Palme, un Irangate fatale

Palme, un Irangate fatale L'ex premier mediava nel Golfo, ma fabbriche d'armi svedesi rifornivano Teheran: in queste ombre, forse, la chiave dell'omicidio Palme, un Irangate fatale Le commesse giungevano a Singapore per essere dirottate verso l'Iran - La misteriosa morte dell'ammiraglio Algernon Pubblichiamo la seconda parte dell'inchiesta del New York Times Ma gazine sul »caso Palme» un anno dopo l'assassino. La prima è apparsa sul giornale di ieri: Un anno dopo la morte di Palme, gli svedesi tornano a Sveavagen. • Vanno ancora a deporre rose sul luogo in cui stramazzò, no?—dice Dieter Strand, popolare columnist e autore di una biografia del premier assassinato — Oli americani tendono a paragonare questo omicidio con quello di John Kennedy: la fine della purezza. Ma il paragone vero va fatto con Pearl Harbour: è stata la fine del nostro isolamento. Ci hanno raggiunto in que- '■ sto lontano Far Nord». Non che Palme fosse molto popolare: suscitava l'amore come l'odio tipici delle ' personalità pubbliche molto forti. «Per vent'anni la politica svedese è stata pro-Palme, anti-Palme o solo Palme; dice Cari Bildt, leader del Partito Moderato, all'opposizione. -Se qualcuno si , doveva proprio uccidere era lui — sostiene Strand —. Ha diviso la gente, ha individuato le discordie e le ha sfruttate. Ci sono uomini capaci di innervosire i purosangue in modo da farli correre al meglio. Olof ha fatto questo ' con gli altri uomini: 'Olof era un non-svedese — afferma uno dei suoi migliori amici, Harry Schein, che fuggi dall'Austria nel 1938 ed è diventato uno degli uomini più ricchi della Svezia (è presidente della Banca nazionale d'investimento e dell'Ente radiotelevisivo) —. Era troppo internazionale, troppo gaudente... Molti lo odiavano, e hanno pensato che l'omicidio debba essere scaturito dal loro odio. La colpa, la colpa,. E Kris ter Stendahl, il vescovo luterano di Stoccolma tornato in patria nell'84 dopo 35 anni passati negli Usa: -In America conoscevamo il Palme grande, il Palme generoso, il personaggio mondiale. In patria era dimezzato: piccolo, sardonico, irritante... Ma qualsiasi cosa gli svedesi pensino di una, persona, hanno sempre avuto fiducia nel potere 'e - nelle autorità.-{Si aspettami ette le cote funzionino. Aspettative superiori a quelle degli Usa. Quando le cose non funzionano, come è avvenuto in modo spettacolare in questo caso, c'è il reale pericolo di erosione delle fondamenta della vita svedese. E' un momento terribile per la gente, qui*. Sapere la verità su come sono andate le cose può essere ancor più terribile. Molti svedesi non vogliono sapere: per loro, è acqua passata. Come se non ci fosse sete né bisogno di vendetta. Questo può essere l'estremo gesto di civiltà svedese. Il premier Carlsson, da sempre riservato funzionarlo del partito e del governo, ha unito quasi tutto il Paese, o l'ha placato. Secondo un sondaggio, i socialdemocratici hanno guadagnato in popolarità dieci punti dopo la morte di Palme. Neppure gli amici di Palme sono mossi dal desiderio di vendetta. «La sua favola è chiusa», secondo 11 biografo Strand. Ho sentito cose analoghe da altri. -Non potrei mai dirlo ad alta voce, ma spero che non trovino mal l'assassino — ha detto un suo amico, membro dell'attuale governo —. Sminuirebbe la vita di Olof, la banalizzerebbe. Dovrebbe condividere la storia con un folle assassino». Inoltre c'è il piccolo gruppo — poche persone, in posti di alto livello —, in cui figurano alcuni esponenti del .ministero degli Esteri e membri del governo In carica, che non crede affatto che l'assassino fosse pazzo. Gente simile ovviamente non sarebbe disposta a parlare in veste ufficiale, ma una mezza dozzina di elementi d'alto livello ha espresso la convinzione — e la paura — che la verità potrebbe distruggere la fiducia sia nel governo che nel partito socialdemocratico. Sono convinti che Olof Palme — e anche l'ammiraglio CarlPredrik Algernon — siano stati uccisi a causa delle intromissioni svedesi, ufficiali e non, benintenzionate o alla ricerca di profitti, nella guerra del Golfo. il ministero degli Esteri — ufficialmente in causa — stava tra la polizia e ogni elemento delle indagini che potesse avere implicazioni internazionali. Quando venne interpellato; dalla polizia che gli chiedeva tóiozrmassior ni su una «lranian connction», basandosi su -fonti del servizi segreti stranieri, il ministro rispose: 'Non è plausibile, non risulta a quest'ufficio: Quando altre fonti straniere indicarono l'Iraq, le indagini della polizia si limitarono a una ricerca di registrazioni d'albergo, per appurare se gli hotel, nella settimana precedente all'assassinio, avessero registrato qualcuno munito di passaporto iracheno. La pista che difatto venne preclusa agli investigatori comincia nel novembre '80. Olof Palme, che era stato sconfitto nelle elezioni del '76, come leader dell'opposizione era annoiato e Irritabile. Non al trovava più sotto la luce dei riflettori di tutto il mondo, davanti a cui ave,va «recitato il ruoto d'un irriducibile avversario della guerra del Vietnam. Cosi si lanciò con entusiasmo nell'incarico, quando 11 segretario generale delle Nazioni Unite, Kurt Waldhelm, gli chiese di esercitare una mediazione nella sanguinosa guerra Iran-Iraq, giunta allora al primo anno. Fino al 1983, l'anno successivo alla sua vittoria elettorale e al reincarico come primo ministro, Palme continuò a compiere viaggi in Iran e Iraq, facendo la spola fra Teheran e Baghdad con un'entourage del ministero degli Esteri. Parecchi di questi diplomatici si fermarono nelle capitali del Paesi belligeranti. Questa circostanza portò in seguito al sospetto che 11 governo doveva essere stato a conoscenza delle f or- I nitore d'armaaier.U all'.lran da parte della più grande industria bellica svedese: il gruppo Bofors delle Industrie Nobel. ' La legge svedese proibisce la vendita della produzione Bofors, e di altre aziende private di armi in «zone di guerra» che, secondo la definizione di Stoccolma, includono buona parte del mondo, certamente 11 Golf o Persico e tutto il Medio Oriente. Ma la Svezia 6 anche 11 Paese che mantiene 11 suo elevato standard di vita (il I I reddito prò capite è del 28% superiore a quello Csa) attraverso 11 commercio con l'estero. Le vendite di armi fanno parte di questa prosperità. Oli armamenti possono ammontare al cinque per cento o più dell'export vede se annuo, che si aggira I.buì 45,-BUUardl di dollari (quasi seimila miliardi di .lire), più di un terzo del prodotto nazionale lorda Si è saputo che il governo osservava l'altra via nella vendita d'armi, garantendo con liberalità permessi d'esportazione certificanti come quel materiale non fosse diretto a zone di guerra. Singapore era 11 punto d'imbarco preferito per le attrezzature belliche della Bofors, specialmente i lanciamissili antiaerei terraaria Rbs-70, molto quotati. Dal porto, gli Rbs-70 furono inviati — tra le altre destinazioni — all'Iran, previo reinbarco a Dubai o Bahrein. Allora qualcuno dentro la Bofors fece un fischio, si lasciò scappare con gruppi pacifisti alla sinistra del soclalderawraUcl.UV.Olot Palmo informazioni sugli accordi. Corniciarono a.venir fuori dettagli su una serie di spedizioni fra l'ottobre dell'84 e il maggio dell'85, chiaramente dirette verso l'Iran. Convogli ferroviari di esplosivi erano stati esaminati da funzionari di dogana in Germania Occidentale e Italia; altri convogli e, forse, cannoni navali, erano passati lungo la strada di Austria, Jugoslavia e Singapore. Duecento Rbs-70 erano stati destinati all'Iran, parte di un'ordinazione di quattrocento esemplari avanzata dal governo di Teheran. Non si potè rendere conto di un'ulteriore fornitura di 8001200 Rbs-70, malgrado fosse noto che erano passati da Dubai e Bahrein. I dirigenti della Bofors hanno insistito che la società non ha compiuto nulla d'Illegale o d'Ignoto al governo. Palme, che nell'85 era alle prese con la rielezione, nominò uno speciale magistrato inquirente per far luce sulle vendite. E bloccò le spedizioni, almeno per un certo tempo. In dettaglio, bloccò l 200 missili Rbs-70 supplementari che aveva ordinato l'Iran. Inoltre, stando a fonti del ministero degli Esteri francese, il primo ministro svedese ordinò di fermare una nave cai Ica di obici da 133 millimetri mentre stava lasciando il porto di Malmt), destinata a Dubai, quindi — si crede — all'Iran. Una delegazione multare Iraniana venne a Stoccolma per protestare contro 11 blocco delle forniture. Era il 4 febbraio 1986, tre settimane prima dell'assassinio di Palme. Gli iracheni, naturalmente, protestarono contro le vendite, appena vennero rese pubbliche. Erano anche infuriati per un programma che gli svedesi consideravano un atto umanitario, neutrale: feriti di guerra Iraniani venivano assistiti in ospedali svedesi per quelli che Teheran definiva gli effetti di attacchi con gas venefici lanciati dall'Iraq. Le indagini sulle armi continuarono dopo l'assassinio di Palme e alla fine si appuntarono sull'Ispettore degli armamenti, ammiraglio Algernon. La sua deposizione era prevista per il 21 gen nato. Ci stava lavorando, il 16. La sua morte, quel giorno, era una, gcjossa notizia: la polizia all'inìzio disse che vi erano testimoni I quali avevano visto un uomo con le mani sul petto di Algernon, ma solo un giornale al preoccupò di fare congetture su un possibile collegamento con l'omicidio Palme. Il Dagens Nyether, quotidiano indipendente del mattino, scrisse tre giorni dopo, domenica, in un editoriale: •In meno di un anno il primo ministro e l'alto funzionario incaricato dei controlli sull'export di armi sono morti di morte violenta... Ci sono state speculazioni su trasferimenti di armi in Iran. Vicende Usa hanno mostrato che esiste un mondo-ombra e che quanto rendeva Palme vulnerabile non dovrebbe essere tenuto fuori da alcuna indagine: H giorno successivo la polizia annunciò che 1 testimoni — erano almeno due — 1 quali avevano detto che Algernon era stato spinto sulla massicciata all'arrivo del treno, si erano *sbagliatu. il caso venne chiuso. Il nome di Algernon scomparve dalla stampa. Non è scomparso, però, dagli interessi del governo. I ministri furono sollevati dagli accertamenti della polizia, ma molti non vi credettero. L'.assassinio» — e fu questa la parola usata dai ministri — venne discusso alll'interno del gabinetto. L'interesse in questo caso è dovuto al fatto che l'omicidio era parte di una continua minaccia alla nazione che deve essere risolta. Non una soluzione ma una risoluzione. Abbiamo avuto due delitti politici in un anno» mi è stato detto dopo l'Incontro. «La questione ora è se erano collegati. E chi fra noi, uomo o donna, potrebbe essere la prossima vittima*. Un assassinio politico è, dopo tutto, un fatto politico, una circostanza destinata ad essere gestita dai politici. Uomini e donne che vi riescono sono i più abili nel maneggiare e dar forma di pubblica percezione al fatto del giorno. Dopo 11 28 febbraio 1986, l'assassinio di Olof Palme divenne l'evento del giorno prima. Il primo ministro era morto e gli uomini del suo staff — uno dei quali divenne 11 suo successore — non potevano farci nulla. Uno di questi, seduto nel suo ufficio a Rosenbad, la sede del governo svedese, qualche mattina fa spingeva lo sguardo fuori, su Stoccolma, e presentava la situazione in questo modo: 'Sappiamo che al momento attuale c'è meno del dieci per cento di possibilità di risolvere l'assassinio. Ma il nostro problema non è questo. Il nostro problema è che cosa la gente crede sia accaduto e come fa i conti con questa realtà». Questo leader politico non sa chi schiacciò il grilletto che mise fine alla vita di Olof Palme. Non ho potuto trovare uno solo che lo sapesse. Cosa ho veramente trovato a Rosenbad e in altri uffici governativi, è stata una leadership nazionale determinata a proteggere le relazioni intemazionali critiche della Svezia e 1 suol commerci, cosi come i rapporti del governo con la sua gente. Politicamente, risolvere l'assassinio di Ieri potrebbe non valere la pena a fronte del guai che causerebbe. 'Tutto quel che vogliamo a questo riguardo è, in un modo o nell'altro, andare oltre» dice l'uomo a Rosenbad. 'Dobbiamo lasciarcelo alle spalle». Richard Reeves Copyright «New York Times Miguìue» c per l'Italia «U Stampai Il ministro degli Esteri alla polizia che lo interpellava sulla «lranian Connection», rispose: «Non è plausibile». Ma il leader socialdemocratico continuò per anni a fare la spola tra i due Paesi in guerra con un ampio entourage. L'odissea dei lanciamissili Bofors che attraverso Paesi terzi raggiungevano i khomeinisti e l'autodifesa dell'industria bellica: il governo sapeva tutto. Le proteste irachene contro Stoccolma e la «pista di Baghdad». «Al 90%, il killer l'ha fatta franca. Tutto quel che vogliamo, a questo riguardo, è andare oltre. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle» Stoccolma. Ingvar Carlsson, il giorno dopo l'assassinio. Per anni vice di Palme, ne è divenuto il successore. Ma quel 28 febbraio '86 continua a pesare sia sul governo sia sul Paese, come sembrano confermare le reazioni all'inchiesta del «New York Times Magatine»