Trapianti di cuore e polmone entro l'anno anche in Italia di Bruno Ghibaudi

Trapianti di more e polmone entro Vanno anche in Italia L'Istituto Superiore di Sanità seleziona i centri di chirurgia Trapianti di more e polmone entro Vanno anche in Italia Finora solo 92 casi nel mondo, 48 pazienti sopravvivono a 2-3 anni dall'intervento ROMA — Entro l'anno anche in Italia verranno effettuati 1 primi trapianti contemporanei di cuore e polmone, un intervento delicato e complesso che può perù aumentare sensibilmente le possibilità di sopravvivenza di quel cardiopatici gravi nel quali anche là funzione polmonare è stata compromessa. L'istituto Superiore di Sanità sta completando l'istruttoria tecnica preliminare per individuare i Centri di chirurgia dei trapianti già dotati delle équlpes e delle attrezzature indispensabili A dare la notizia è stato ieri il prof. Vincenzo Oalluccl, direttore dell'Istituto di Cardiochirurgia dell'Università di Padova e pioniere del trapianti cardiaci in Italia (novembre 1985), nel presentare il Corso Internazionale sui trapianti di cuore, cuorepolmone, fegato e pancreas che i più prestigiosi esperti italiani e stranieri terranno a Venezia dal 22 al 25 marzo prossimi. Oalluce! ha ricordato che 1 trapianti cuore-polmone fi¬ nora effettuati nel mondo sono soltanto 92, contro gli oltre 100 mila trapianti di rene, 1 2832 trapianti di cuore, i 2250 di fegato, 1 1200 di pancreas e 1 55 di polmone. Del 92 pazienti a cui gravissime affezioni cardio-polmonari hanno reso necessaria la sostituzione contemporanea dei due organi, 48 sopravvivono ancora a 2-3 anni dall'intervento. n prof. Raffaello Cortesini. direttore del Servizio Trapianti d'Organo dell'Università «La Sapienza» di Roma e docente del Corso di Venezia, ha tracciato un bilancio di quest'attività in Italia, che «non deve più essere considerata un'avventura chirurgica ma una realtà terapeutica: Le cifre del consuntivo sembrano incoraggianti: fino ad oggi i trapianti di rene sono stati più di 3500,1 trapianti di cuore più di 100.1 trapianti di fegato 33. Soddisfacenti, perché praticamente sovrapponibili a quelli ottenuti nel più celebrati Centri specializzati stranieri, anche 1 risultati. Nel trapianto di rene, per esempio, la sopravvivenza del paziente è dell'88% a 5 anni e del 86% a 15 anni, mentre l'organo conserva una funzionalità dell'85% a 5 anni dal trapianto da vivente e del 75% nel trapianto da cadavere. In quanto al trapianto di cuore, su un centinaio di trapiantati 81 sono viventi e in buone condizioni. Nel trapianto di fegato in Italia slamo ancora agli inizi ma nel mondo il successo viene ormal registrato nel 50% dei casi. ' Ma al di là dei numeri, la realtà italiana del trapianti d'organo resta insoddisfacente: la graduatoria dei Paesi evoluti ci vede In coda Per esempio si dovrebbero traplantare 40 reni per ogni milione di abitanti, invece si arriva si e no a 14: quasi tre volte di meno. La percentuale sale Invece a 24 in Francia, a 27 in Inghilterra, a 32 in Spagna e negli Stati Uniti. Le liste d'attesa stanno perciò aumentando In maniera preoccupante: nel Nord Italia 1700 persone aspettano un rene nuovo, 400 un cuore di ricambio, 30 un fegato funzionante. Nel Centro-Sud sono rispettivamente 1400, 100 e 20. Per molti, l'attesa significa morte certa: nel 1988 ne sono morti 150, più di quanti in Italia ne abbia finora Uccisi l'Aids. -Sono morti soprattutto perché gli organi da trapiantare scarseggiano sempre di più — ha spiegato il prof. Girolamo Sirchia, primario del Centro Immunologia del Trapianti presso 11 Policlinico di Milano e direttore del Nord Italian Transplant —, Nel 1986 l reni da cadavere sono diminuiti del 15%. Insufficiente anche il numero dei cuori a disposizione. Fra i motivi, uno è per altri versi positivo, come la riduzione dei morti per incidenti stradali in seguito all'obbligatorietà del casco per i motociclisti. Ma gli altri sottolineano un preoccupante regresso culturale della donazione. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Girolamo Sirchia, Raffaello Cortesini, Vincenzo Oalluccl