Per un poco di pascolo in più di Franco Lucentini

Per un poco di pascolo in più Craxi e De Mita protagonisti di quel western di serie B Per un poco di pascolo in più E' interessante oggi, sarà interessante domani e nelle settimane a venire questo scontro Craxi-De Mita, che in caso di elezioni anticipate promette di farsi «duro», anzi «durissimo», come gli stessi contendenti amano dire? Boh — brontola la gente — all'incirca quanto un western di serie B, rivisto per inerzia, in mancanza d'altro, su una tv locale dopo mezzanotte. E in verità sembra difficile appassionarsi a questa' confusa vicenda di allevatori di bestiame (il bestiame essendo ovviamente noi elettori) che vogliono strapparsi qualche tratto di pascolo in più. Forse gli specialisti, i cinèfili, si raccapezzeranno; ma per tutti gli altri, questi rabbiosi discorsi di vitelli rubati, di palf.ti spostati, di guadi, di erba più o meno alta, non hanno molto mordente, mentre le cause reali di tanta tensione sfuggono, sfumano, si perdono tra un'ingiuria e una minaccia. La qualità della pellicola è penosa, i colori usurati, ogni dettaglio ha un'aria di riciclaggio: quella fattoria ci sembra proprio di averla già vista — identica — in un film con John Wayne; quel saloon, quel canyon, quel cactus non erano già stati militati in un. film con Burt Laneaster? Anche gli attori si sono già visti in parti secondarie. Craxi non era quello che faceva il pistolero dal ghigno allucinato che tradisce Randolph Scott? E De Mita... ma sì, è lui, era il baro professionista travestito da reverendo che lo sceriffo Gregory Peck smascherava durante il funerale! Soprattutto, non si riesce a partecipare emotivamen¬ te. Chi è il buono, chi il cattivo? Non si capisce bene. Sono lontani i tempi in cui i dilemmi si presentavano con chiarezza: Repubblica o monarchia, Occidente cristiano o comunismo ateo, dittatura o democrazia, Stato o terrorismo... Qui i rivali hanno l'aria di essere grosso modo d'accordo, di volere in sostanza le stesse cose. E allora perché tanto sfoggio di denti e saliva, di sibili inveleniti, di sarcasmi al vetriolo, di rinfacciamenti di fuoco? La tensione sarà alta tra loro, laggiù nell'Arizona, ma non certo qui tra noi che li stiamo guardando. Non c'è confronto — sospira insonnolito lo spettatore — con la sfida all'O.K. Corrai. Eppure questo atteggiamento è ingiusto, ingeneroso. Non si possono rimpiangere in eterno gli epici scontri tra Togliatti e De Gasperi, non si può far colpa a Craxi e De Mita di recitare in uno scenario politico ormai stantio, di ringhiare, galoppare, sparacchiare attraverso sequenze già mille volte passate davanti ai nostri occhi. La produzione li ha truccati male, vestiti peggio; le loro armi non luccicano, le loro battute non hanno peso, i loro scopi non hanno fascino, l'esito del loro duello non fa battere i nostri cuori. Ma non si può negare che ce la mettano tutta a interpretare, cosi svantaggiati, ruoli che già furono eroici, grandiosi, allegorici. Né si può pretendere, da un western di sere B su una tv locale, altro che un blando, sporadico intrattenimento tra la mezzanotte e le due del mattino. Carlo Frutterò Franco Lucentini

Luoghi citati: Arizona