Reagan all'attacco

Reagan all'attacco Vuole che il Congresso torni a finanziare i contras Reagan all'attacco Dopo l'autocrìtica in tv, i sondaggi Io danno in piena ripresa - Ma lo scandalo brucia ancora: nuove rivelazioni sui «fondi neri» destinati ai ribelli antisandinisti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Ringalluzzito —11 termine è del democratici — dal consensi ottenuti col suo discorso in tv, il presidente Reagan è passato all'offensiva sull'irangate, chiedendo al Congresso di erogare gli ultimi 40 milioni di dollari di aluti ai contras, come autorizzato l'anno scorso. Usando i sondaggi d'opinione come trampolino di lancio, li Presidente ha proclamato che «si é sprecato troppo tempo nelle manovre politiche tipiche di Washington', e che è ora di guardare avanti. Ma di fatto l'opposIone gli ha già fatto guerra, presentando una mozione per una moratoria su qualsiasi assistenza — passata o futura—ai ribelli antisandinisti. La base reaganiana è ancora fragile. Secondo il sondaggio della rete televisiva Cbs, 11 Presidente ha l'appoggio del 51 per cento degli americani, secondo VAbc del 48 contro il 42 per cento di una settimana fa. Il recupero è innegabile, e per la Casa Bianca non c'è dubbio: i dati Indicano che si sta formando «un clima nuovo» favorevole al Presidente. Ma come ha osservato il leader della maggioranza democratica al Senato, Byrd, «un discorso non cambia il mondo» : i sondaggi, ha aggiunto il senatore, dimostrano anche che i due terzi degli elettori non credono che Reagan abbia detto tutto ciò che sa, né che egli possa tornare a governare con l'efficacia originaria. Saranno gli sviluppi dello scandalo a determinare l'esito del confronto subito crea¬ tosi tra il govèrno e l'opposizione: lo storno dei pagamenti iraniani ai contras è la mina vagante nel mare reaganlano. Ieri sono emerse le prime indiscrezioni, n leader ribelle Calerò ha confessato che nell'85 ricevette una rimessa di 200 mila dollari da un conto svizzero intestato a «Lake Resources», la società costituita dal colonnello North, 11 protagonista dello scandalo, e dal generale a riposo Secord, il suo braccio destro. Calerò ha sostenuto che nel 1984-85, quando gli aiuti erano proibiti, •gruppi privati' versarono ai contras 32 milioni di dollari, A scavare in questi gruppi, saltano però fuori gli amici di North: Io stèsso Secord, che forni 9 milioni di dollari in armi, l'altro generale a riposo, Slnglaub, che né forni per 5 milioni, e via di seguito, n dubbio che in qualche modo facessero tutti capo al colonnello è lecito. Nel suo appello televisivo alla nazione, il Presidente ha asserito di non saperne nulla. Ma persino suo fratello, Neal Reagan, di 78 anni, lo ha messo in forse: «A mio parere — ha dichiarato a un giornale — era al corrente degli storni: Interpellato dai reporter, 11 Presidente ha avuto la battuta pronta: •Lo ha detto davvero? Lo scorticherò vivo: Non è in questo modo che potrebbe cavarsela davanti a un inquirente. L'agenzia sovietica Tass ha diffuso la notizia che il deputato democratico Gonzales intende chiedere l'incriminazione di Reagan: la direzione del partito, che teme di compiere un passo falso, lo ha negato. E' chiaro comunque che l'assedio alla Casa Bianca non si scioglie. Ieri il1 Washington Post ha fatto due rivelazioni che hanno provocato una- ringhiosa smentita. La Casa Bianca, ha scritto il quotidiano, tentò di emendare il. rapporto Tower sull'Iran gate delle contraddizioni in cui' era caduto il Presidente: fece inoltre registrare, ha aggiunto, le telefonate di casa di McFarlane, l'ex di¬ rettore del Consiglio di Sicurezza Nazionale che a gennaio tentò: di suicidarsi. Lo -storico Schlesinger ha affermato che nel dcpò-Tower, finché non si sapranno 1 risultati delle altre inchieste, i confini tra realtà e illusione saranno molto ambigui. I reaganauti si aggrappano alle apparenze: esultano, ad esempio, pècche il 93,5 per cento delle telefonate ricevute dopo il discorso di Reagan alla tv sono state di plauso. , Ennio Carette

Persone citate: Byrd, Ennio Carette, Neal Reagan, Reagan, Schlesinger, Secord, Tower

Luoghi citati: Iran, Washington