nuove ricchezze negli ultimi tempi. I capitoli delle spese riguardano soprattutto la viabilità, le ferrovie, la metropolitana, l'università, le case. Attorno alla città Bta per intrecciarsi un incredibile reticolato di strade: c'è il progetto per la nuova tangenziale, quello della 3* corsia suU'Automare, della camionabile, della nuova Porre ttana... Non è ancora chiaro, In questo caso, quanti siano 1 miliardi disponibili. Intanto ne sono arrivati 180 solo per l'asse Sud-Ovest, l'arteria che andrà dall'Ospedale Maggiore al quartiere S. Rufflllo. Alle Ferrovie sono stati assegnati 200 miliardi: il nodo bolognese dovrà essere ristrutturato per far passare 1 treni ad alta velocità (320 km orari). Il direttore del dipartimento, l'ingegner Gabriele Malacarne, parla però di altre cifre: •Ipotizziamo una spesa di 500-600 miliardi. Senea contare che entro il '90 bisogna raddoppiare la Bologna-Venezia. Spesa prevista: mille miliardi». Altri 400 per la metropolitana, 53 per le case. L'Università, grazie al centenario, aspetta 14 miliardi per le celebrazioni e 110 per la ristrutturazione di tutti gli edifici compresi nel quadrilatero fra l'Accademia delle Belle Arti e Palazzo Poggi. E ancora: 41 miliardi andranno all'Aeroporto Marconi (che sarà ingrandito), quasi 60 allo stadio, 68 per 1 depuratori, 25 per 1 parcheggi sotterranei. A conti fatti. 1200 miliardi. 'Bologna torna ad essere importante», osserva soddisfatto Boselll. Perciò, ora, qui arrivano in tanti fra quelli che contano. E c'è chi non interpreta come una semplice coincidenza 11 fatto che 11 re dell'Immobiliare, Salvatore Ligresti, sia proprio di recente entrato' a Bologna, acquistando — pare — una quota di minoranza del Resto del Carlino, l'unico giornale della città. E non basta: Ligresti avrebbe fatto conoscere agli amministratori un altro suo piano per Bologna. SI chiama «Città dello sport». Prevede la costruzione di un nuovo stadio, un nuovo palasport, piscine, palestre, campi da tennis, un albergo e un megacentro espositivo e commerciale. Per ora gli hanno detto d. no. C'è chi sta studiando un altro grande progetto, quello del polo tecnologico: una cittadella nella città, dove trasferire Cnr, Enea,, tutto le facoltà scientifiche dell'Università, e tutte le imprese bolognesi che fanno ricerche in questo 'settore. Ligresti non è il solo a guardare di questi tempi a Bologna e all'Emilia. C'è chi parla di Berlusconi, chi di altri colossi. In tutta la Regione, poi, gli investimenti previsti soltanto dalla Finanziaria sono di 5 mila miliardi. Ed è logico che 11 presidente della Federazione industriali dell'Emilia Romagna, Francesco Massari, metta le mani avanti: -Il rilancio degli investimenti pubblici crea una domanda che le imprese della nostra regione sono pronte a soddisfare. Noi non siamo protezionisti. Però teniamo a dire che le nostre aziende hanno un potenziale tale per fare tranquillamente la loro corsa alle opere pubbliche». n piatto è davvero ricco. E gli Interessi tanti e grandi. In fondo, per Bologna, è la prima vera occasione d'oro dagli Anni Sessanta a oggi. Da quando, qui, si sognava •la metropoli dal volto umano, al giorni di Zangheri e della vetrina, mentre la città se ne stava, in realtà immo¬ bile. «£" un segno che Bologna sta finalmente uscendo da Un lungo periodo di paralisi, che gli imprenditori avevano da tempo denunciato — afferma Giuliano Gotti segretario generale dell'Associazione Industriali —A questo punto è necessario che le amministrazioni sappiano tradurre concretamente i progetti di sviluppo sul piano dell'efficienza esecutiva e della trasparenza. Vogliamo inoltre che le condizioni d'appalto permettano anche alle aziende private bolognesi di fornire il proprio contributo adeguato. Siamo certi, del resto, che la nostra imprenditoria sia all'altezza della situazione e sappia cogliere una tale opportunità: In questo quadro complesso, fra paure e appetiti, s'inserisce poi un'altra notizia. Forse non meno importante. A fine marzo, avvisa Boselll, •diventerà legge la proposta di riforma degli appalti del Comune»- La polemica, si sa, era vecchia di anni: le cooperative — soprattutto quelle rosse — erano sospettate di grandi privilegi. Troppi, secondo alcuni. La riforma, ovviamente, piace agli industriali. Un po' meno al mondo della cooperazione. Pierangelo Sapegno