Vendeva dolci il più grande poeta catalano

Vendeva dolci Vendeva dolci y ... !.. Si ■ itù^h ,u i.^l!: ; '* sticciere. Nato nel 1803, nel quartiere di Sarrià che non ha abbandonato per tutta la vita, ereditò dai suoi una pasticceria'e fino a pochi anni fa, entrando in quel luogo elegante e fragrante, si poteva scorgere alla cassa un vècchio signore di statura mediana con un cenno appena di pinguedine, inappuntabilmente vestito, attento ai conti e ai resti. L'arte della pasticceria non impedì a Foix quell'altra sua della poesia. Se sessantanni fa, net 1917, comparvero su riviste letterarie catalane 1 suol primi versi, fu negli Anni Venti che Foix incomincio la sua esplorazione surrealista ed ermetica, legandosi alle avanguardie parigine, accompagnando le rade e semlclandestlhe pubblicazioni dei suol vèrsi con un'abbondante redazione di testi, critici e, teorici sulle esperienze futuriste e surrealiste. La sua òpera poetica forse più alta, «Sol, 1 de dal: soie e di duolo, scritta nel '36, restò nel cassetto per undici anni e vide.la luce, in un rimunero ridottissimo di esemplari, soltanto nel 1047, Óa allora, tuttavia, la sua notorietà' andò crescendo, ma soltanto in Catalogna, soltanto nella. ristretta cerchia del cultori delle lettere romanze. Scarsissime le traduzioni,, scarsissime perfino in castigliano. «Uno dei più grandi. poeti del secolo, scriveva nel giorni scorsi il critico ed editore Jesus Garcia, è morto senza che BARCELLONA — 'Mel'estìmava molU, ha mormorato Salvador Dall quando, la settimana scorsa, qualcuno si è recato alla sua casa di Figueras e gli ha detto che il suo amico, il grande poeta catalano Josef Vincenc Foix, era morto. E Rafael Alberti: 'Penso che la sua opera, che molte volte sfiora il surrealismo, sia di una grande originalità, di una straordinaria ricchezza. Era una dette voci più nuove della poesia spagnola: Pochi giorni prima della morte improvvisa, il 20 gennaio, al termine del festoso pranzo del suo novantaquattreslmo compleanno, un giovane giornalista era andato a trovare Foix nella sua casa di Sarrià, un tempo villaggio vicino a Barcellona e ora inglobato nella metropoli, e Foix gli aveva annunciato, sorridente e orgoglioso, che l'intera sua opera, centinaia e centinaia di poesie e .di prose poetiche, - èra stata tradotta in tedésco e stava per essere, pubblicata in Germania. 'Chico»', ragazzo, gli aveva dettò,«qualche volta hai senti' to che mi chiamano II patriarca delle \ lettere catalane, se lo dicono sarà cosi/». E congedandolo gli aveva offerto ùn vassoio di dolci della sua pasticceria, famosi e deliziosi. Perché, infatti, Josef Vincenc Foix, poeta ermetico e surrealista, erudito sterminato, " esploratore instancabile delle lettere romanze, era anche pa¬ Caro direttore, la lettera ' con la quale Alberto Bevilacqua ('«"uttoHbrf, 7 febbraio) rèplica al mio intervento (TuttoZibri, 31 gennaio) ne) dibattito sui rapporti fra scrittori e recensori, merita una breve chiesa. Dunque, Bevilacqua ha scritto, su Tuttolibri del 24 gennaio le seguenti. frasi, che avevo citato nel mio intervento: «Sostengo.la necessità di affidare un libro, sulle pagine di un giornale, ad artisti veri, e liberi che operino anche in altri settori: musica,' teatro, ecc. L'importante è respirurt fuori dallearie.vLetàte. .X'Ja linea Scrive Golino

Persone citate: Alberto Bevilacqua, Figueras, Golino, Jesus Garcia, Josef Vincenc Foix, Rafael Alberti

Luoghi citati: Barcellona, Bevilacqua, Catalogna, Germania, Salvador