In Sardegna un paradiso svenduto

In Sardegna un paradiso svenduto La minaccia di una colata di cemento sull'isola di San Pietro In Sardegna un paradiso svenduto L'Eni ha ceduto per 200 milioni a privati venti ettari di terreno agricolo - Ma iì vincolo rischia di cadere: a Carloforte si discute un piano per liberalizzare 18 chilometri di costa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CAGLIARI — La grande svendita continua, a prezzi da liquidazione: attraverso la consociata Isar, l'Eni ha ceduto ad una società privata 20 ettari di terreno nell'isola di San Pietro, ultimi paradisi della-.Sài glia sud-occidentale. dell'operazione: di milioni, come dire che la vendita è stata concordata sulla base di 1000 lire al metro quadrato, Iva compresa. E' l'ultimo affare concluso nell'isola dall'Eni che nel recente passato si era già disfatta, tra mille polemiche, di un vasto patrimonio in terreni e case nel bacino minerario del Sulcls. L'acquirente dell'area nell'isola di San Pietro ha un nome accattivante, pieno di suggestioni, «Verdelandia s.r.l.», ma ciò non basta a cancellare, soprattutto fra i gruppi di ecologisti, il timore di una nuova speculazione. La società è controllata dal fratelli Nino e Sebastiano Granare, 42 e 39 anni, entrambi operatori nel settore - delle assicurazioni Nino Granara, politicamente vicino alla de, è da cinque anni presidente della Pro loco. Il gruppo non ha avuto difficoltà a fornire notizie sul¬ lrucerqdsiqpqura l'investimento che intende realizzare a Carloforte, con una premessa In cui precisa che solo un sesto del venti ettari ha una pendenza inferiore al 45 per cento, terreno questo, in una parola, «buo,Je capre». » 'ha spiegato sull'area tono 1 resti di una miniera di manganese, abbandonata da tempo immemorabile) soltanto una quindicina di «case di campagna», villette da 80 metri quadrati ciascuna, tutte ad un solo piano, da •immergere il più possibile nel verde», ad una distanza dal mare appena superiore al chilometro. Un progetto, a prima vista, rispettoso dell'ambiente. Il problema però è che a Carloforte, dove governa una giunta di centrosinistra (dopai), da tempo sono iniziate «grandi manovre»: in attesa del piano regolatore generale, è stata proposta una variante al plano di fabbricazione. La relazione prevede la creazione di un miniaeroporto, di un porticclolo turistico, 11 restauro delle vecchie tonnare con la trasformazione in residence su un'area vincolata di oltre 40 ettari. Inoltre, la relazione prevede il cambio di destinazione per numerose zone, che prospetta 11 pericolo di una colata di cemento su 18 dei 30 chilometri di coste dell'isola Il plano ha alimentato aspre polemiche: tre del cinque rappresentanti socialisti sono in aperto dissenso con la maggioranza e minacciano la crisi. La mediazione tentata dalla federazione del partito non ha dato alcun risultato. Passerà 11 progetto? Per ora nessuno può sbilanciarsi in previsioni. Ma certo, Carloforte (7300 abitanti, 40 mila presenze d'estate anche se i posti letto ufficiali sono appena 70) ha fame di turismo, e non di quello delle seconde case. Cosi nessuno può ipotecare 11 futuro. Anche se non esistono elementi per affermarlo, chi può vietare di' pensare che anche i terreni acquistati da «Verdelandia» potrebbero beneficiare di una riclassificazione, passando da area agricola a turistica? Per la società sarebbe davvero un bel regalo, l'indice di edificabilità verrebbe triplicato, il valore del terreno, con la realizzazione di qualche opera di urbanizzazione, potrebbe salire fino alle 30 mila lire al metro quadrato. Il consigliere democristiano e rappresentante dell'amministrazione nel direttivo della Pro loco (presieduta da Nino Granara), Leopoldo Durante, parla senza inibizioni di «Verdelandia», ponendo il problema nel contesto dello sviluppo turistico dell'isola di San Pietro: «J7 turismo di Carloforte — spiega — è basato sull'affitto delle seconde case, che danno reddito ma non posti di lavoro. Per combattere la disoccupazione, servono posti di lavoro che si ottengono solo realizzando imprese alberghiere. I ruderi della vecchia miniera — aggiunge — potrebbero essere ristrutturati e trasformati in strutture di tipo alberghiero da affidare in gestione a cooperative di giovani. In questo quadro -2'totfenrtlé1™» l'imprenditore ■ privato ..potrebbe realizzare'''uttfe cttsej attorno alle costruzioni alberghiere. Che male ci sarebbe?». Il sindaco di Carloforte, Salvatore Ferrara, socialista, propende invece per l'Ipotesi di non modificare la situazione, •senza agevolare, né penalizzare l'iniziativa privata». Spiega: •Quell'area è agricola e tale deve restare. Se chi l'ha comprata ha fatto un affare, non c'è niente da dire. Semmai la scorrettezza l'ha fatta l'Eni, che non ha informato il Comune». E contro l'Eni ma soprattutto contro la Regione, tuona il responsabile regionale di Italia Nostra, Felice DI Gregorio: «La vicenda della vendita dei beni dell'Eni è indecorosa. E' stata — sostiene — una svendita. Afa il fatto più grave è che la Regione l'abbia tollerata senza intervenire, per assicurare una gestione non privatistica dell'ambiente». Corrado Grandesso

Persone citate: Corrado Grandesso, Felice Di Gregorio, Leopoldo Durante, Nino Granara, Salvatore Ferrara, Sebastiano Granare

Luoghi citati: Cagliari, Carloforte, Italia, Sardegna