Ministoria di vetrini chiamati «conterìe»

Ministoria di vetrini chiamati «conterìe» Ministoria di vetrini chiamati «conterìe» OGGI le perline di vetro colorato servono per abbellire abiti, magliette, scialli, cinture, accessori, oggetti d'arredamento. Ma le perline colorate non sono soltanto un fenomeno di moda: vivono nel folklore, nella religione, nelle usanze tribali. Non tutti sanno che 11 termine appropriato per indicare le perline di vetro è quello di «conterìe». E' una parola di antica origine la cui etimologia deriva, probabilmente, dal latino «comptus» (adorno) o. forse, dal verbo «contare». L'industria del vetro era uno dei punti forza dell'economia della repubblica di Venezia, e ancor oggi la produzione ha sede a Murano presso l'antica «Società Veneziana Conterìe. secondo un ciclo tecnologico che mantiene inalterate le Indispensabili fasi artigianali e che si avvale, in larga parte, della preziosa esperienza di pochi specialisti. La materia prima di base (prevalentemente silicea) viene fusa in piccoli forni a muffola e addizionata con determinate sostanze chimiche capaci di dare la colorazione desiderata. L'aggiunta di queste sostanze ha un che di magico, poiché nel forno 11 vetro ha solo 11 colore rosso che gli deriva dall'elevata temperatura. Poi la massa pastosa viene versata a mano in una trafila dalla quale esce con continuità un bucatino (la «canna») che — raffreddandosi — solidifica e assume finalmente il colore prevista In seguito questo semiprodotto viene tagliato a macchina in fasi successive e burattato per eliminare gli spigoli taglienti o per ottenere l'arrotondatura. Vengono infine la selezione, la lucidatura, il lavaggio, l'infilatura delle perline In mazzette e l'insaccamento. S- P» grigio chiaro, grigio scuro, verde, gialla nero e un quadrato di stoffa di trenta centimetri per lata colore a scelta. Dopo aver disegnato con un gesso da sarto la sagoma del gatto sulla stoffa (riproducendo esattamente gli spazi cosi come appaiono sul disegno) la si potrà riempire di perline tenendo presente che ad ogni simbolo corrisponde un colore diverso e usando naturai- mente per fissarle filo della stessa tinta (filo verde per pallina verde, grigio per pallina grigia e cosi via). Fatto ciò non rimangono che i baffi: si realizzano con circa cinquanta centimetri di filo di nylon tagliato in sei segmenti che verranno «ancorati» alla base del naso con un piccolo nodo di cui si brucerà la sommità ci» scompare sul retro delia stoffa Emanuela Minacci

Persone citate: Murano

Luoghi citati: Venezia