Amburgo torna al voto di Alfredo Venturi

Amburgo torna al voto Salta l'intesa Cdu-Spd: terze elezioni in 7 mesi Amburgo torna al voto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Alla fine Klaus von Dohnanyi si è dovuto arrendere: con le cifre emerse dal voto del 9 novembre, e con lo stato attuale dei rapporti fra i tre gruppi rappresentati nel Parlamento della città-Stato, Amburgo è ingovernabile. Cosi il borgomastro socialdemocratico, 11 «barone rosso» come lo chiamano per via dell'ascendenza aristocratica, ha annunciato le nuove elezioni: si voterà il 17 maggio. Per gli elettori amburghesi sarà 11 terzo scrutinio in mezzo anno: dopo l'inconcludente voto locale di novembre, dopo il voto federale di gennaio. I guai del barone rosso si misurano con poche cifre. A novembre l'Spd subì un tracollo, tanto più grave se si pensa che Amburgo è una tradizionale roccaforte socialdemocratica, n partito puntava alla conferma della maggioranza assoluta e arrivò a perdere la stessa maggioranza relativa: 41,8 per cento, contro 11 41,9 della Cdu guidata da Hartmut Perschau. Un terzo partito, intanto, cantava vittoria: la lista di sole donne presentata dal gruppi Gal (verdi e alternativi) aveva Infatti superato di slancio il dieci per cento. Non esistendo più un gruppo di maggioranza as¬ soluta, il problema della governabilità di Amburgo poteva risolversi soltanto con una coalizione. Ma quale? Dohnanyi aveva categoricamente escluso di potersi alleare con i Gal: nella città anseatica gli alternativi sono del tipo fundis (fondamentalisti), il loro radicalismo è dunque incompatibile con una Spd che e invece molto più moderata rispetto al suo orientamento medio nazionale. Non restava dunque che una possibilità, la grande coalizione. Impossibile la maggioranza rossoverde, perché non tentare la carta rosso-nera? Dohnanyi l'ha tentata. Ma dopo estenuanti trattative Spd e Cdu hanno dovuto constatare che l'accordo era impossibile. Non siamo riusciti a raggiungere l'intesa sulla politica di bilancio, dice il borgomastro. Perschau ha un'altra spiegazione: sono le ' divisioni interne del socialdemocratici, dice, a rendere impraticabile la grande coalizione. Alle urne, dunque: ognuno con il suo trasparente obbiettiva Per 11 barone rosso la riconquista della maggioranza assoluta. Per la Cdu e i Gal la conferma del risultati di novembre. Per 1 liberali delI'Fdp, che a novembre mancarono la soglia del 5 per cento e restarono fuori dal Parlamento, il ritorno sula scena politica amburghese. Così questo '87 si conferma l'anno dei confronti politici. Si è votato a gennaio per il rinnovo del Bundestag. Il 5 aprile sono in programma le elezioni anticipate in Assia, rese necessarie dal crollo della coalizione rosso-verde. Il 17 maggio, oltre che a Amburgo, si voterà anche nella Renania-Palatinato. Il 13 settembre, infine, andranno alle urne gli elettori dello Schleswig-Holstein e quelli di un'altra città-Stato, Brema. Certo l'intensa conflittualità elettorale del prossimi mesi deve aver contribuito a rendere impossibile, a Amburgo, l'Ipotesi della grande coalizione. Come potevano, la Cdu e l'Spd, mettersi d'accordo nella metropoli anseatica, e poi affrontarsi nei comizi a Francoforte, a Magonza, a Brema? In qualche modo è proprio il federalismo tedesco, con la sua gelosa insistenza sulla unicità delle situazioni e delle soluzioni politiche nel singoli Laender, a soffrire di questi condizionanti effetti incrociati. Indipendentemente dalle sue cause locali, la crisi di governabilità a Amburgo finisce con il coinvolgere l'antica autonomia, i secolari privilegi anseatici. Alfredo Venturi

Persone citate: Brema, Hartmut Perschau, Holstein, Klaus Von Dohnanyi