Trionfo della satira di cartapesta nella pazza baraonda di Burlamacco

Trionfo della satira dì cartapesta nella pazza baraonda dì Burlamacco Trionfo della satira dì cartapesta nella pazza baraonda dì Burlamacco Iviareggini dicono che 11 loro è 11 Carnevale d'Italia, rivendicando un primato delle feste carnevalesche del nostro tempo che non può essere contestato da nessun'altra città, .Italia^ I 'tfuS/OllHu'tri carnevaloni? ' di rievocazione storica o di recente imitazione, quello di Viareggio è l'unico vero Carnevale moderno. L'altro concorrente con il quale i viareggini accettano di misurarsi è il Carnevale di Nizza, a parte un recente abbozzo di gemellaggio con Rio de Janeiro. La citta, com'è noto, non ha eccezionali monumenti d'arte, ma deve il suo grande sviluppo al turismo balneare, alle belle e lunghe spiagge della Versilia, delle quali si trova al centro. Che sia stagione di Carnevale o meno, la passeggiata sul Lungomare con decine di negozi alcuni elegantissimi altri del genere conveniente, è sempre un passatempo piacevole in un'aria pulita e salubre che sa di mare. E' una delle seduzioni della cosiddetta Perla del Tirreno. • Altre attrazioni viareggine sono le passeggiate per chilometri sulla spiaggia, che si possono fare a piedi nudi anche in certe giornate di sole dell'inverno. • Ci sono belle barche da vedere alla darsena, 11 mare davanti è sempre pieno di vele. • C'è anche 11 gusto di muoversi in auto o a piedi nei dintorni: il viale a mare a Nord arriva fino a Marina di Massa, le bianche Alpi Apuane sono a due passi. • La pittoresca Piazza del Mercato di Lucca, come la Piazza dei Miracoli di Pisa, sono gioielli raggiungibili in mezz'ora di automobile. C'è chi dice che questa in antico fosse terra di deportazione e confino per la Giustizia toscana. Ci esilia¬ È È LA PRIMA VOLTA C "Caro amico, sto ritornando. E penso al mio VIAGGtWCAN' ZE. Ricordi? Sembra ieri. All'improvviso ho deciso di farmi una vacanza. In 24 ore, riempiendo semplicemente un modulo, direttamente alla mia agenzia di viagg:, senza cambiali, senza avvisi di pagamento, senza code, vial La prossima volta, raggiungimi. Anche all'ultimo momento. Basta che ti ricordi del servizio finanziario VIAGGIWCANZE. Della EINTIME FINANZIARIA. A presto". vano i tipi pericolosi e le teste calde del Granducato, perché le autorità volevano popolare la piana lungo il mare, un tempo semideserta e paludosa. | Così sarebbe nato il borgo marinaro attorno alla darsena e all'unica strada importante, la Via Regia, dalla quale viene 11 nome di Viareggio. E proprio sulla via Regia con lo sfondo del porto-canale Burlamacca e della Torre Matilda, è nata la festa del Carnevale. In forma memorabile la manifestazione viene datata per la prima volta nel 1873, quando Viareggio doveva avere più o meno 9 mila bitanti. Tutto cominciò con una HE CO sfilata di carrozze addobbate e di piccole costruzioni allegoriche di satira paesana. Era un piccolo corso mascherato che con gli anni diventò sempre più ri1 nomato e affollato, con l'apparizione-di quelli che allora si chiamarono carri trionfali. All'inizio erano opera degli artigiani che facevano barche. Titoli dei carri (trainati da cavalli e da buoi) come «Il Trionfo del Progresso» e «La Pace Universale» o «Il trionfo della Bicicletta» nel «corsi» degli anni ottocenteschi danno l'idea di quali fossero le illuminate ispirazioni del tempo. Da 11 si passò poi alla satira politica e di costume, che domina ancora oggi nell'ispirazione dei costruttori di carri viareggini. Per rendere possibile la fabbricazione di strutture mobili sempre più complicate e realistiche già h'eUl' l'Ottocento fu Introdotto l'uso della cartapesta, che è il materiale tipico delle grandiose macchine del Carnevale di Viareggio. La cartapesta è fatta di carta di giornali (quotidiani, non riviste) tagliuzzata, tritata e impastata con casalinga colla di farina. La pasta viene fatta aderire a modellature negative in creta o scagliola slmili a quelle delle sculture e fatta seccare. I grandi costruttori di carri di Carnevale sono di- Viareggio amore mio // pedalò J l ventati famosi anche per le loro realizzazioni nel cinema. Federico Felllnl 11 tiene in gran conto e li ha usati per costruire una mostruo- . sa polena .che emerge dal C^al'Grantìe nel filnlfiCa- n siiuoi'a e per altre smisurate raffigurazioni, come un'Anita Ekberg di proporzioni gigantesche che si porta al seno un De Filippo a dimensioni reali. Gli ottantenni Antonio D'Arliano e Alfredo Morescalchi sono considerati oggi gli artisti patriarchi della corporazione. I «mostri», come sono stati definiti i carri, si classificano di prima e seconda categoria in base alle dimensioni. Quelli di prima categoria possono avere una larghezza di 12 metri, una lunghezza di 16-18 e un'altezza oltre i 15 metri. Sul tradizionale percorso dei carri non ci sono fili dell'illuminazione pubblica attraverso le strade. Pali della luce e ogni altra istallazione sono predisposti in modo da lasciare spazio al passaggio delle grandi macchine del Carnevale, le insegne sporgenti sulla strada sono girevoli e vengono appiattite contro i muri. E' dal 1921 che il corso mascherato di Viareggio ha lasciato la vecchia Via Regia e si svolge sull'attuale percorso del Viali a Mare, cioè sulla passeggiata a breve distanza dalla spiaggia, circa un chilometro da percorrrere avanti e indietro per tre volte ogni giorno di sfilata. I carri arrivano sul Lungomare dai grandi hangar dove vengono costruiti, in una zona in fondo a via Marco Polo quasi a ridosso della linea ferroviaria. I carri si mettono poi in fila sul lungomare Marconi da dove ha inizio la sfilata, che propriamente si chiama corso mascherato, dalle tre del pomerìggio fino a sera. l tirilo\J Ul // pedalò Carnevale nella giungla Im fine del cavallo brui¬ Gatta ci co ti sugna americano Gatta ci cova Boi/etti di alcuni tra i carri allegorici di prima categoria che prenderanno parte ai corsi mascherati del Carnevale di Viareggio in mezzo a una grande folla. La partecipazione popolare al corso sia di viareggini sia di turisti è un fenomeno che si ripete ogni anno con centinaia di migliaia di spettatori. L'ambiente è dominato dalle musiche: c'è quella di fondo degli altoparlanti nelle strade che trasmettono la canzone di Carnevale, nuova tutti gli anni, e ci sono quelle che ogni carro e ogni gruppo mascherato propongono a commento musicale del proprio tema, con effetti di una sonorità più ipnotica che assordante in una generale e contagiosa diffusione di allegria. Questo Carnevale ebbe come sponsor artistici alcuni dei maggiori nomi delle arti in Italia. A Viareggio e nella vicinissima Forte dei Marmi (feudo di Pea, Carrà, Soffici, Maccari e Longanesi) risiedevano e venivano in vacanza illustri personaggi della letteratura e della pittura. Vicino all'attuale Hotel Principe di Piemonte, che in precedenza fu famoso come Hotel Lido, c'era un Hotel Margherita dove si riuniva un cenacolo di arti¬ sti presieduto da Leonida Repaci. L'albergo era di proprietà della moglie di Renaci. Lo scrittore Curzio Malaparte fu anche nella giuria del concorso dei carri. Dal 1929 al Bagno Balena (proprio dove sfilano 1 carri) gU scrittori Répaci e Colantuoni con Ermete Zacconi, Petrolini, Fregoli e Dina Galli, tutti grandissimi nomi del teatro di prosa, dettero vita al Premio Viareggio, che fu il primo premio letterario italiano a carattere popolare, con l'Intento di consigliare ogni anno il libro per l'estate. Durante il fascismo a Viareggio circolava la corte dei conti Ciano. Edda e Galeazzo, considerati protettori della cultura del regime. Il Carnevale riuscì a prendere in giro anche il fascismo con carri dal titolo. «12 Circo Equestre» e «Tanto Fumo e Niente Arrosto». Proprio nell'anno che precedette la guerra sfilò un carro premonitore: «L'Ultima Avventura di Don Chisciotte». Molti dei ristoranti frequentati dagli artisti di allora ci sono ancora oggi, come il Buontunico e Bombetta, altri non più, come 11 «Gari- baldi», che era il ristorante di un albergo. Oggi i ristoranti alla moda, decisamente cari ma ottimi per il pesce che è ovviamente la specialità di Viareggio, sono Tito al Molo, Margherita (che organizza per il Carnevale un Festival della cucina regionale). Patriarca, Gusmano, Garibaldino, Romano, Oca Bianca e Sina tra. Ma caratteristico di Viareggio è che si mangia bene dappertutto. Per i prezzi medi e la buona qualità da tenere presenti: Miro, Navy Club, Scintilla, Genny. Pino e la pizzeria da Francesco, ma è difficile elencarli tutti. Se si vuol cambiare dal pesce e per chi ama i piatti di selvaggina e cacciagione c'è la vicina Torre del Lago con le sue memorie pucciniaxie (Puccini fu un gran cacciatore) e con 1 ristoranti Angelo, Emilio e Cecco. Per alberghi e pensioni a Viareggio e dintorni non ci sono problemi, se ne trovano per tutti 1 gusti e per tutte le tasche. A Carnevale riaprono anche alcuni hotel che di solito funzionano soltanto nella stagione estiva. Marco Gioii.