Reagan, pentito, si salva

Reogoiy pentita, si salva L'appello televisivo del Presidente svolta déU'Irangate Reogoiy pentita, si salva «La trattativa con Teheran è stata un errore» - «Ora il Consiglio di sicurezza seguirà anche le direttive del Congresso» - Un membro dell'Inquirente: una trasfusione di sangue per la Casa Bianca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La metafora più azzeccata è stata quella del senatore democratico dell'Alabama Howell Heflin, membro della commissione inquirente sull'Iran gate. «Questo discorso — ha detto Heflin — è una trasfusione di sangue per il Presidente e per l'amministrazione*. Heflin ha parlato a caldo, subito dopo l'appello televisivo di Reagan: ma a parte qualche democratico, come il predicatore Jesse Jackson, candidato alla Casa Bianca nell'88, quasi nessuno lo ha contraddetto. Il suo giudizio appare esatto. Addossandosi totalmente la responsabilità del baratto armi-ostaggi con l'Iran, ammettendo che fu un grosso errore e impegnandosi a porvi rimedio, il Presidente • ha ieri salvato se stesso e 11 suo governo dalla fine politica Immediata. Per 12 minuti, l'America ha rivisto alla televisione il vecchio Reagan, sorridente ma deciso, sotto assedio ma padrone del suo pubblico. Le omissioni del Presidente sono state clamorose: non un accenno alla politica di appoggio ai contras condotta prima dello scandalo in violazione della legge, né ai tentativi di «cover tip», l'occultamento dell'Irangate, compiuti negli ultimi mesi dalla Casa Bianca. Ma* Reagan è riuscito egualmente a dare una sensazione di sincerità e di rammarico. Il suo «atto di contrizione», come V).Uà definito il New York Times, a mercoledì delle ceneri, nel trentacinquesimo anniversario del suo matrimonio, ha rincuorato 1 repubblicani. Osservatori attenti come 10 storico Arthur Schlesinger hanno sottolineato che questo di Reagan è solo 11 primo passo, che è comunque in ritardo di tre mesi, e che alla fine il destino del Presidente e dell'amministrazione dipenderà dalle nuove inchieste in corso sull'Iran gate. Ma Schlesinger ha aggiunto che se all'appel- , lo alla tv Reagan farà seguire altre misure, sotto forma di rimpasti («sposterò, altri mobili» ha detto 11 Presidente), e di iniziative politiche precise, come un accordo sulle armi di teatro, allora potrà uscire bene dallo scandalo, ili presso da pagare — ha concluso Schlesinger — sarà il compromesso continuo col Congresso, e quindi 11 sacrificio del reaganismo aggressivo del suo primo quadriennio: L'anziano leader, 76 anni compiuti il mese scorso, si è presentato preparato all'appuntamento con la storia. La first lady Nancy, da lui difesa con vigore dalle critiche del mass media americani per le sue Ingerenze nella Casa Bianca, gli ha prestato il suo •speeefuoriter», l'autore dei suoi discorsi più riu sciti. Il capo di gabinetto Baker ha eseguito un blitz propagandistico al Congresso, dove ha lavorato per quasi vent'anni, e dove un'aula porta 11 suo nome. Reagan, ha raccontato l'ex senatore del Nevada Laxalt, 11 suo migliore amico, che ambisce alla sua successione, ha provato per ore il discorso allo specchio, come un grande attore alla viglila della prima. Quando le telecamere si sono accese, il Presidente è apparso teso, le rughe più visibili del solito. Ma quando ha iniziato a parlare, è cambiato. 'Il potere della presidenza non poggia sullo studio Ovale — ha esordito — ma nella fiducia degli americani... Vi sarete chiesti perché mi sono nascosto per tre mesi nella Casa Bianca... la ragione è che non conoscevo la storia per intero... ho pagato caro Q mio silenzio, ma mi conforta, un passo del rapporto Tower: "Il Presidente vuole che la verità venga alla luce...". E' un rapporto onesto, convincènte, estremamente critico, che io accetto: 'Pur essendo adirata perché si è agito a mia insaputa. — ha proseguito 11 Presidente — so di doverne rispondete in prima perso¬ na... tutto è accaduto sotto il mio comando... Qualche mese fa vi ho detto che non abbiamo barattato armi per ostaggi: nel mio cuore è così, ma i fatti e le prove dicono che non lo è». Dopo aver insistito di essere rimasto sempre all'oscuro dello storno del pagamenti iraniani al contras nicaraguensi, il Presidente ha spiegato la resa al ricatto di Khomelni come «la degenerazione di un'apertura strategica: -E' stato un errore... ho permesso che la mia preoccupartene per gli ostaggi sconfinasse sul piano geopolitico: ' Reagan ha attribuito lo scandalo anche alla stia abitudine di delegare, e ha affermato di avere già corretto questo metodo: «Ho ordinato al Consiglio di sicureesa nazionale di seguire le direttive anche del Congresso, di bloccare le libere iniziative individuali: Per ultimo, il Presidente ha giustificato le proprie amnesie con la mancanza di una documentazione: mRicordo di aver autorizzato le consegne di armi all'Iran, non ricordo quando». Guardando fisso nella telecamera, il Capo dello Stato ha quindi tratto la morale. «Alta mia età si accumulano tanti sbagli che s'impara per forza come ripartire da capo... Il Congresso, l'Vrss, gli alleati ci sollecitano ad andare avanti... "è quello che intendiamo fare"». Ennio Caretta

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