«La nostra sola ricchezza è il lavoro»

«La nostra sola ricchezza è il lavoro» I famigliari non credono ad un sequestro a scopo di estorsione «La nostra sola ricchezza è il lavoro» La villetta, alcuni immobili e due licenze commerciali non sembrano giustificare una cospicua richiesta di riscatto - Alcuni interrogativi su una vicenda di prestiri a Rolando e Alessio che vide coinvolto il Fiora E' davvero un rapimento a scopo di estorsione? Al quesito gli investigatori stanno cercando di dare una risposta sulla base di pochi elementi. Innanzitutto la disponibilità economica della famiglia: -La nostra ricchezza è il lavoro*, spiega Gianfranco Fiora. La realtà sostanzialmente conferma questa affermazione: la fa- tìrchissima, anche s&Sjaer nestante. I Fiora possiedono la villa di strada Cartman, una vecchia costruzione che è stata riattata negli ultimi quattro anni proprio dal garagista (ma non si tratta di una villa lussuosa: né la zona, poco soleggiata, è particolarmente signorile); un paio di appartamenti di modeste dimensioni in città; un negozio (una bottiglieria di corso Umbria) ed un magazzino in strada Lanzo. Ci sono, inoltre, le licenze: quella dell'autorimessa di via Principessa Clotilde ed una da panettiere in via Vanchlglia. Ma in entrambi locasi i muri sono Su un.punto tutti concordano: i coniugi Fiora sono grandi lavoratori. Piera gestisce, da oltre dieci anni, la rivendita di pane in via Vanchlglia 19. Apre il negozio prima delle 7 e lo chiude alle 19,30. Tutto da sola. »Non ha mai avuto commesse — raccontano nel quartiere — e per molti è un autentico punto di riferimento: una donna gentile e disponibile. Quando può. dà sempre una mano*. Gianfranco è, invece, titolare della licenza dell'autorimessa di via Principessa Clotilde 56. Ha messo a frutto nel lavoro una sua .veo i giovane è state un buon cor- ! ridore di motocross. Il suo passato sembra tranquillo: molto attivo e ricco di Interessi, aveva tentato anche qualche piccolo investimento immobiliare. Alle cronache, Gianfranco Fiora era già arrivato nel giugno dello scorso anno: 11 suo nome saltò fuori durante l'inchiesta del sostituto procuratore Stella Camlniti sui finanziamenti illeciti agli ex assessori socialisti Rolando ed Alessio. Il padre di Marco avrebbe imprestato, tramite l'avvocato De Felice ed il faccendiere Mario Boninsegni, decine di milioni al due politici. Erano prestiti ad interesse altissimo (pare P8% al mese), che per qualche mese vennero puntualmente onorati. Quando la finanziaria fantasma andò a gambe all'aria, Fiora si sarebbe ritrovato in rosso di una cinquantina di milioni. Il garagista è stato sentito un paio di volte dai magistrati: oltre a prestare denaro In prima persona, avrebbe messo in contatto l'avvocato De Felice con alcuni professionisti e commercianti, poi a loro volta coinvolti nel crack. Tutti, lo stesso Gianfranco Fiora per primo, ritengono oggi 'fantascientifico* un legame fra le due vicende. Ciò nonostante gli investigatori stanno verificando se questa operazione finanziarla non avesse fatto nascere inimicizie od ostilità. In via Principessa Clotilde 56 c'è il garage di Fiora. E' al primo plano interrato, vi si accede da una breve rampa. laf ai'ha aperta^, Goplmcv Memmolà, uh amWdrlaHE glia: «Afi ha telefonato Gianfranco dicendo che gli avevano rubato il figlio. Non volevo crederci». Ritiene improponibile un riscatto: gente che lavora dodiciquattordici ore al giorno. Con quello che avevano messo da parte si sono comperati la casa. Ma non hanno grosse disponibilità. Lo testimonia anche il tipo di macchina che avevano: un Fiorino. E' possibile che i rapitori non abbiano tenuto conto di questo? Eppure ci voleva proprio poco per saperlo». In un angolo del garage c'è la bicicletta di Marce, accanta «tuuna jfflfllMJ" cubetti. NèRalfcttaaelHlf icio, vìcIt! no al telefono, un piccolo album di fotografie della villetta di strada Cartman: 'Per loro era come avere realizzato un sogno. Ma adesso che senso ha?». a. con.