II nuovo alpinismo ha bisogno di soldi di Gigi Mattana

II nuovo alpinismo ha bisogno di soldi Nel castello di Messner in Alto Adige, discussi i problemi degli sponsor e della corsa alle vette II nuovo alpinismo ha bisogno di soldi DAL NOSTRO INVIATO LA CES (Val Venosta) — La scenografia era quella giusta. Soltanto un castello medioevale che si affaccia su vigne e meleti dell'Alto Adige poteva raccogliere 11 Ootha dell'alpinismo mondiale salito al maniero di Reinhold Messner (ma lui rifiuta con stizza 11 titolo di re e si proclama anarchico rinascimentale) per confrontarsi sul futuro della montagna. A poco più di un anno dall'inaugurazione, 11 castello di Juval ha ospitato un altro del convegni Also Enervit, questa volta intitolato «Corsa alla vetta». E' stata l'occasione, ideale anzitutto, per rivedere Reinhold che dopo l'ultima scalata dell'autunno scorso in Antartide (anche i termini vittoria e conquista dice di non volerli più sentire; che stia diventando un quarantenne un po' brontolone?) si era sottoposto al lavori forzati per scrivere 11 libro appena comparso In Germania. (In Italia Invece è uscito un nuovo volume intitolato anch'esso »Corsa alla vetta» in cui già dalle prime pagine ci sono 11 rifiuto dell'eroismo che ha caratterizzato per decenni l'ambiente alpinistico e la negazione della gara che rischia di avvelenarlo al giorni nostri), Al convegno, a parte gli interventi di scienziati, giornalisti, dirigenti del Cai, c'erano i nomi più belli di tutte le specialità che lo sport in montagna offre oggi: unico assente, e se ne è sentita la mancanza per ciò che rappresenta nel mondo deli'ultradifflcUe, Patrick Edllnger. Un marziano che se fosse piombato sul castello di Juval, forse ora non avrebbe le Idee più chiare di prima sull'alpinismo perchè troppe sono le sfaccettature, troppe ancora le ambiguità sul grande quesito di fondo: Se faccio l'alpinista chi mi dà da vivere? E sentire Messner dire agli ospiti: «Ora per Io spuntino farò aprire la sala delle maschere» forse fa pensare a tanti giovanissimi che con la montagna possono arrivare anche molti soldini e che qualche compromesso è giustificabile. E' garantito ormai che per andare In montagna (sui sassi. In Verdon, sul Bianco o sul Makalu) ai livelli massimi bisogna essere alpinisti a tempo pieno. E 11 denaro da qualche parte deve arrivare: valgono le graduatorie, le scale di valori, la competizione per essere 11 primo: non più montagna di idee, ma montagna di classifiche. Ma ncn è il caso di esagerare — dice Jean-Marc Bolvin, francese non più di primissimo pelo, unico al mondo a essere ai livelli massimi In alpinismo, sci estremo, deltaplano e paracadutismo — sul grigio futuro che attende i giovanissimi. Certo che la montagna è competizione, perché lo a Chamorux ho del concorrenti bravissimi e devo costantemente inventare qualcosa per restare fra 1 primi. Ma già per il fatto di tentare una cosa mal fatta prima, anche se è una di quelle gare contro 11 tempo che Reinhold odia tanto, vivo un momento creativo. E poi chi lo dice che non ci si possa anche divertire in imprese che ad altri sembrano solo funambolismo? Domenica c'è stata anche la presentazione a corte del successore di Messner, Jerzy Kukuczka, che con la recentissima scalata dell'Annapurna ha portato a tredici i suol ottomila (gli manca solo lo Shlshna Pangma) e che un anno fa, dopo il tentativo di Reinhold non riuscito al Makalu, fece temere un sorpasso all'altoatesino. Kukuczka, polacco quasi trentanovenne, sposato con figli, fumatore e bevitore, piccolo e tozzo, vive con serenità la propria condizione, insolita per un occidentale, di alpinista part-time ed elettricista nel momenti liberi. Lo Stato è U suo sponsor, sponsor avaro se finora, come dicono, non gli ha ancora trovato i soldi per il salato permesso all'ottomila ci¬ nese. Bel tipo anche Pat Morrow, canadese del Pacifico, grande fotografo e sciatore di telemark, che si è inventato una gara tutta personale e ci è riuscito: scalare le sette montagne più alte dei sette Continenti (non dimenticate che nel lotto c'è anche l'Everest). Sentito e profondo e di gusto dichiaratamente romantico l'intervento di Sandro Gogna puntato sulla differenza fra le grandi imprese nate da una competizione (le epiche battaglie d'anteguerra per le Nord dell'Elger e delle Jcrasses) e quelle venute da un felice momento creativo, un atto d'amore senza condizionamenti esterni. E Messner come si è comportato? Da perfetto castellano, da Intelligente padrone di casa che sa anche stare In disparte e lascia parlare gli ospiti: brevi e ricorrenti le sue parole solo sulla necessità di un alpinismo pulito, sull'Inutilità di regole e di classifiche. Anarchia, ap¬ punto. Con il successo alle spalle, malignava qualcuno. Ma nessuno più di Reinhold conosce 11 sapore amaro che precede l'affermazione. Un fratello sparito nel nulla a due passi da te, le amputazioni, fatica da forzato, pochi soldi (vi furono anni in cui a Santa Maddalena di Punes viveva quasi in povertà) la ricerca affannosa di sponsor quindici anni fa avarisslmi, l'Incomprensione di molti ambienti ufficiali. Ma l'amore del pubblico quello lo ebbe sempre, subito, perché il messaggio che lanciava era nuovo ed entusiasmante. La montagna potevo essere banco di prova per le capacità umane a un livello mal immaginato: bisognava trovare In sé mani e cuore per creare nuove unità di misura. E da domani, su cime più addomesticate o nei silenzi del Tibet, la corsa alla vetta per lui continuerà. Tanto le montagne saranno sempre 11; loro hanno tempo per farsi capire. Gigi Mattana

Luoghi citati: Antartide, Germania, Italia, Tibet