E' morto papà Lenzini

L'ex presidente della Lazio si è spento a 74 anni L'ex presidente della Lazio si è spento a 74 anni E9 morto papà Lenzini Con Toro di Albarello e De Zolt ai mondiali di sci nordico si apre una nuova era nello sport italiano Adesso siamo anche un Paese di grandi fondisti ROMA — Umberto Lenzini, presidente della Lazio dal 1965 al 1980, 6 morto Ieri a Roma per un attacco cardiaca Aveva 74 anni, essendo nato a Walsenburg, in Colorado (Usa), il 20 luglio 1912. Lascia la moglie Della e 5 figli. I funerali si svolgeranno I oggi alle 15 presso la chiesa I di S. Lorenzo fuori le mura. Con Lenzini, che acquistò giocatori come Chinagli», Wilson, Re Cecconi, Martini ed ebbe per allenatore Maestre Ili, la Lazio conobbe un momento di splendore, tanto da conquistare nel torneo •73-74 lo scudetto. Lenzini divenne popolare tra 1 tifosi, che lo chiamavano «Papà» anche per la sua bonomia e | le trovate scaramantiche. La fortuna girò poi U> spalle a Lenzini. che era costruttore, e la squadra, indebolita dalla scomparsa di Maestrel11 e Re Cecconi, cominciò a decadere. La mazzata definitiva fu data dallo scandalo del calcio-scommesse (primavera '80), in cui la Lazio si trovò coinvolta. Lenzini passò la mano al fratello Alda rimase come consigliere, infine sodo azioniste I I | rato Azzitta, •dare nuovi stimoli anche allo sci alpino», il et del fondo non vuole, però, impartire lezioni o indicare formule magiche: «Forse il nostro unico segreto è l'unità del gruppo. Non siamo lacerati da lotte intestine né divisi in tante parrocchie. Le imprese di Oberstdorf si devono prima di tutto agli atleti, poi a chi li prepara e li segue: gli allenatori coordinati da Punkkinen, i tecnici dei materiali Manfredini, Longoborghini, Vueric, Stevanoni e Veller, il gruppo scientifico federale del dottor Tavana e l'equipe del professor Conconi, che ci è stato vicino per tutta la stagione, valutando la funzionalità degli allenamenti e aiutandoci a programmare la preparazione. Le cose dette e sentite su droga e emotrasfusioni sono balie. Quella è roba che andrebbe bene soltanto ai dinosauri». Per chi sa di fondo, l'eroe di Oberstdorf è lo svedese Thomas Wassberg, tornato ad Asama con due medaglie d'oro (30 km e staffetta) e altrettante d'argento (15 e 50 km), ma negli occhi di tutti gli italiani, nonostante la latitanza della Rai che ha negato la diretta, resterà la fantastica fatica di De Zolt; l'Immagine di Maurilio che passa il traguardo a testa alta, che rimane in piedi sorridente, mentre altri campioni sono nella neve, spossati, che non chiede tute o coperte, che va sul podio in mezzo a Mogren e Wassberg, tanto più piccolo, ma molto più grande di loro. proveri, parco di complimenti. Dopo l'oro di De Zolt, sommato a quello di Albarello nella 15 km. ha detto: .E'tutto meraviglioso, tutti i ragazzi sono stati protagonisti. Tra Seefeld ed Oberstdorf abbiamo portato a casa tutte le tonalità delle medaglie, ma è stata una conferma, non una sorpresa; chi ci segue lo sa. A Cogne, in occasione di una gara di Coppa del mondo, avevo spiegato che saremmo cenuri in Germania per conquistare l'oro che ci mancava: ne portiamo a casa addirittura due. Abbiamo sbagliato soltanto nella staffetta e non mi vergogno a riconoscerla. Da domani lavoreremo per le Olimpiadi: Albarello e De Zdt (amici veri da anni), con le loro differenze, sono 1 simboli della forza e della duttilità della squadra: 11 primo ha 26 anni, il secondo quad 37, il valdostano è un gigante, il cadorino un grillo a motore (definizione dd professor Conconi), Marco è uno specialista dd passo classico, Maurilio un fenomeno del pattinata nonostante 11 fisico minuto e le gambe corte. Alle loro spalle, distanziati di poco, vi sono Vanzetta, Deola, Walder, Ploner, Poivara e Runggsùdier. «Il fondo — ha pronosticato De Zolt—gode ottima salute. I giovani sono pronti a vincere». Dopo la «frana» di Crans Montana 1 «cugini poveri» di Pramotton Bc C. hanno centrato il riscatto e le due medaglie d'oro potranno, come ha augu¬ di DARIO CRESTO-DINA Sono stati i mondiali del compromesso tecnico (tra l'alternato e 11 passo di pattinaggio), delle delusioni (Gunde Svan, 1 norvegesi, 1 tedeschi che giocavano in casa) e del «vecchietti» (De Zolt, trentasette anni il prossimo settembre, Wassberg, 31). Ma sono stati, soprattutto, 1 mondiali degli azzurri, che, In pochi giorni, hanno scritto la nuova storia del fondo nazionale, una disciplina per la quale la definizione di •sd nordico» ò sempre più improbabile, considerando anche l'exploit del cecoslovacchi. Mal l'Italia era salita cosi le alta mai aveva vinto più dei sovietici in un mondiale, mal si era lasciata dietro il mondo nella ■ maratona bianca del 50 chilometri. Il quadro del record azzurri ad Oberstdorf d completa con il quinto poeto della staffetta femminile (Caldina Dal Sasso, Bice Vanzetta, Paola Pozzonl, Elena Desdeil), miglior risultato d'ogni tempo. un successo di squadra, di questa nostra grande famiglia: ha detto ieri mattina Mario Azzitta, direttore tecnico del fondo Italiana prima di lasciare il SonnenbichL Azzitta ha 59 anni, è In nazionale dal 74, spera (Bara vero?) di andare in pendone dopo le Olimpiadi di Calgary. E* il padre severo, il burbero benefico delia pattuglia azzurra, equilibrato nel rim¬ Una immagine di «papi» Lenzini nei momenti d'oro della Lazio Oberstdorf. Maurilio De Zolt in trionfo dopo la SO km di fondo