Negri a Cossiga «Fateci tornare»

Negri a Cossiga «Fateci tornare» Vogliono dissociarsi 27 rifugiati Negri a Cossiga «Fateci tornare» Chiesta la garanzia di non essere arrestati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — ToraNegri e altri ventisei «rifugiati» Italiani in Francia hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. Chiedono un suo •autorevolissimo intervento» perché la legge sulla dissociazione dal terrorismo, recentemente approvata in Parlamento, venga applicata anche a loro. Si dicono tutti pronti a rilasciare di fronte ai magistrati la dichiarazione formale di dissociazione prevista dalla nuova legge: anzi, hanno già scritto anche al tribunali. Ma vogliono una garanzia, quella di non essere arrestati rientrando in Italia. La lettera — un lungo testo di due pagine — è stata presentata ieri mattina a Parigi da Toni Negri e da alcuni dei firmatari: Andrea Morelli. Gianfranco Pancino. Pantaleo Eliclo, Anna Soldati. Ma, almeno da quanto è stato detto, rispecchierebbe le attese della maggioranza dei circa 150 •rifugiati» che vivono attualmente in Francia. «La legge — dice Negri — è stata fatta per chiudere con il periodo dell'emergenza. E richiede dai dissociati una semplice dichiarazione. Anni di esilio e di interruzione di qualsiasi attività, provata anche dall'attenta vigilanza che gli organi di polizia del Paese che ci ospitaci dedica- ■ no, sono'pià la dimostrazione ; della nostra dissociazione». 1 «rifugiati». Insomma, si considerano 'nella condizione di poter beneficiare della legge» che prevede riduzioni delle pene fino alla metà nel caso del reato di associazione sovversiva. Perché, allora, la richiesta di un intervento di Cossiga? In realtà, nella legge non c'è alcun accenno alle situazioni di chi ha trovato rifugio all'estero: un'omissione che, sempre secondo Toni Negri, «o//re il pretesto a difficoltà tecniche» che nasconderebbero, invece, delle resistenze politiche. Con il risultato di •operare una strana discriminazione: certo c'è differenza tra chi è in carcere e noi, ma anche l'esilio è una pena; e, nel mio caso, credo che i quattro anni e mezzo passati in prigione siano già abbastanza». In sostanza, il gruppo del ventisette «rifugiati» chiede che 1 giudici italiani raccolgano le loro dichiarazioni di dissociazione In Francia, per rogatoria: «una pratica che è stata usata per interrogarci durante le inchieste e che potrebbe essere utilizzata adesso per dare efficacia a una legge che corregge gli effetti di una eccessiva repressione giudiziaria». e. s.

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