Sassi nella piccionaia dc di Marcello Sorgi

Sassi nella piccionaia de Le «candidature» socialiste stanno rendendo più incerta la corsa alla poltrona di Palazzo Chigi Sassi nella piccionaia de De Mita: «Candidato? Ho già un contratto di lavoro con il partito» - Foiiani: «A furia di scherzare con i colombi, qualcuno si fa troppe illusioni» - Dalle Marche si scatena la periferia degli amici di «Arnaldo» - Ma c'è chi insiste: «Andreotti o morte» - Mentre la direzione discute il ministro degli Esteri attende la designazione nel suo ufficio ROMA — «Candidato io? — si schermisce De Mita —. Ma sono già occupato, ho un contratto a termine con il partito. Secondo me chi ha diretto un partito dovrebbe avere un periodo di riposo, prima di assumere impegni istituzionali. E poi mi sembra un po' contraddittorio denunciare l'invadenza dei partiti nelle istituzioni e chiedere l'identificazione dei ruoli. Per noi questo non è possibile: statutariamente, chi dirige un partito non può andare al governo: Nella cornice incerta di piazza del Gesù in restauro, De Mita restituisce a Craxi il guanto della sfida. Il candidato resta Andreotti. Il partito ha deciso senza dividersi. Eppure, per cinque ore la de ha ruotato attorno al tentativo socialista di far scendere in campo il vertice democristiano per Palazzo Chigi, fra tentazioni sommerse, voci sibilline, oracoli mancati. E' stato un contropiede che ha fatto molto rumore nella •piccionaia» de. «A furia di scherzare con piccioni e colombi, finisce che qualcuno si fa troppe illusioni: ha detto Forlani, cercando di sdrammatizzare. Ma, silenziosamente, si sono riaffacciati 1 personaggi di sempre della de nei giorni di crisi: i grandi notabili, gli sponsor che non si rassegnano, la periferia «nervoso.. Nella giornata consacrata da tempo alla definitiva incoronazione di Andreotti, si affacciano per primi gli amici di Forlani A Palazzo Chigi telefonano di buon mattino soprattutto dalle Marche, la regione-roccaforte del vicepresidente del Consiglio. Hanno letto sui giornali che .Arnaldo, è l'unico de degnato di un riconoscimento pubblico da Craxi nel suo discorso al Senato e vogliono sapere cosa vuol dire, se è una preferenza, un'indicazione, un segnale: 'Lo fa lui il governo? Invece, seduto De Mita e all'ex presidente del Parlamento di Strasburgo, Pierre Pflimlln, davanti a una platea di europarlamentari ed esperti di problemi comunitari, Forlani ha appena finito di elogiare An¬ dreotti, 'il suo ruolo impegnativo accanto al presidente del Consiglio Craxi». Pure il segretario e il ministrocandidato si accingono a parlare, Dietro un grande vaso della Sala della Protomoteca, in Campidoglio, però c'è un uomo che non si rassegna. L'ho detto anche a Marttnazzoli — spiega Gianni Prandini, numero due della corrente forlaniana —, con la designazione "secca" si contrappone rigidità a rigidità; si corre il rischio di danneggiare anche l'uomo che abbiamo scelto. Come non accorgersi che, per il ruolo che ha avuto, Forlani è un candidato "naturale" per risolvere la crisi?». Ad animare 11 sogno degli amici del vicepresidente del Consiglio forse non è soltanto lo spirito di corrente. Tut¬ ti ormai sanno che Forlani non scenderà in campo «perché non può rischiare — come spiega il responsabile degli enti locali Gianfranco Sabbatino — di compromettere l'unità del partito: Ma c'è chi vuole egualmente sperare, chi parla di -un'effettiva disponibilità, del psi, perfino di un colloquio a Palazzo Chigi di alcuni giorni fa. E Craxi avrebbe detto a Forlani: con te ci starei. Voci, sussurri, solito tamtam democristiano che non si ferma certo davanti alla richiesta socialista. Forlani scherza: «Tutti siamo candidati!: Nel pomeriggio, prima della riunione di direzione che deve dare la risposta ufficiale, molti s'interrogano. E non solo su Forlani. n segretario regionale della Lombardia, Bruno Tabacca scherza con Franco Evangelisti: «Andreotti o morte!: «Se Craxi spera di aprire una discussione al nostro interno s'illude — spiega subito dopo — e non perché non ci sia niente da dire sul volto che domani presenteremo agli elettori. Soltanto, un dibattito del genere non accettiamo che venga imposto dall'esterno». «De Mita scenderà in campo per aprire una fase nuova, politica e di governo; insiste il segretario della Toscana Giuseppe Mattili! Forse un dubbio c'è stato, forse anche una mezza tentazione: ma in questa fase anche il gruppo del rinnovatori ha serrato sull'unità del partito. E' 11 punto su cui insistono in direzione De Mita e Forlani, mentre Andreotti aspetta nel suo studio la designazione ufficiale. «Quella dei socialisti è un'opinione rispettabile — commenterà De Mita a direzione finita —, credo che vada interpretata, e lo la interpreto, come volontà di ricercare ragioni d'accordo. Se la volontà è questa possiamo trovare anche forme diverse». Anche il vicepresidente del Consiglio giudica «intollerabili» gli ultimatum di Craxi, conferma «il desiderio di tornare al partito: ripete che le ragioni per cui a luglio fu scelto Andreotti «sono tutte valide». Solo alla fine Forlani specifica: «Meno rigidità: forse, se non rispondiamo polemica a polemica, se c'è un maggiore sforzo di cercarlo, l'accordo si trova». Sembra soltanto una raccomandazione. Ma a qualcuno rimane il dubbio che Forlani abbia una carta di riserva. Marcello Sorgi Roma. D segretario Ciriaco De Mita a colloquio con il vicepresidente del Consiglio Arnaldo Forlani ieri durante la riunione della direzione della democrazia cristiana (Telefoto Ansa)

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