Lo scontro al porto di Genova ora arriva nei palazzi romani

Nuove tensioni, oggi lo sfratto dei due consoli della compagnia Nuove tensioni, oggi lo sfratto dei due consoli della compagnia Lo scontro al porto di Genova ora arriva nei palazzi romani S'apre la settimana di mediazioni per risolvere GENOVA — Comincia oggi un'altra settimana di tensione per il porto, il cui scontro sta per trasferirsi nelle sedi politiche e sindacali romane, visto che a Genova trovare una ragionevole soluzione sembra, al momento, impossibile. Le ultime ore registrano un vertice degli Enti locali presieduto dal presidente della Regione, Rinaldo Magnani Lo scopo è quello di cercare margini di mediazione fra le due parti e offrire al negoziati romani il massimo delle informazioni. Le posizioni rimangono distanti, forse ancor più del primo giorno del contenzioso: il Consorzio del porto chiede l'applicazione di quanto contenuto nei decreti firmati un mese fa a Roma; i 3300 soci della Compagnia unica lavoratori merci vàrie (Culmv) parlano di •strategie confuse; di «non sufficienti garanzie di sicurezza dopo la eliminazione dei caposquadra* e, nella sostanza, respingono in blocco la nuova organizzazione del lavoro. Ma se è vero che 1 «camalli» sono stretti attorno al loro console esautorato. Paride Batlni, è altrettanto vero che molti hanno deciso di rinunciare: sono 1342 (su un organico di 3292) le domande di pre-pensionamento di portuali, molte di piti di quante ne potranno essere accettate. Oli utenti continuano a protestare contro «un porto che o si blocca o lavora a singhiozzo*: non è da escludere che — se non si troverà uno sbocco positivo — possa essere rinnovato l'Invito alle compagnie armatoriali di dirottare in altri scali le loro navi. L'utenza non perde naturalmente occasione per aggiornare le cifre delle perdite: 25 mila container non movimentati in poco più di due mesi; dal 5 dicembre a oggi dirottate 165 navi, gettati al vento 7 miliardi e mezzo più i danni recati all'indotto. Polemizzando con il segretario generale della CgU, Pizztnato, la Cisl afferma l'esigenza «di sperimentare gli accordi, come era stato deciso net protocollo romano ed apportare eventuali correzioni*. Ma, si aggiunge, «come è possibile parlare di correzioni, di modifiche, quando la sperimentazione non è nemmeno cominciata?*. Sabato è intervenuto Mario Capanna, leader di democrazia proletaria, contestato da una frangia di «Lotta comunista» 1 cui militanti (un centinaio) non hanno evidentemente dimenticato un volantino di dp (aprile '71) che 11 definiva «provocatori e fascisti». Cose di sedici anni fa, ma i rancori politici sono duri a sparire. Capanna, naturalmente, ha affermato che •Roberto D'Alessandro, autore del progetto di riforma portuale, è il vero sabotatore dell'economia ligure e nazionale*. E' nato anche un piccolo scontro nel grande conflitto. Stamane il console Batlni e 1 viceconsoli dovranno lasciare liberi gli uffici che occupavano nella palazzina di San Benigno, sede della Culmv. Lo ha ordinato 11' commissario, Tommaso Santapaola, che ha proposto ai dirigenti di sistemarsi In un vecchio magazzino a Ponte Somalia. C'è da prevedere che 1 portuali si opporranno allo sfratta Tutto riconduce al motivo dominante del conflitto: la lotta per il potere sulle calate. Una lotta che la città non comprende, poiché è chiaro che la sua conclusione rischia di essere una sconfitta per tutti: sia per la Compagnia autogestita che non può illudersi di conservare a lungo taluni suoi privilegi, sia per i traffici marittimi ai quali il conflitto sta infliggendo duri colpi. Per mille giorni Genova aveva assistito ad un'intesa, fra consorzio e Culmv, e le la vertenza - Le richieste speranze di un rilancio sembravano concrete e tanto più attese in una città che, con la sua provincia, ha oggi oltre 53 mila disoccupati, molte ciminiere spente e cantieri navali senza lavoro. Invece tutto è precipitato nel momento in cui, il 15 gennaio, venne firmato un accordo. Firmato da chi? «Da alcuni soggetti che evidentemente in una mano avevano la penna e nell'altra un coltello*, è la cruda definizione di un agente marittimo. Aggiunge un armatore: «Afa politici che fanno il pesce in barile e sindacalisti disponibili ad ogni battaglia, lo sanno che vuol dire il porto in una città come Genova?*. E fa un po' di conti di chi, dal conflitto, continua a perdere: i tremila autotrasportatori, gli spedizionieri, gli addetti al comparto riparazioni navali, provveditori di bordo brokers, assicuratori marittimi. Ma ci sono anche vittime meno conosciute: di prepensionamento lungo il porto, dalla Lanterna a Sampierdarena, esisteva un microcosmo di piccole aziende ora destinate al fallimento. Se non arrivano marinai stranieri, crolla anche la piccola Industria dei mercatini della via Prè, dei souvenirs. La paralisi (ma anche il lavoro a ritmi ridotti) impedisce non solo la sperimentazione della nuova e più proci. Uva organizzazione del lavoro, ma non consente d'inserire nuovi strumenti già in opera nei porti dell'Europa del Nord. E la rissa, che continua, si porta via anche quanto resta dell'immagine di un porto, un tempo leader del Mediterraneo e ora insidiato persino da Livorno. Oggi è un altro lunedi, un altro inizio di settimana che viene annunciato come il punto di partenza per una soluzione. Fra sette giorni, esprimeremo ancora questa finora inutile speranza? g. c.

Persone citate: Capanna, Mario Capanna, Paride Batlni, Rinaldo Magnani, Roberto D'alessandro, Tommaso Santapaola

Luoghi citati: Europa Del Nord, Genova, Livorno, Ponte Somalia, Roma